Evolution Awards Race 26/01/2018

Dopo un lungo periodo interlocutorio, riesplode la lotta per la posizione #1 nella classifica dell’MVP nella nostra Evolution Awards Race. Ed ecco arrivare di prepotenza, direttamente al primo posto, un solito noto dall’Oklahoma. Ed anche nelle rispettive classifiche del D.P.O.Y e del M.I.P., abbiamo dei nuovi leader. MVP 1) Russell Westbrook (OKL): I Thunder hanno, forse, trovato la quadra della loro stagione, e, sarà un incredibile caso, Russellino nostro si è rimesso a giocare come lui sa fare. Il suo limite e la sua grandezza, ma non si può tenere una tigre in gabbia. Libero è questo giocatore. 2) LeBron James (CLE): Dicianocelo chiaramente: i Cavs sono una squadra finiti in un buco nerissimo. Certo se hai James in squadra uscirne non dovrebbe/potrebbe essere un problema. Ma anche il suo gioco ha indiscutibilmente avuto una flessione. E da dietro premono. 3) DeMarcus Cousins (NOP): Quando ha questi sprazzi di classe purissima ci si chiede il perché. Anzi ci si chiedono i perché. Ma noi accontentiamoci di come sta giocando, anche in difesa, sperando che trovi costanza. R.O.Y. 1) Ben Simmons (PHI): E’ tornato a giocare sui suoi livelli, riprendendo a dominare la classifica. Con in aggiunta pure della tripla doppia settimanale. Fondamentale capire che quando lui funziona i Sixers giocano molto meglio. 2) Kyle Kuzma (LAK): In un draft indubbiamente pieno di talento, il ragazzo risulta essere uno dei migliori attaccanti scelti. Ha subito l’assenza di Ball, ma in questo buon momento Lakers è tornato su alti livelli. 3) Lauri Markkanen (CHI): Continua a dimostrarsi davvero pronto per questa lega. Anche lui attaccante di grande livello, inzia a ritagliarsi anche un ruolo da leader nei momenti chiave della partita. SIXTH MAN 1) Lou Williams (LAC): Clippers in flessione malgrado Williams continui nelle sua striscia di partite giocate ad alto livello. Tornato ad uscire dalla panchina, attualmente senza rivali per il premio in questione. 2) Nikola Mirotic (CHI): Non ci fosse Lou dei Clippers sarebbe in questo momento il candidato #1 per vincere questa classifica. Esce dalla panchina con la voglia di spaccare il mondo, giocando la sua miglior pallacanestro da quando è arrivato nella NBA. 3) Eric Gordon (HOU): Anche lui, con il ritorno del barba, ha ripreso il suo ruolo di sesto uomo. Ed anche lui è tornato ad essere utile alla causa. Con il suo importante contributo houston sta dimostrando di essere la rivale più credibile dei Warriors. D.P.O.Y. 1) Marcus Smart (BOS): L’allievo ha superato il maestro. Anche in questo momento di, logica, flessione dei Celtics, Smart è stato un trascinatore difensivo, cercando in ogni modo di dare una scossa positiva. 2) Al Horford (BOS): Come abbiamo detto, c’è stato il preventivabile periodo di flessione. Ed anche Al Horford ne ha un attimo risentito. Comunque quando Boston difende lui è sempre bello da vedere in campo. 3) Paul George (OKL): Nell’ottimo momento Thunder, una nota di merito deve essere data anche al lavoro che il #13 sta facendo nella sua metà campo. Sulla palla davvero difficile da battere in uno vs uno. M.I.P. 1) Andrè Drummond (DET): Decisamente in crescita costante. Anche continuo e commovente per come sta cercando di trascinare i compagni. Che pare lo abbiano lasciato solo. Davvero notevole il salto di qualità, soprattutto mentale, fatto. 2) Victor Oladipo (IND): La lotta si è ristretta a loro due. Oladipo è il leader di una squadra che, con molta sorpresa, sta raggiungendo posizioni non preventivate. Cosa già scritta, in tanti dovrebbero delle scuse al prodotto di Indiana, definito scarso a sproposito. 3) Clint Capela (HOU): Il suo rendimento è costante. Lui è una chiave importante in una squadra che ha ambizioni elevate. E può ancora crescere. C.O.Y. 1) Brad Stevens (BOS): Malgrado la flessione Stevens resta al vertice della classifica. Il lavoro fatto darà in suoi frutti, e comunque una squadra si dimostra che è ben allenata anche per come affronta le sconfitte. 2) Nate McMillan (IND): Solido allenatore, con chiare idee difensive ed offensive. Sta allenando un gruppo giovane che lo ascolta, ed i risultati si vedono. 3) Alvin Gentry (NOP): Holiday-Rondo-Cousins. E Davis. Riuscire ad allenarli dandogli delle idee di basket e riuscire ad avere un bel record vincente è gran cosa. Oltretutto Gentry ha dovuto rovedere delle cose nel suo play book, altra dimostrazione di cosa vuol dire saper allenare. Arrivederci alla prossima puntata

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