NBA, i 5 punti dell'All-Star Weekend 2022

Analizziamo insieme questo All-Star Weekend 2022: cosa è piaciuto, cosa da migliorare o addirittura da togliere.

Scritto da Valentino Aggio  | 

Analizziamo insieme questo All-Star Weekend 2022: cosa è piaciuto, cosa da migliorare o addirittura da togliere.

ALL-STAR WEEKEND 2022

Rising Stars: ventata d'aria fresca 

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Lo Rising Stars Challenge è stato il secondo miglior evento di tutto il fine settimana, se non fosse che nell'All-Star Game il #30 ha decisamente rubato la scena. Fino all'anno scorso c'è stato il poco fantasioso format USA contro il resto del mondo, format quantomeno patriottico a mio modo di vedere. Quest'anno invece la NBA ha tirato fuori un'ottima idea: il torneo fa sempre bene alla competitività, così come il limite di punti a 50 per vincere: ovviamente Adam Silver&co. ci capiscono qualcosa di marketing ed hanno deciso per la milionesima volta quest'anno di cavalcare il NBA 75 mettendo delle leggende come coach. Anche l'idea di ridurre il punteggio a 25 per la finale è sembrata azzeccata: se nei primi possessi delle altre partite i giocatori se la sono presa comoda, in finale non è stata così: promosso.

Skills Challenge: meh

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Lo Skills Challenge non ha mai attirato troppo pubblico, questo si sa: la NBA ha quindi provato a rimettere in piedi la competizione, non riuscendoci tanto bene quanto la partita di venerdì. La sensazione che ho avuto nel guardare l'evento è stata che nemmeno i giocatori sapessero bene che cosa avrebbero dovuto fare: ciò si è visto nella parità dopo la sfida dei passaggi ed i vari incidenti di percorso durante le staffette, quando in molti hanno sbagliato il percorso dello slalom. Alla fine la competizione è leggermente migliorata, ma c'è ancora del lavoro da fare.

Il Three Point Contest delle sorprese

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Sappiamo bene che il Three Point Contest è una competizione a sé, che buona parte delle volte non premia il miglior tiratore della NBA. Prendere un pallone dal carrello non è come tirare in partita e spesso questo penalizza chi si crea i propri tiri dal palleggio: proprio per questo motivo il nome di Karl-Anthony Towns può stupire, ma fino ad un certo punto. Towns, essendo un lungo, ovviamente è più difficile che crei tiri dal palleggio: questo trofeo fa di lui il lungo tiratore più forte di sempre? È un inizio, di certo, ma c'è ancora molta strada da fare.

Il problema del Dunk Contest

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Ora, essere stato in piedi fino alle 5 di mattina per raccontarvi il Dunk Contest più brutto degli ultimi anni non è di certo il massimo. Schiacciate mosce, già viste e a tratti non sembravano nemmeno preparate. Il problema in generale con la gara delle schiacciate è semplicemente che si è già fatto di tutto: dal punto di vista atletico, difficilmente un giocatore di basket potrà andare oltre alle gesta fatte da Zach LaVine ed Aaron Gordon, ad esempio. Quello che voglio dire è che difficilmente vedremo un 720 con mulinello: i mezzi atletici straordinari di questi giocatori hanno ovviamente dei limiti. Le uniche innovazioni si possono trovare dal punto di vista della coreografia, vedi la prima schiacciata di Cole Anthony. Ormai si è arrivati ad un limite nel Dunk Contest, motivo per il quale non ha nemmeno troppo senso continuare a farlo: ogni anno si spera in qualcosa di nuovo, ma difficilmente questo arriva. Se i giocatori All-Star rifiutano di partecipare alla gara delle schiacciate perché viene vista come un declassamento, qualcosa non va. 

“16 triple? Eh ma non giocavano seriamente”

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Prego? La prestazione più incredibile della storia dell'All-Star Game non è stata presa bene da parte di tutti. Innanzitutto ci tengo a dire che il pubblico di Cleveland è stato davvero spento in questi tre giorni: poi accogliere così Stephen Curry già a partire dal sabato non ha portato i propri frutti. Detto ciò, la prestazione di Curry non è stata presa seriamente da tutti. Mi è capitato di imbattermi in commenti del tipo: “Sì, ha segnato 16 triple, ma è l'All-Star Game, non giocano seriamente”. Diciamo che questo genere di affermazione me lo aspetto da una persona che ha guardato solo le statistiche: buona parte dei tiri presi da Curry durante la partita, specie nei primi tre quarti di gioco, sono stati invece discretamente marcati. I tiri smarcati presi da Curry lo sono stati solo perché ha tirato dal logo di metà campo, non dando nemmeno tempo ai difensori di marcarlo. Indubbiamente Curry ieri sera era in serata, ed il bello è che nonostante abbia forzato molti tiri nel finale per battere il record di punti segnati in un All-Star Game, le percentuali sono comunque da capogiro. La cosa che più mi spaventa è che non sarei affatto sorpreso se Curry tirasse fuori una partita da 16 triple in stagione regolare. Il fatto che “non si giochi seriamente" potrebbe giustificare una partita da 90 punti di un giocatore, non più fattibile una volta che si gioca una partita “vera”. Il fatto che 16 triple per Curry siano fattibili possibilmente ogni volta che si allaccia le scarpe, rende la partita una delle centinaia di prestazioni formidabili al tiro da parte del #30.


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