Carmelo Anthony, finalmente Houston Rockets!

Scritto da FMB  | 
Ha dovuto aspettare un anno nel purgatorio di Oklahoma City dove se non fosse stato per la decisione di Paul George forse sarebbe rimasto ancora ma adesso ce l'ha fatta, Carmelo Anthony (34 anni) è stato rilasciato dagli Atlanta Hawks e giocherà negli Houston Rockets.

FREE-AGENT TRACKER

Melo e i Rockets hanno flirtato tutta la passata Free-Agency e l'unico ostacolo, intramontabile tra l'altro, era il pesante contratto di Ryan Anderson e infatti Carmelo lasciò la Grande Mela per finire ad OKC a disputare una stagione mediocre tra tante difficoltà; ad inizio Free-Agency, prima che PG13 comunicasse la sua permanenza in maglia Thunder, Melo si era ben protetto le spalle esercitando la sua "Player Option" da $27 milioni ricevuti poi tutti dagli Atlanta Hawks al momento del Buyout. Oklahoma City con la permanenza e i rinnovi di George, Felton e Grant era entrata in Luxury-Tax, rinunciare all'ex Nuggets voleva dire risparmiare $100 milioni e Sam Presti non si è fatto pregare, grazie all'ottimo rapporto con Leon Rose (Agente di Anthony, ndr) la trattativa per il divorzio è stata eseguita senza intoppi o problemi, giovedì 19 luglio Presti ha trovato negli Hawks il partner ideale per instaurare la trade. Manca solo l'ufficialità ma l'accordo c'è, un anno al minimo da veterano a $2,4 milioni per Melo una volta che sarà ufficialmente rilasciato dagli Hawks.  Appena la notizia di Anthony Free-Agent si è sparsa sono state 3 le squadre più vociferate quali i Los Angeles Lakers, i Miami Heat e appunto gli Houston Rockets che non hanno neanche dovuto sudare per convincerlo perché l'ex Knicks aveva già le idee chiare; per Anthony si realizzata un bel desiderio ma è anche davvero l'ultima chiamata per salvare la sua carriera e puntare in alto come scritto in un FOCUS di qualche settimana fa (CLICCA QUI per leggere) dove si ipotizzava il futuro. A Houston con le partenze di Trevor Ariza e Luc Mbah a Moute lo slot di #3 è libero e quindi quintetto base per il prodotto di Syracuse che ritrova quel Mike D'Antoni col quale aveva bozzato ai Knicks, una squadra che ha un leader chiaro (Chris Paul) e una stella definita (James Harden), ai Thunder con Russell Westbrook la chimica non è mai nata, un ruolo insolito in un sistema anarchico e gli si può perdonare in parte lo scarso contributo, a Houston Anthony è di fatto il 3° violino e dovrà fare pace con se stesso perché i tempi da 30/40 punti a notte con altrettanti tiri sono finiti. Il vero e grande dilemma NON è sulle qualità offensive di Anthony o della sua amalgamazione con la squadra in attacco, il dilemma è dietro! Ariza e Mbah a Moute non erano dei fenomeni ma dietro si sbattevano come matti contando che ogni notte avevano a che fare contro la superstar della squadra avversaria, Houston per arrivare al titolo deve passare per forza di cosa contro i Warriors e forse contro i Lakers, vuol dire Kevin Durant e LeBron James in una serie...

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