Simon Playbook: Golden State Warriors

Scritto da Simone Tarlao  | 
Altro giro altro regalo in California, oggi a casa dei Golden State Warriors che, con il rientro di Cousins, hanno finalmente schierato il loro 'super quintetto'. Stephen Curry, Klay Thompson, Kevin Durant, Draymond Green, DeMarcus Cousins. Tutti nella stessa squadra. 5 All-Star nello stesso quintetto. È vero, Cousins è tornato dall'infortunio al tendine d'Achille e non sarà certamente il DeMarcus versione MVP visto lo scorso anno ai Pelicans, ma l'inizio è molto promettente: 11 punti, 7.5 rimbalzi e 4 assist nelle prime 2 partite con la nuova maglia in appena 18 minuti di utilizzo. 3 triple a bersaglio nell'esordio contro i Clippers per 14 punti, 8-9-5 la stats-line della partita contro i Lakers. Sta scaldando i motori. Chi i motori li ha già ben caldi è il leader indiscusso di questa squadra, Steph Curry; quasi 30 punti, 5 rimbalzi e 5 assist abbondanti a partita con delle percentuali irreali per un giocatore come lui: 5 triple realizzate su quasi 12 tentate con il 44.8%. Mai nessuno con 5 triple realizzate con queste percentuali. Aspetto molto sottovalutato la sua grande capacità di portare blocchi per i suoi compagni che gli permette poi di avere molto spazio sulla continuità del blocco, spesso per occupare l'angolo e scoccare la tripla. Anche l'altro Splash sta recuperando il tocco. Klay infatti, dopo un inizio faticoso, è tornato a macinare punti e triple: 22 punti di media, il 38.2% da 3punti, 10 triple di fila contro i Lakers, record NBA, per 44 punti con 8 palleggi complessivi. Giocatore micidiale off the ball che sta implementando il gioco in avvicinamento nel suo repertorio offensivo; non solo tiro sugli scarichi ma anche ricezione su tagli dal lato debole e gioco in post per concludere o scaricare fuori l'arco. L'ago della bilancia di questi Warriors è sempre l'Orso Ballerino, Draymond Green; quando è calmo e connesso con la partita è la vera arma in più di questi Golden State con la sua difesa e la sua abilità di playmaking. Numericamente una stagione mediocre: 7.2 punti, 7.7 rimbalzi e 7.3 assist con il 25% da 3, ma resta fondamentale la sua energia, il suo carisma, sempre al limite, e la sua abilità di facilitare il gioco ai suoi compagni per fare in modo che siano poi loro a finalizzare, con discreti risultati. Infine l'MVP delle ultime Finale, il diamante grezzo aggiunto alla collezione di gioielli di Golden State, Kevin Durant. 28 punti, 7.4 rimbalzi e 6 assist, dati in crescita rispetto alla passata stagione dove già aveva brillato. Il suo gioco è sempre lo stesso, un grandissimo finalizzatore che a Golden State si è messo ancora di più al servizio della squadra ottenendo risultati fantastici sia dal punto di vista statistico sia dal punto di vista delle vittorie. Inserito perfettamente nel flusso dell'attacco Warriors riesce ad esprimersi ad altissimi livelli sfruttando il suo talento tecnico e atletico anche nella metà campo difensiva oltre alla solita metà offensiva. L'arma in più di una squadra già tra le migliori di sempre. Pochissimi punti deboli per questi Warriors che per questa stagione devono solo godersi i risultati della regular season per poi cambiare marcia e fare davvero sul serio nei playoff. Se Cousins dovesse ingranare e dare continuità alle prime prestazioni e tutti gli altri riuscissero a restare lontani dall'infermeria, la conquista del terzo anello consecutivo dipenderebbe più da loro che dagli avversari. Certo, lo spogliatoio è affollato da grandi personalità e da giocatori dal forte ego, ma per ora non sembra essere un problema se non per gli avversari.

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