Evolution Awards Race 2018/19 (30/11/2018)

Finisce il secondo mese di regular season e nella nostra race gli europei si fanno parecchio notare, dal Canada avanzano pretese importanti, ed un lituano figlio d’arte comanda in due classifiche distinte. Novembre termina con un greco a caso che comanda senza problemi nell’MVP della nostra Evolution Awards Race. Settimana in cui da Toronto ben due giocatori entrano in classifica. Cambia poco nei rookie, mentre un figlio d’arte che gioca nei Pacers vola al comando di M.I.P e SIXTH MAN, cosa mai successa prima d’ora.

MVP

1) Giannis Antetokuonmpo (MIL) 40.6: Non solo comanda, ma addirittura allunga, ed i suoi Bucks ne traggono parecchio giovamento. 2) Kawhi Leonard (TOR) 38.7: Andando oltre le polemiche che arrivano dal Texas, il ragazzo sta dimostrando di poter essere un leader in una squadra che sta giocando il miglior basket della lega. 3) Kevin Durant (GSW) 37.2: Perdurando l’assenza di Curry, Durant ha deciso di prendere per mano i Warriors per farli riprendere la retta via che era smarrita, e il purgatorio si è allontanato. 4) Joel Embiid (PHI) 35.9: Impressionante per come sta giocando in questo inizio di stagione, preciso, continuo, motivato. Se quel fisico tiene sarà un cliente difficile per tutti. 5) Kyle Lowry (TOR) 35.1: Nell’anno in cui la sua produzione offensiva in punti è calata, sta giocando praticamente il suo miglior basket, da PG vero, con poche dediche all’estetica e tanta concretezza.

R.O.Y.

1) Deandre Ayton (PHO) 22.1: Praticamente in doppia doppia ogni sera, attivo sui due lati del campo, in crescita costante. 2) Luka Doncic (DAL) 20.5: Adesso a Dallas dicono anche “Luka pensaci tu….” e lui non si fa di certo pregare. Sta giocando come se fosse ancora da questa parte dell’oceano. 3) Jaren Jackson Jr. (MEM) 19.3: Momento di flessione, abbastanza preventivabile, dei Grizzlies, ma Jackson è uno di quelli che sta continuando a dare tutto in campo. 4) Wendell Carter Jr. (CHI) 15.9: Stagione in cui sta imparando, e riesce lo stesso a far vedere che materiale su cui lavorare ce n’è parecchio. 5) Marvin Bagley III (SAC) 15.4: Discorso similare a quello fatto per Jackson, anche lui non accenna a scendere nel rendimento, guadagnando sempre più spazio sul campo.

SIXTH MAN

1) Domantas Sabonis (IND) 24.6: Non sarà esattamente come il padre, ma da lui di sicuro qualcosa alla voce cattiveria agonistica e classe in campo lo ha preso davvero. Quando entra il livello Pacers sale sempre. 2) Montrezl Harrell (LAC) 23.5: Era impossibile che potesse continuare su quelle cifre, ma comunque è un giocatore che da tanta energia dalla panchina. 3) Julius Randle (NOP) 22.6: C’è chi lo vorrebbe nello starting five, ma entrando a partita in corso da sempre qualcosa di positivo. 4) Jonas Valanciunas (TOR) 20.8: In questa nuova versione da sesto uomo, sta giocando meglio e con maggior continuità rispetto a quando iniziava nei cinque. Mossa azzardata di Nurse ma che per ora paga. 5) Derrick Rose (MIN) 19.3: I Wolves sono tornati in linea di galleggiamento grazie anche ai cambi di ritmo che l’ex MVP riesce a proporre dalla panchina. Stagione del rilancio fino ad ora.

D.P.O.Y.

1) Paul George (OKC): Spesso su queste pagine si ironizza su di lui, ma sta giocando fino ad ora da vero leader difensivo, sempre sulle linee di passaggio, feroce sull’uomo. 2) Giannis Antetokounmpo (MIL): Come abbiamo detto sta giocando la sua miglior stagione di sempre, anche per l’impegno che mette nella sua metà campo. 3) Garrett Temple (MEM): Curioso come il momento difficile dei Grizzlies coincida con un calo di Temple, forse poco abituato al dover reggere così tanti minuti. Vedremo se saprà riprendersi. 4) Robert Covington (MIN): Come abbiamo detto Minnesota è di nuovo in corsa, e soprattutto coach Thibodeau ha ritrovato un vero leader difensivo. 5) Joel Embiid (PHI): Non è solo l’intimidazione, i rimbalzi, la difesa sul post, è la voglia che ci mette nei cambi, nel non mollare a volte anche esagerando. Ma è così che si diventa leader.

M.I.P

1) Domantas Sabonis (IND) 23.6: Che si stia migliorando è visibile a tutti, sempre sotto controllo, sorprendentemente maturo malgrado l’età e la carriera ancora fresca 2) Julius Randle (NOP) 21.6: Il contesto è decisamente quello giusto e giocare vicino a monociglio aiuta. Ma lui ci sta mettendo del suo, avendo messo da parte certe forzature che erano la parte brutta del suo gioco. 3) JaVale McGee (LAK) 20.6: Il brutto anatroccolo della lega magari ancora non sarà diventato cigno, di sicuro non è più lo zimbello di tutti. Al momento al suo meglio di sempre, e basta guardarlo in faccia per capire che qualcosa, forse, è cambiato. 4) Pascal Siakam (TOR) 19.9: Nel fenomenale momento cestistico dei Raptors c’è tanto anche dell’energia che Siakam mette ogni sera. In crescita costante 5) T.J. Warren (PHO) 17.6: Le buone notizie dai Suns sono ancora poche, una di queste è Warren, uomo con punti nelle mani che il suo lo da sempre.

C.O.Y.

1) Nick Nurse (TOR): I Raptors giocano il miglior basket della NBA in questi due mesi di regular season, e la mano del loro nuovo head coach la si vede da tante piccole cose. 2) Doc Rivers (LAC) Al comando della western conference giocando il basket che piace tanto a Rivers, senza un vero leader, con tanti che giocano bene. Altra squadra che lascia vedere la mano del coach. 3)Mike Budenholzer (MIL): Vero che allena il greco che sta giocando in maniera incredibile, ma l’ex Hawks sta dando regole soprattutto difensive, facendo sentire tutti importanti in attacco. 4) Duane Casey (DET): Che Casey sia un head coach da regular season ci sono pochissimi dubbi. Sta comunque dando un’idea di gioco ad una squadra difficile da allenare per le personalità presenti a roster. E questo merito gli va dato. 5) J.B. Bickerstaff (MEM): Malgrado il calo dei suoi Grizzlies, le sconfitte sono state comunque ben giocate, e Memphis non da l’idea di essere allo sbando, anzi. Il lavoro paga sempre e coach Bickerstaff sta lavorando bene

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