Hard Drive Team 2019/20: Cleveland Cavaliers

Sono finiti i sogni di gloria dell’era Lebroniana, e risalire dal basso si prospetta impresa titanica. Oggi ci occupiamo dei Cleveland Cavaliers. Certo non deve essere facile la vita per un fan dei Cleveland Cavaliers. Si è passati da quattro finali NBA, con un titolo epico, ad una caduta libera che, per il momento, pare decisamente inarrestabile. Kevin Love - Cleveland CavaliersIn casi di rebuilding una franchigia deve avere obbiettivi chiari, idee su come muoversi, draft, trade, free agency, soldi da spendere. Un progetto insomma. Per ora in Ohio si naviga a vista. Chiaro che basare una ricostruzione partendo solo dal draft e dai giovani non è facilissimo. E comunque non è un obbiettivo a breve termine. Per Cleveland si parte dal 19-63 con cui si è chiusa la scorsa stagione. Con dentro cambio di coach, mille modifiche al roster, giocatori che sono arrivati, andati via e tutto quello che è nel clichè delle stagioni altamente negative. In questi casi deve esserci un punto fermo da cui ripartire. Nel caso dei Cavs si è deciso di puntare su un coach decisamente particolare. Uno che sappia lavorare sui giovani giocatori, che abbia fama di essere anche abbastanza duro. Poi è chiaro che il futuro passa attraverso altro. Ad esempio il doversi liberare di giocatori e contratti importanti. Detto questo la luce in fondo al tunnel sembra essere ancora lontanissima, e si prospettano ancora anni di sofferenza per i fans di Cleveland. COACH: Come abbiamo detto si è puntato su un rookie, a livello di coach nella NBA: John Beilein. Ed è un rookie particolare, non fosse altro perché ha 66 anni e allena, tra High School e College, dal 1975. Si trova in una situazione che è semplice e complessa allo stesso tempo. Semplice perché nessuno può permettersi di chiedergli niente, almeno alla voce risultati. Complessa perché comunque deve dare un ordine al caos, e si sa che quando una squadra ha un trend perdente, sprofondare è molto facile. Dovrà gestire il roster alla sua maniera. Disciplina, volontà, lavoro duro in palestra ed in partita. Non deve cadere però nell’errore di allenare dei giocatori Nba come se fosse ancora sulla panchina di Michigan University. Vedremo come se la caverà, importante è dargli tempo. CONFERMATI: Iniziamo da duo Kevin Love and Tristan Thompson. Sono i residui (più uno in realtà) dell’epoca dei fasti Lebroniani. Ma all’interno di questi Cavs la loro utilità è vicina allo zero. Sulle capacità di Love non si discute, potrebbe ancora mettere una doppia doppia a sera. Così come Thompson è un lottatore, rimbalzista con una volontà incredibile. Ma entrambi dovrebbero essere scambiati, cosa non facilissima visto i contratti. Il terzo è Matthew Dellavedova, tornato durante la scorsa stagione, che però in una squadra giovane che ha bisogno di giocatori di un certo tipo può ancora starci. Collin Sexton è il futuro di questa franchigia. Buona stagione da rookie, ha sorpreso per la facilità con cui è entrato nella lega. Avrà in mano le chiavi offensive della squadra, ed ha già dimostrato di poter fare bene. Jordan Clarkson è uno di quei giocatori che dentro una squadra non vincente può essere ulteriormente deleterio. Gioca troppo per se e poco per il risultato. Anche lui andrebbe ceduto, sempre che qualcuno lo voglia. Discorso differente per Larry Nance Jr. Lui comunque tende a giocare sempre al 100%, anche andando oltre si suoi mezzi tecnici. Cosa sempre importante in contesti simili. E’ rimasto anche Brandon Knight, che ha giocato un finale di stagione tutto sommato decente. Il suo problema sono le ginocchia. Altrimenti avrebbe avuto ben altra carriera. Qui, se il fisico tiene, comunque qualcosa di buono potrebbe farlo, in un ruolo comunque inflazionato in questo roster. E date spazio ad Ante Zizic. Confermato, ha tecnica e soprattutto stazza per meritarsi minuti in questi Cavs. Oddio ci sarebbe anche John Henson, arrivato nella trade con i Bucks già infortunato, non ha mai giocato in maglia Cavs. Ma calcolando che già in Wisonsin sembrava in fase calante, capirne l’apporto diventa complicato. NUOVI ARRIVI: Alla voce nuovi arrivi in Ohio si deve guardare esclusivamente al draft. Con la #5 è stato scelto Darius Garland, PG da Vanderbilt. Troverà parecchia concorrenza, e viene, oltretutto, da una stagione nel college, l’unica, dove non ha praticamente mai giocato. Vediamo come riuscirà a gestire l’impatto con la lega. Con la #26 Dylan Windler, F di poco più di due metri. Giocatore passato sotto troppo silenzio, è un signor attaccante, con tanti punti nelle mani, tiratore notevole, che sa anche farsi valere a rimbalzo. Da seguire con attenzione. Alla #30 è arrivato Kevin Porter Jr., guardia tiratrice. Si pensava che potesse essere scelto molto prima, paga un carattere poco mansueto, ed una facilità all’infortunio sospetta. Anche lui tutto da valutare. DUE PAROLE SU: Le spendiamo per Cedi Osman. Altro giocatore che dovrebbe essere il futuro di questa franchigia, bisogna vedere quanto saprà farsi andar bene il giocare in una squadra destinata ad essere perdente per anni, con una mentalità comunque europea. PCT. PLAYOFF: 10%- I miracoli succedono a volte, io tenderei a crederci poco in questo caso.

A domani con i Chicago Bulls


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