NFL Friday Night Lights #2: Bears, tutti contro tutti

Fields spara a zero contro il suo coaching staff e continua la maledizione QB di Chicago: ecco la situazione

Scritto da Fabio Gabrielli  | 

Fields spara a zero contro il suo coaching staff e continua la maledizione QB di Chicago: ecco la situazione

Ero in realtà partito per raccontarvi della situazione di DeShaun Watson vs Baker Mayfield quando, l'altro ieri, Justin Fields, QB dei Bears se ne esce con dichiarazioni al vetriolo contro la sua stessa organizzazione e quindi eccoci navigare direzione Windy City.

La Maledizione

Proprio come i miei Lions, i Bears appartengono a quella serie di franchigie nate per far soffrire i propri tifosi e hanno, in particolare, una tendenza quasi suicida a NON avere un QB degno alla guida del proprio attacco. E non parliamo di "ultimi cinque-dieci anni". Parliamo di 100 anni di storia. Se togliamo Mc Mahon a metà anni '80 (che però poteva contare su una difesa mostruosa e su un fenomeno come "Sweetness" Payton come RB), non si ricordano grossi registi ad illuminare il Soldier Field (a mettere ancora più sale sulla ferita abbiamo una lunga lista di nomi lasciati "passare" al draft di turno, non ultimo un certo Patrick Mahomes qualche anno fa gentilmente ignorato a favore di Kansas City). 

Da due anni, a guidare l'attacco dei Bears c'è Justin Fields. Arrivato da un'ottima carriera al College, il prodotto di Ohio State non brilla, per ora, fra i PRO: vuoi per i cambi di coaching staff, vuoi per i cambi a livello di Coordinatori d'Attacco, vuoi perché gli è stato disegnato attorno un attacco che non sa gestire (il Nostro non è proprio Dan Marino in fase di lancio ma ha altre caratteristiche positive), vuoi perché i compagni con cui deve collaborare non sono questo di più. 

Fatto sta che nei primi 27 match giocati da starter in carriera, Fields è 5-22. Tragico. E non si vede la fine di questa cosa. 

 

La Bomba

L'altro ieri, rispondendo ad una domanda riguardo alle difficoltà che incontra l'attacco dei Bears, Fields silura il suo coaching staff parlando di "chiamate robotiche" e del fatto che "si dovrebbe giocare più liberi, giocare di più pensare di meno". Sostanzialmente viene sconfessata un'intera idea di attacco gettando sotto il tram tutto il coaching staff. Si alza il polverone, qualcuno chiama Fields e gli fa capire che certe cose può pensarle, deve parlarne internamente ma NON può darle in pasto ai media. Perchè i Bears saranno pure una franchigia non proprio vincente ma i tifosi di Chicago sono fra i più appassionati del Paese  e queste polemiche non passano sicuramente inosservate. Fatto sta che, passate alcune ore, Fields ridimensiona il tutto con una giravolta completa.

E ora?

La frittata è fatta e la crepa è ora evidente. Diciamo le cose come stanno: Chicago nel 2024 avrà due pick alti al draft (al netto di improvvisi cambi di rotta degli stessi Bears e dei Panthers che hanno inviato il loro pick proprio a Chicago nel corso dello scorso draft) e in un anno in cui i QB in uscita potrebbero essere tanti e validi (Caleb Williams da USC su tutti), i Bears potrebbero fare tabula rasa per l'ennesima volta, silurando Fields (non scelto dal GM e dal coach in carica) provando un'ennesima ripartenza dall'ennesimo QB


 


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