NBA, i 10 punti del mese di Febbraio (2022)

Analizziamo insieme il mese di Febbraio per quanto riguarda la NBA: tra nuovi innesti e la pausa All-Star Weekend.

Scritto da Valentino Aggio  | 

Analizziamo insieme il mese di Febbraio per quanto riguarda la NBA: tra nuovi innesti e la pausa All-Star Weekend.

EASTERN CONFERENCE

DeMar DeRozan: sinonimo di sottovalutato

Buona parte del merito per la stagione al di là delle aspettative da parte dei Chicago Bulls è senza dubbio di DeMar DeRozan. L'ex Spurs, in uscita dopo degli anni in Texas non da incorniciare, si è dimostrato subito all'altezza del ruolo da prima punta nella Windy City, ma il mese di Febbraio è senza precedenti. Sono quasi 36 i punti di media negli ultimi trenta giorni per DeRozan con il 58.4% dal campo: l'unico giocatore nella storia con 8 partite consecutive da 35 o più punti ed oltre il 50% dal campo. Sembra quasi scontato includere l'ex Raptors nella corsa all'MVP, anche se per ora sembrano esserci candidati più papabili come Joel Embiid e Nikola Jokic. 

Philadelphia 76ers: All In

Con la trade per ottenere James Harden all'ultimo giorno disponibile, sembra chiaro che i Philadelphia 76ers abbiano fatto all in. È arrivato il momento di vincere, il Trust The Process deve finalmente concretizzarsi. Joel Embiid è alla sua miglior stagione in carriera, deve concretizzare vista la sua tendenza ad infortunarsi spesso e volentieri: al momento il camerunense è dominante ed il debutto in coppia con James Harden stanotte lascia ben sperare i tifosi di Philly. Prendere “il Barba” senza sacrificare né Tyrese Maxey Matisse Thybulle è stata una grande mossa da parte del GM Morey, che ora ripone piena fiducia in un coach dalla mentalità vincente come Doc Rivers. Rimane solo il dubbio riguardo i Milwaukee Bucks, che da campioni in carica, arrivano ovviamente con il favore del pronostico nonostante la stagione regolare non esaltante. Di certo, ogni risultato al di sotto della finale di Conference sarà una grande delusione per i Sixers.

Toronto Raptors: alla faccia del rebuilding

A partire dall'addio nell'estate 2019 di Kawhi Leonard dopo il titolo vinto, i Toronto Raptors non sono più stati considerati come una squadra in grado di competere per qualcosa di importante. Il tutto è peggiorato con l'addio della bandiera Kyle Lowry quest'estate: tutti davano i Raptors in rebuilding, magari scambiando uno tra Fred VanVleet e Pascal Siakam per scelte alte nei prossimi anni al draft. Beh, così non è stato: Toronto ha pescato molto bene con Scottie Barnes, rookie molto concreto e subito pronto al grande salto tra i professionisti. VanVleet in particolare ha completato il proprio percorso di crescita diventando All-Star e faccia di questa franchigia: l'ex Wichita State è a oltre 21 punti di media, dimostrandosi anche un ottimo tiratore con il 40.1% da tre punti. Siakam continua a fare il suo e Gary Trent Jr. è cresciuto in maniera esponenziale alla sua prima stagione in Canada. Ora i Raptors si trovano al 7° posto nella combattuta Eastern Conference addirittura sopra ai Brooklyn Nets in crisi nera. Toronto può sicuramente lottare per un posto ai playoff senza passare per il Play-In, se non fosse che i Boston Celtics (ne parleremo in un focus dedicato) sono al momento la squadra più calda dell'intera lega.

Brooklyn Nets: è una buona presa Ben Simmons?

La stagione non sta di certo andando secondo i piani per i Brooklyn Nets: con un record di 2-9 nel mese di Febbraio al momento di stesura dell'articolo, Brooklyn si trova all'ottavo posto di conference. I Nets rischiano addirittura il sorpasso da parte di Charlotte e Atlanta, trovandosi così al margine della zona Play-In. Una volta dichiarato fallito il progetto Big Three, rimane solo una cosa da chiedersi: è una buona presa Ben Simmons? La risposta è molto complicata. L'australiano dovrebbe tornare in campo a breve, quindi per questa risposta prendiamo il miglior scenario possibile: Simmons torna al 100% delle sue potenzialità. Sicuramente i Nets avranno una difesa molto più solida con l'apporto del nuovo #10, ma il problema sarà in attacco: infatti, c'è il forte rischio che Simmons torni ad essere un fantasma come negli ultimi tempi a Phila. Infatti, con due giocatori che hanno bisogno della palla in mano come Kyrie Irving e Kevin Durant, i tocchi per Simmons saranno ben pochi: l'australiano sarà quindi costretto a muoversi molto senza palla. Il campo ci darà tutte le risposte a breve. 

