Carmelo Anthony, finalmente Houston Rockets!


FREE-AGENT TRACKER
Melo e i Rockets hanno flirtato tutta la passata Free-Agency e l'unico ostacolo, intramontabile tra l'altro, era il pesante contratto di Ryan Anderson e infatti Carmelo lasciò la Grande Mela per finire ad OKC a disputare una stagione mediocre tra tante difficoltà; ad inizio Free-Agency, prima che PG13 comunicasse la sua permanenza in maglia Thunder, Melo si era ben protetto le spalle esercitando la sua "Player Option" da $27 milioni ricevuti poi tutti dagli Atlanta Hawks al momento del Buyout. Oklahoma City con la permanenza e i rinnovi di George, Felton e Grant era entrata in Luxury-Tax, rinunciare all'ex Nuggets voleva dire risparmiare $100 milioni e Sam Presti non si è fatto pregare, grazie all'ottimo rapporto con Leon Rose (Agente di Anthony, ndr) la trattativa per il divorzio è stata eseguita senza intoppi o problemi, giovedì 19 luglio Presti ha trovato negli Hawks il partner ideale per instaurare la trade. Manca solo l'ufficialità ma l'accordo c'è, un anno al minimo da veterano a $2,4 milioni per Melo una volta che sarà ufficialmente rilasciato dagli Hawks. Appena la notizia di Anthony Free-Agent si è sparsa sono state 3 le squadre più vociferate quali i Los Angeles Lakers, i Miami Heat e appunto gli Houston Rockets che non hanno neanche dovuto sudare per convincerlo perché l'ex Knicks aveva già le idee chiare; per Anthony si realizzata un bel desiderio ma è anche davvero l'ultima chiamata per salvare la sua carriera e puntare in alto come scritto in un FOCUS di qualche settimana fa (CLICCA QUI per leggere) dove si ipotizzava il futuro. A Houston con le partenze di Trevor Ariza e Luc Mbah a Moute lo slot di #3 è libero e quindi quintetto base per il prodotto di Syracuse che ritrova quel Mike D'Antoni col quale aveva bozzato ai Knicks, una squadra che ha un leader chiaro (Chris Paul) e una stella definita (James Harden), ai Thunder con Russell Westbrook la chimica non è mai nata, un ruolo insolito in un sistema anarchico e gli si può perdonare in parte lo scarso contributo, a Houston Anthony è di fatto il 3° violino e dovrà fare pace con se stesso perché i tempi da 30/40 punti a notte con altrettanti tiri sono finiti. Il vero e grande dilemma NON è sulle qualità offensive di Anthony o della sua amalgamazione con la squadra in attacco, il dilemma è dietro! Ariza e Mbah a Moute non erano dei fenomeni ma dietro si sbattevano come matti contando che ogni notte avevano a che fare contro la superstar della squadra avversaria, Houston per arrivare al titolo deve passare per forza di cosa contro i Warriors e forse contro i Lakers, vuol dire Kevin Durant e LeBron James in una serie...T-SHIRT #15 DI NBA-EVOLUTION DISPONIBILE ORA 👇 SULLO SHOP!
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