Eurolega 2022/23, i 5 punti del Round #25

Il Barcellona vince col Monaco, il Real demolisce lo Zalgiris mentre l’Efes fatica e lo salva Clyburn all'Astroballe.

Scritto da FMB  | 
Round 22

Il Barcellona vince col Monaco, il Real demolisce lo Zalgiris mentre l’Efes fatica e lo salva Clyburn all'Astroballe.

I 5 PUNTI DEL ROUND #25

🎥 Video Commento Olimpia-Panathinaikos

🎥 Video Commento Virtus-Baskonia

Real: la sfida col Zalgiris mostra la solidità del progetto 

Solo sette giorni fa affermavamo nel nostro focus di come lo Zalgiris basava il suo successo principalmente nella sua metà campo difensiva e di come di norma faticasse a tenere il passo nelle partite a punteggio alto. Nella sfida del WiZink Center il Real è riuscito a sfruttare questo limite della squadra lituana che dopo aver retto nel primo quarto è letteralmente sparita facendosi travolgere dalla fisicità dei lunghi del Real che si sono rivelati decisivi su ambo i lati del campo. Tavares e Poirier (16 e 11 punti) hanno finalizzato vari alley oop annullando le doti atletiche di Hayes e garantendo ottime soluzioni da 2 che hanno portato ad un incredibile 73% di squadra.  In difesa invece sono solo 45 i punti concessi dal Real agli ospiti negli ultimi 3 quarti grazie ad una difesa del pitturato molto solida.Se a ciò si aggiunge anche la prestazione incolore di Ulanovas (solo 3 punti) si ha un quadro completo del perché una delle partite potenzialmente più interessanti del turno si sia trasformata in un allenamento per il Real.
Dopo la sconfitta contro l'Olympiakos i Blancos hanno risposto in maniera impeccabile vincendo 4 partite consecutive contro avversari di primissimo livello. Oltre ai lituani i merengues hanno infatti sconfitto due rivali dirette quali il Monaco e il Barcellona e un Panatinaikos che per quanto in crisi resta sempre insidioso da affrontare. Le critiche rivolte al nuovo allenatore ad inizio stagione stanno facendo spazio agli applausi. Il Real è sempre li tra le contendenti e nonostante i dubbi di inizio stagione i ragazzi della capitale spagnola hanno trovato un loro equilibrio.

Il Partizan paga l'inesperienza e perde in un finale tirato contro il Fener 

A Belgrado si gioca una bellissima partita tra due allenatori che oltre ad essere amici hanno scritto la storia del basket europeo. Per i serbi Kevin Punter e Yan Madar (25 e 15 punti) giocano due partite di altissimo livello ma contro una squadra come il Fener serve la perfezione ed in queste partite sono i dettagli a fare la differenza. Obradovic sceglie sistematicamente di lasciare Dashawn Pierre libero dall'arco e l'americano mette a segno tutte le sue 5 triple e supera il suo career high per punti aggiornandolo a 21, Avramovic sbaglia scelta nel terzo quarto regalando tre tiri liberi a un Wilbekin sottotono che li utilizza per mettersi in ritmo, Punter spende il quinto fallo pensando fosse il quarto lasciando la sua squadra a giocarsi il crunch time da sola. Sono questi i dettagli che in una partita tirata e finita 94-97 sono determinanti.
Bisogna ricordarsi sempre che il Partizan è alla prima esperienza in Eurolega dopo parecchi anni e che questi piccoli errori fanno parte del processo di crescita ma è anche vero che nella lotta per i playoff ogni partita conta. Il 54% da oltre l'arco concesso ai turchi li condanna ad una sconfitta che fa male se si mette in conto l'impegno e l'intensità messa in mostra dal Partizan contro un avversario sulla carta più forte. Potrà essere un gruppo difensivamente non alla Obradovic ma tra la fisicità di Lessort (che si porta a casa lo scontro diretto con Motley a rimbalzo), il talento offensivo di Punter e le fiammate di giocatori dinamici come Leday,Madar ed Exum questa squadra sta facendo divertire gli spettatori portando una ventata di aria fresca e ulteriore incertezza alla massima competizione europea. Se però, i playoff vorranno essere raggiunti concedere 97 punti in casa non può più essere un’opzione accettabile da oggi in poi.

Stella Rossa stagione compromessa ancor prima di schierare Facu?

Perdere in casa quando si è in lotta per i playoff è grave, farlo con l'ultima in classifica dopo essere stati sopra di 13 è imperdonabile. La Stella Rossa sta aspettando da un mese di poter schierare Facundo Campazzo che doveva essere l'acquisto adatto per fare lo step successivo nella corsa per i playoff, ma con la sconfitta suicida in casa contro l'Alba Berlino i biancorossi rischiano di aver vanificato tutto ciò che di buono fatto dall'arrivo di Ivanovic. La Zvezda gioca una partita dalle due facce. È attenta in difesa e attiva in attacco con un ottimo giro palla nel primo tempo mentre è disattenta al rimbalzo e troppo dipendente dalle azioni dei singoli nel secondo. Le percentuali da 3 sono al limite del ridicolo e l'impatto visivo che offre la squadra al pubblico belgradese è al limite della decenza.
Quando si nota dal linguaggio del corpo che i giocatori non hanno idee, che né Vildoza, né Nedovic né altri hanno il guizzo per far girare la chiave della partita c'è poco da fare: quella sensazione di essere incastrati nelle sabbie mobili pervade l'ambiente e non appena l'Alba passa in vantaggio sai già come finirà la serata. È la peggior prestazione dei biancorossi da quando Ivanovic è alla guida e ora che il record recita 11-14 e le partite da recuperare sulla zona playoff sono 2 il margine di errore è inesistente. Se vuole qualificarsi la Stella Rossa deve giocare ognuna delle 9 partite rimaste con la mentalità di giocarsi una finale. Molto probabilmente si avrà alla guida delle operazioni il playmaker argentino, ma basterà la sua aggiunta per rilanciare le speranze della Zvezda? Con la mole di squadre agguerrite che si contendono pochi posti è abbastanza difficile pensare di farcela senza nuove idee di gioco e Facu è l'unico che può aiutare in tal senso.

