Evolution Awards Race 5/01/2018

Prima puntata del 2018 per la nostra Evolution Awards Race. Cambia poco nelle nostre classifiche specifiche, l’unico semi sconvolgimento è accaduto nel M.I.P., con qualche scambio di posizione ed un paio di new entry. MVP 1) LeBron James (CLE): Malgrado qualche passo falso magari non del tutto previsto dei suoi Cavs, il Re continua a giocare un basket attualmente superiore alla sua media nella Regular Season. E lo fa con una tranquillità disarmante. Purtroppo per tutti gli altri. 2) Giannis Antetokounmpo (MIL): In questo momento, complici anche gli infortuni, è il rivale più credibile del ragazzo di Akron. Sempre un piacere per gli occhi vederlo muoversi avanti ed indietro per il parquet. 3) James Harden (HOU): E’ arrivato un infortunio che lo ferma momentaneamente dopo un periodo notevole da un punto di vista personale, ma che ha creato qualche perplessità sui suoi Rockets. Fermarsi un attimo non potrà che fargli bene nella corsa all’MVP. R.O.Y. 1) Ben Simmons (PHI): Da un paio di partite è tornato sui suoi livelli di inizio stagione. Chiaro che non era pensabile potesse continuare su quei livelli. Certo siamo sempre in attesa che inizi un lavoro di miglioramento sulle lacune evidenti. Ma quanto a fisicità e temperamento ci siamo proprio. 2) Jayson Tatum (BOS): Ah, dunque, mi state dicendo che questo ragazzo è nato il 3 Marzo 1998 ed ha quindi 19 anni per cui è un rookie? No perché vedendo la maturità con cui gioca, vedi anche terzo quarto contro i Cavs della scorsa notte, non sembrerebbe proprio. 3) Donovan Mitchell (UTA): Ci si chiedeva chi sarebbe stato il nuovo leader degli Utah Jazz dopo la partenza di Hayward, certo non si pensava che sarebbe stato questo rookie non esattamente publicizzato su questi livelli. Il ragazzo invece sta davvero entusiasmando, e se pensiamo a quanto deve crescere. SIXTH MAN 1) Lou Williams (LAC): Dominatore di questa classifica, in uno stato di forma come poche altre volte in carriera. Si è preso in mano i Clippers uscendo dalla panchina e non si sta più voltando indietro. 2) Nikola Mirotic (CHI): Non sembra volersi fermare e lui si che è nella sua miglior stagione di sempre. E questo malgrado un clima non esattamente sereno, per i noti fatti, che vive nello spogliatoio. Comunque un fattore vero per i Bulls. 3) Jeff Green (CLE): Continua a ritagliarsi minuti importanti nelle rotazioni dei Cavs, e non è un caso che quando cala di rendimento anche il secondo quintetto di Cleveland ne risente. Rinato in Ohio. D.P.O.Y. 1) Al Horford (BOS): Una settimana di pausa se l’è presa. Bene. Però non esageriamo. Ed infatti è immediatamente tornato sui suoi livelli, tornando a difendere con una ferocia trascinante per chiunque in maglia verde. 2) Draymond Green (GSW): La fisicità, la voglia, l’arroganza, non solo e non necessariamente cestistica, fanno di lui quel difensore, specie dal lato forte, di assoluta grandezza. Se solo imparasse a tenere quella bocca chiusa. 3) Marcus Smart (BOS): In tanti gironzolano intorno a questa terza piazza della nostra race, Smart ha tutte le caratteristiche per essere un signor difensore, anche lui sulla palla e indipendentemente dalla stazza dell’avversario. E sono due settimane che il ragazzo non fa un passo indietro contro nessuno. M.I.P. 1) Andrè Drummond (DET): Stagione davvero memorabile, fino ad ora, per il centrone dei Pistons, che sembra aver trovato finalmente la sua giusta collocazione nell’economia del gioco della sua squadra. Ha iniziato ad apprendere e sta dimostrando grande voglia. 2) Kristaps Porzingis (NYK): Gioie e dolori dei Knicks ruotano intorno a lui. Ed anche per lui qualche giornata no può arrivare. Di sicuro quando gioca sui suoi livelli è dominante come pochi nel suo ruolo. Adesso occorre continuità. 3) Victor Oladipo (IND): Come detto la stagione è lunga e giocare sempre su alti livelli è altrettanto complicato. Ma se questi sono i suoi cali di tensione ai Pacers possono dormire sonni tranquilli. Ed è grazie a lui se questa classifica sarà combattuta fino alla fine. C.O.Y. 1) Brad Stevens (BOS): Allena e bene, e lo si sta ripetendo da quando è entrato nella lega. Se poi come quest’anno tutti lo ascoltano e viaggiano nella direzione da lui indicata, i risultati si vedono. Stupisce per come riesce a farli difendere tutti su alti livelli. 2) Duane Casey (TOR): Casey è decisamente un ottimo allenatore da regular season, perché riesce a far rendere tutti su ottimi livelli. E Toronto anche per merito suo, è da anni ai vertici della Eastern Conference. 3) Steve Kerr (GSW): Per valutare il suo operato basterebbe vedere come riesce a far diventare utili e produttivi i giocatori di seconda e terza fascia del suo roster. Da Casspi a Bell, da McCaw a Looney e McGee, tutti quelli che giocano diventano nel loro piccolo, importanti. Arrivederci alla prossima puntata

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