NBA 2025-26, la situazione alla pausa Natale

Sotto l'albero di Natale NBA ci sono certezze, sorprese, delusioni e rookie in rampa di lancio: ecco quali.

Scritto da Valentino Aggio  | 

Sotto l'albero di Natale NBA ci sono certezze, sorprese, delusioni e rookie in rampa di lancio: ecco quali.

Nell'augurare un felice Natale ai lettori di Basketball-Evolution, ecco una panoramica della stagione NBA prima dei Christmas Games che terranno gli appassionati attaccati alla TV tra un pasto e l'altro.

Oklahoma City corre veloce: chi la può contrastare? 

Dopo il titolo conquistato nella scorsa stagione, gli Oklahoma City Thunder stanno mantenendo un ritmo difficile da seguire per le altre 29 franchigie. Giovani e consapevoli, i Thunder non sembrano avere grande concorrenza per il Larry O'Brien Trophy che si deciderà nella prossima primavera: oppure sì? Dando un rapido sguardo alle classifiche, sembra esserci in atto un piccolo ricambio generazionale in NBA. C'erano tante aspettative sui Detroit Pistons che, per ora, stanno mantenendo: a loro la testa della Eastern Conference davanti ai freschi vincitori della NBA Cup New York Knicks. Proprio questi ultimi sembrerebbero avere il talento e l'esperienza necessaria per uscire dall'Est e sfidare i Thunder, per lo meno sulla carta. Un titolo (NBA, non la Coppa) manca nella Grande Mela da tempo immemore, questa è l'occasione giusta. Guardando ad Ovest, la situazione non sembra troppo migliore: i Denver Nuggets, così come i San Antonio Spurs, sono totalmente dipendenti dalle loro stelle Nikola Jokic e Victor Wembanyama. È ancora presto per dirlo, ma serve una squadra che faccia un deciso cambio marcia per arrivare ai playoff come legittima contender di OKC.

C'è chi sale e chi… sprofonda

C'è chi, invece, partiva con presupposti ben diversi per questo 2025/26. I Cleveland Cavaliers, ad esempio: la franchigia dell'Ohio sembrava avere tutte le carte in regola per giocarsela ad Est, una conference che alla vigilia non sembrava avere un favorito netto. Dopo pochi mesi di stagione, invece, i Cavs sono al 7° posto e con poche risposte. Stessa storia per gli Houston Rockets che, con l'acquisto di Kevin Durant, sembravano aver trovato l'ultimo tassello per potersi giocare il titolo. Il record è leggermente migliore rispetto a Cleveland, ma il 6° posto ad Ovest è ancora troppo poco. Facendo altri due nomi, Minnesota Timberwolves e Orlando Magic: poco da dire sui secondi che, con un organico giovane e poco esperto, ci si aspettava non troppo di più. I Wolves invece, con la nuova faccia della NBA a stelle e strisce Anthony Edwards, sembrano lontani dal poter competere fino ad un'eventuale gara-7.

Rookie Of the Year

La classe draft 2025 arrivava coi favori del pronostico che, fino a questo momento, sembra aver mantenuto. Cooper Flagg è già una stella: quasi 20 punti di media in una squadra tutt'altro che mediocre come i Dallas Mavericks parlano per il prodotto di Duke, altra grande speranza della “pallacanestro bianca”. Dietro di lui, nella battaglia al Rookie Of the Year c'è il giocatore dei Philadelphia 76ers VJ Edgecombe, guardia tuttofare che si sta rivelando fondamentale in una Philadelphia che si appresta ad un cambio della guardia. Potrebbe inserirsi nella partita anche Kon Knueppel degli Charlotte Hornets, tiratore letale capace di segnare seppur in una squadra dalle ambizioni basse.

Simone Fontecchio

I presupposti, dopo il trasferimento ai Miami Heat, sembravano i peggiori per Simone Fontecchio. Inadatto, fuori dal roster ancora prima di cominciare, qualcuno parlava addirittura di un ritorno in Europa. Così come altri prima di lui, Fontecchio ha saputo farsi un nome anche in Florida. Minuti (quasi 20) di qualità agli ordini di un coach esigente come Erik Spoelstra e Miami lotta per un posto ai play-in. Come se ci fosse bisogno di dimostrarlo, Simone Fontecchio è un giocatore da NBA.


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