Indiana Pacers: Haliburton c'è, ora che si fa?

Gli Indiana Pacers si sono mossi eccome alla Trade-Deadline, scambiando Domantas Sabonis per Tyrese Haliburton, ottenendo anche Buddy Hield dai Sacramento Kings. Lo scambio è stato quantomeno azzeccato, vista la crescita mostrata da Haliburton nel corso di questa stagione e la possibilità di vederlo ad Indianapolis per ancora molto tempo. Rimane comunque il fatto che i Pacers hanno vinto solo 20 partite finora, nonostante abbiano firmato un coach esperto come Rick Carlisle. Probabilmente la cosa migliore da fare sarebbe scambiare gli ultimi giocatori con valore di mercato come Myles Turner e T.J. Warren, un fantasma quest'anno. 

WESTERN CONFERENCE

Golden State Warriors: Jonathan Kuminga, un altro fattore

I Golden State Warriors sono quasi al completo, visto che James Wiseman dovrebbe tornare a breve, così come Darymond Green sta facendo progressi. Intanto nella Baia viene coccolato il rookie Jonathan Kuminga, autore di oltre 15 punti di media con il 58.8% dal campo nel mese di Febbraio. Il congolese ha ricevuto parole di affetto e rispetto da parte degli Splash Brothers negli ultimi giorni, ritagliandosi così uno spazio in una delle formazioni più competitive di tutta la NBA. 

Dallas Mavericks: finito il progetto europeo

Con l'addio di Kristaps Porzingis alla Trade-Deadline i Dallas Mavericks hanno ufficialmente chiuso le porte per il progetto europeo, che doveva vedere il lettone accoppiato con Luka Doncic. La sensazione è che Dallas abbia finito la fiducia sul neo-giocatore dei Wizards, accontentandosi di pedine di scambio inferiori al valore del lettone. In queste stagioni in Texas Porzingis non si è mai dimostrato all'altezza dello sloveno, rimanendo spesso infortunato o giocando al di sotto dei soldi che al momento sta prendendo. I Mavs non sono nemmeno riusciti a prendere Goran Dragic, che ha preferito Brooklyn e l'ex compagno e mentore Steve Nash. 

Minnesota Timberwolves: la rivincita di Karl-Anthony Towns

Con un record di 7-4 nel mese di Febbraio i Minnesota Timberwolves si trovano al momento in settima posizione nella Western Conference, abbastanza sicuri di fare il Play-In. Finalmente in Minnesota le cose cominciano a girare, questo in gran parte grazie alla rinascita di Karl-Anthony Towns. Il #32 dei Wolves è stato fortemente colpito dalla pandemia, che gli ha portato la adorata madre Jacqueline Cruz. Per molto tempo Towns non è riuscito a portare prestazioni convincenti sul parquet, vista anche la perdita di altri cari a causa del Covid: questa stagione sembra però si sia rialzato. Sebbene le statistiche non siano le migliori in carriera, Towns sta portando i Wolves in zona playoff accompagnato dai due piccoli D'Angelo Russell e Anthony Edwards. Di certo anche la vittoria al Three Point Contest ha aiutato la fiducia del #32, che si è portato al collo durante la gara una catena raffigurante il nome della madre.

New Orleans Pelicans: il caso Zion Williamson

Zion Williamson, insieme a Ben Simmons, è stato uno dei grandi assenti della stagione 2021/22. L'astro nascente dei New Orleans Pelicans non ha ancora giocato una partita quest'anno a causa dell'infortunio al piede. Quelle poche volte che lo si è visto, Williamson è parso decisamente fuori forma: nelle ultime settimane ci sono delle voci che vorrebbero il #1 di Nola lontano dai Pelicans. Williamson avrebbe infatti chiesto di essere scambiato alla dirigenza, nonostante lui stesso non si sia comportato da buon compagno di squadra. Voci dicono che l'ex Duke non abbia nemmeno scritto un messaggio di benvenuto a CJ McCollum, stella arrivata in uscita dai Blazers. Intanto New Orleans ha inanellato un buon record di 7-4 a Febbraio, tornando in piena corsa per i Play-In, dato il crollo di Portland, in chiara ricostruzione. 

Sacramento Kings: quando arriva la svolta? Se mai arriverà… 

I Sacramento Kings avevano un compito ben preciso prima della chiusura degli scambi: cedere chiunque, basta che non sia Tyrese Haliburton. Proprio il neo-acquisto degli Indiana Pacers ha lasciato la California, lasciando appassionati e addetti ai lavori attoniti di fronte all'ennesima mossa che sembra insensata da parte di Sacramento in questi ultimi anni. Prendere Domantas Sabonis ed accoppiarlo con De'Aaron Fox non è una grande scelta: entrambi sono dei buoni attaccanti, ma in difesa lasciano a desiderare. Sacramento sta diventando sempre più lo zerbino della NBA: cambierà questa situazione?


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