Addio Partizan, la verità di Obradovic: "La colpa è solo di una persona"
Il coach ha rilasciato una forte intervista per parlare del suo burrascoso addio dal Partizan: "Mi hanno chiesto..."
Il coach ha rilasciato una forte intervista per parlare del suo burrascoso addio dal Partizan: "Mi hanno chiesto..."
La telenovela che ha visto Zelimir Obradovic dire addio al Partizan Belgardo sembrava finita quando, sabato scorso, è arriva l'ufficialità delle sue dimissioni ma il coach ha voluto avere l'ultima parola rilasciando un intervista di 20 minuti sul canale YouTube Zona Press
La irrevocabilità delle dimissioni per calmare il tifo
La scelta delle dimissioni, come avevamo ipotizzato, era stata presa subito dopo la partita col Panathinaikos con Obradovic che ha prima avvisato il suo staff e poi la dirigenza il giorno seguente, ma la prima rivelazione riguarda già quello scambio.
"Ci eravamo messi d'accordo che fossi io a parlare e non il club…l'unica cosa che il Presidente (Ostoja Mijailovic Ndr) mi ha chiesto di aggiungere nella lettera era che si trattasse di una scelta irrevocabile cosicché sarà per lui più facile uscire davanti ai tifosi e io ero d'accordo"
La reazione del coach alla mobilitazione dei tifosi
Il timing delle dimissioni era ritenuto giusto dal coach. La pausa per le nazionali, poi la squadra avrebbe giocato le tre partite successive in casa, ma la tifoseria non ne voleva sapere e si è mobilitata in 10.000 per richiedere all'allenatore di restare. “La scelta è stata molto stressante, probabilmente il momento più difficile della mia vita è stato quando voi (i grobari ndr) mi avete atteso, quando mi ha atteso la ragazza che mi aspetta ogni volta che viene all'Arena, le emozioni che ho provato in quel momento non le avevo mai vissute e mi è molto difficile parlare di ció. Il mio amico mi ha portato all'appartamento, sdraiato a letto e ho guardato il soffitto per un ora, non potevo, non volevo che tutto ciò accadesse.” Parole che dimostrano come l'affetto del suo popolo abbia reso questa scelta tremendamente difficile per un allenatore il cui mito è nato grazie al rapporto con il club serbo che lo ha reso popolare nel mondo grazie alla Eurolega 1992 vinta al secondo anno di carriera tecnica.
Il dietrofront della presidenza
La respinta delle dimissioni da parte del CDA come si può intuire da quanto scritto nel primo paragrafo ha colto di sorpresa il serbo “Ho chiesto al presidente cosa fosse cambiato rispetto al momento in cui è uscito in pubblico accettando le mie dimissioni. Cosa è cambiato in 24 ore?” “È cambiato che è avvenuta la reazione dei tifosi… La responsabilità di questa situazione ricade sull'uomo al comando, Ostoja Mijailovic e gliel'ho detto. Mi hanno chiamato persone del consiglio che lasciavano il team (il DS Savic ndr) e anche ciò non va bene. Non vogliamo che si arrivi ad una situazione in cui l'Eurolega ci penalizzi, abbiamo riportato il Partizan in Eurolega e ciò non ce lo può togliere nessuno, questo era il mio sogno"
Gli ultimi disfunzionali mesi
A fine intervista il tecnico si è voluto soffermare sulle cause che hanno fatto nascere le crepe con la dirigenza. “Zoran Savic non aveva un contratto, ma ha lavorato sulla sessione di mercato… ho detto più volte che non poteva lavorare senza contratto che il loro rapporto non fosse normale… Sono rimasto sorpreso quando ho ricevuto la notizia che Brandon Davies lasciava la squadra e che Osetovski stava per firmare nonostante avessi detto al presidente che non era il giocatore per noi in quel momento, lui mi ha risposto che aveva già firmato. Osetkovski non è stata una mia firma. Volevo che arrivasse un 5, ho pregato che restasse anche Isiah Mike, non ci siamo riusciti. È arrivato Bruno Fernando, ma per farlo arrivare abbiamo dovuto rilasciare Ntilikina, poi si sono infortunati Carlik Jones e Shake Milton”. Non sono mancati neanche problemi di budget a stagione avviata con Obradovic che chiedeva la business class in aereo per se e per i giocatori ricevendo risposta negativa in quanto mancavano i soldi e ciò per ammissione del tecnico ha incrinato i rapporti con il Presidente. “Ne ho parlato coi media e lui sarcasticamente mi ha risposto “Grazie per il sostegno”, da allora il non abbiamo un rapporto” afferma Zelimir che ,infine, è voluto intervenire anche sulla situazione coi giocatori “Io non attacco i miei giocatori, dico sempre tutto in faccia come ho fatto sempre. Questo non vale solo per questa generazione, ma per tutte le generazioni. Molti di loro mi hanno chiamato per sostenermi in questi momenti difficili”
Il quadro delinea una situazione arrivata ai ferri corti tra il tecnico e il Presidente. L'ex coach ha chiuso definitivamente con Mijailovic, ma non ha escluso di tornare prima o poi in bianconero “Vorrei che questa non sia la mia ultima volta al Partizan”
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