Higgins e James cosa fare e cosa non fare in una partita in bilico

Se avessimo visto solo il primo tempo del big match tra Barcellona e Monaco cadremmo in errore dicendo che il Barcellona ha vinto perché aveva più fame agonistica vista la debacle in coppa e le voci su un presunto licenziamento di Jasikevicius, ma la rimonta monegasca che ha portato la partita sul -3 ci offre uno spunto di riflessione diverso e particolare. Se i finali tirati vanno analizzati nei piccoli indizi noterete nella sfida del Palau un tema ricorrente. In tutti i momenti chiave per la vittoria del Barcellona Corey Higgins fa qualcosa di positivo per la squadra. Che sia attraverso una palla rubata, uno dei pochi rimbalzi offensivi, un canestro in un momento intricato, l'ex CSKA svolge quella dose di lavoro sporco necessaria a fare la differenza e a reindirizzare sempre sui binari giusti una partita fondamentale più per lo spogliatoio che per la classifica dei catalani mentre Mike James, come accaduto altre volte nei momenti chiave, tende ad esagerare e non sai mai se questa esagerazione sarà in ottica positiva o negativa finché non ne vedi il risultato finale.
In questo caso #55 rovina le residue possibilità di recupero dei suoi con addirittura 3 delle sue 4 palle perse nelle azioni finali dell''incontro e come se non bastasse mostra la peggior faccia del suo essere esagerato nel time out successivo al canestro del +11 che chiude la partita firmato proprio da Higgins. Buttare il pallone contro il sostegno e litigare col coach prima che lui disegni l'azione d'attacco è il peggior modo di chiudere un segmento finale disastroso per lui e il Monaco.
Mike James è tutto ciò che si cerca a livello di talento in un giocatore di basket, ma allo stesso tempo è anche tutto ciò che si cerca di evitare in un leader per una squadra che vuole essere una contendente a vincere. Non vorrei essere nei panni di Sasha Obradovic o dei dirigenti monegaschi stasera perché siamo tutti consci che questa squadra senza Mike probabilmente farebbe solo al massimo il turno playoff, ma la sensazione che con lui sul parquet il risultato finale non possa essere molto diverso anche in questa stagione inizia a sentirsi nell'aria. Tutti vorremmo vedere Mike con l'approccio giusto anche perché li ha i mezzi per fare lo step finale ma come sempre il primo a volerlo deve essere lui e quando è l'aspetto psicologico a doversi sbloccare non si tratta mai di qualcosa di semplice.

Il solito Efes rischia ma viene salvato da Clyburn 

Basta una serie di 6-0 dell'Asvel a metà ultimo quarto per tornare a riportare i vecchi fantasmi sulla scarsa solidità dell'Efes nei finali di partita. Sembra uno di quei temi ricorrenti, l'Efes gioca vince la partita e poi per qualche oscuro motivo stacca l'interruttore venendo spesso recuperata. Sembra uno di quei film in cui ripeti sempre la stessa giornata finché non capisci come rimediare ed evitare i soliti errori. Esclusa qualche partita gran parte della stagione dell’Efes vive di questi cali. Presunzione secondo alcuni, mancanza di motivazioni secondo altri resta il fatto che molto probabilmente anche se si qualificasse ai playoff probabilmente i turchi dovranno incontrare una tra Olympiakos, Real Madrid o Barcellona col fattore campo a sfavore in uno scontro tra titani che noi non disdegniamo.
E pensare che se Nando De Colo avesse messo il canestro del +6 per i francesi a 1 minuto e mezzo dalla fine ora staremmo parlando di un Efes che rischia forte l'eliminazione dalla competizione che ad oggi è casa sua e invece parliamo di un Efes salvato dagli dei del basket (termine aulico per dire che hanno avuto c....) e dal solito Clyburn che secondo me si chiede spesso chi cribbio lo abbia convinto a scegliere l'Efes quella volta. Con questa vittoria idealmente se i turchi riuscissero a vincere il recupero contro il Real avrebbero già raggiunto il treno playoff sul 13-12 e noi stiamo già immaginando un certo allenatore tirare giù tutti i Santi da quel di Belgrado all'idea di vedersi rubato il posto in post-season da quel volpone di Ataman dopo tutta la fatica svolta per fare difendere il Partizan. Buffo, no? ma è uno scenario verosimile in una stagione pazza come quella che stiamo vivendo


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