NBA piglia tutto, cosa rimarrà e ne sarà dell'Eurolega?

Giovani e anche veterani non resistono al fascino degli States ed il basket Europeo ogni anno perde talento

Scritto da Stefan Mancuso Nekic  | 
Getty Images

La partenza di due giocatori simbolo delle ultime edizioni della competizione come Micic e Vezenkov verso l’NBA ci pone un problema. Che futuro avrà l'Eurolega?

Se da un lato è innegabile che l'arrivo costante di talento dagli Stati Uniti garantisca appeal alla competizione è altrettanto vero che l'esodo costante dei migliori giocatori europei verso l'NBA porti con sé dei quesiti sul futuro della competizione ULEB. Dončić, Micic e Vezenkov sono 3 degli ultimi 5 MVP della stagione regolare e giocheranno tutti in NBA il prossimo anno. Se a ciò aggiungiamo che entrambi gli altri due MVP abbiano tentato l'esperienza oltreoceano (Vesely e Mirotic) si capisce che anche le stelle di questa competizione vedano nell’approdo in NBA l’obiettivo massimo della loro carriera. Il rientro in patria di Dante Exum coi Mavs e quello possibile di Mike James a Phoenix confermano il trend che vede tutta l'Eurolega come territorio di caccia degli scout NBA. Non è finita qui perché l’interesse del mercato NBA verso i giovani talent europei è testimoniato dalla novità degli ultimi giorni.
Dalla prossima stagione la G League aggiungerà un draft secondario che permetterà ai talenti europei  tra i 19 e 21 anni di giocare nella lega di sviluppo senza avere nessun obbligo di eleggibilità per il Draft NBA dando così il via ad un percorso alternativo che competa con i campionati nazionali e le competizioni FIBA ed ULEB esattamente come la squadra G League Ignite compete con il sistema collegiale americano.

Questo nuovo sistema potrà togliere nuovi talenti ai club di Eurolega, ma quelli gli scout NBA ce li tolgono da davanti al naso già da almeno 10 anni. Voi avete mai visto Jokić giocare in Eurolega? E Giannis? I due europei più forti dell’attuale generazione di stelle NBA l’Eurolega non l’hanno mai giocata e questo dimostra come gli scout NBA sono già ovunque e arrivino prima delle stesse squadre europee. 

Dico questo per far capire come non sarà questo cambiamento introdotto dalla G-League a cambiare la sostanza in quanto a quello ci ha già pensato la globalizzazione. Con lo sviluppo di internet e l'abbassamento dei costi di trasporto gli scout non solo ricevono informazioni sui possibili prospetti molto più facilmente rispetto al passato, ma possono anche andare ad analizzare il loro gioco dal vivo senza spendere una fortuna. Se a ciò uniamo la progressiva apertura agli stranieri in NBA iniziata negli anni 80 e che oggi è arrivata al suo picco con molte superstar internazionali nella lega americana, si ha un quadro completo del perché l’era dell’Eurolega con le superstar europee come Llull, Spanoulis, Navarro e Teodosic sia a rischio. Non abbiamo trovato una soluzione per proteggerci dagli effetti che l’espansione NBA ha provocato sulla nostra pallacanestro e ci siamo rifugiati con le firme di americani piuttosto di coltivare talento nei settori giovanili.

Ci rassegneremo sempre più a vederli tornare i nostri talenti piuttosto che vederli crescere da noi. I vari Hezonja, Satoransky, Mirotic, Abrines, Guduric sono già un primo esempio di questo fenomeno. Sono giocatori che hanno provato la fortuna negli States hanno fallito e poi sono tornati costruendosi una carriera qui. Ultimo cronologicamente appartenente a questa categoria è Okobo che prima di diventare la spalla di James aveva provato l’avventura coi Suns.

Il problema interno

Il vero problema è l'incapacità delle squadre europee di promuovere i giovani del proprio Paese e di trattenerli finché non diventano talmente forti da arrivare ai livelli di Micic e Vezenkov in cui il passaggio oltreoceano diventa naturale e fisiologico. Questo dello sviluppo dei giovani non è un problema meramente italiano come i fallimenti con Mannion oggi e Fontecchio ieri farebbero pensare. Anche un luminare come Željko Obradovic ha preferito Lessort e Smailagic in Europa a Tristan Vukcevic che è già stato scelto dai Grizzlies. Il Real ha puntato su Musa e Hezonja, mentre la nuova generazione che ha vinto con Scariolo l'Europeo dov'è? L'ASVELche non è riuscito a convincere Wembanyama a restare piuttosto che andare ai Mets un anno fa è stata un'altra piccola sconfitta per la massima competizione europea e infine quale sarebbe l’ultimo talento turco o greco sviluppato da Fener, Efes, Olympiakos e Pana?

È tutta l’Eurolega ad avere un problema coi giovani non solo Olimpia e Virtus. Alcuni vi diranno che tutti i cestisti del mondo sceglierebbero l'NBA piuttosto che l'Eurolega, ma che comunque i posti oltreoceano sono limitati (450 posti più o meno) e che quindi ci saranno sempre i giocatori che stufi di fare panchina oltreoceano verranno in Eurolega. È vero, ma se piuttosto di accettare i vari Larkin, Baldwin, James, Clyburn ci fosse un’altra via? Se fosse inserita una regola che incentivi le squadre che partecipano a puntare sui talenti europei piuttosto che sugli americani con delle agevolazioni sui paletti economici imposti dalla ULEB? I club sarebbero costretti a impegnarsi a far crescere gli europei piuttosto che fare acquisti in G league o nelle panchine NBA. Se vogliamo tornare ad avere l'Eurolega dei Diamantidis, degli Spanoulis, dei Llull, dei Fernandez tra 10/15 anni qualche regola per promuovere la crescita dei vivai in giro per l’Europa è necessaria magari promuovendo quella Euroleague Next Gen che esiste ma che nessuno calcola più di tanto.

È inutile illudersi che gli europei più forti non ci provino ad affermarsi oltreoceano. Miloš, Rudy, Papanikolau, Vesely ci hanno provato in passato ed ora è il turno di Micic e Vezenkov. La soluzione è preparare piuttosto la generazione successiva in tempo perché quando i migliori partono ci siano già dei giocatori da schierare in casa È inutile prendersela con i giocatori, loro fanno i loro interessi. È inutile prendersela anche con la G League per il Draft internazionale perché come loro provano a prendere i nostri giovani noi gli abbiamo "rubato" Gabriel Deck, Shabazz Napier, Carsen Edwards e tanti altri giocatori d'oltreoceano negli ultimi anni. L'unico modo per riavere i nostri talenti e il nostro basket europeo è investire sul talento senza pensare prima ai soldi, ma pensando prima alla passione.

Non possiamo lamentarci della G League se ha un’idea innovativa quando non curiamo il nostro movimento. Additare gli altri per i nostri fallimenti è un po' come essere Gianni Petrucci che si lamenta di Banchero senza pensare a costruire delle scuole di pallacanestro ben strutturate per trovarlo e svilupparlo in casa il nostro lungo.  Se continueremo a lamentarci senza pensare al futuro allora rassegniamoci a vedere in Europa talenti europei che prima provano l'NBA e poi usano l'Eurolega come piano B esattamente come fanno già gli americani che vengono qui. Sinceramente sarebbe meglio agire prima che i vari Sloukas, Milos, Rudy, Chacho si ritirino perché iniziare tra 3 anni potrebbe essere troppo tardi e il livello qualitativo della competizione potrebbe risentirne.
 


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