Round Olimpia (#3), le considerazioni dopo la vittoria a casa del Partizan

I biancorossi partono male, soffrono ma nella volata hanno avuto la meglio con difesa e super Shields.

Scritto da FMB  | 
Marco Briondi

I biancorossi partono male, soffrono ma nella volata hanno avuto la meglio con difesa e super Shields.

Dopo il KO casalingo contro l'Alba Berlino l'Olimpia Milano torna al successo espugnando la Stark Arena di Belgrado contro il Partizan (alla sua prima casalinga in Eurolega). Un'importante vittoria per i ragazzi di coach Messina che analizziamo in punti: 

  • Professor Johannes. Prestazione totale di Voigtmann nella sera orribile di Melli. Il tabellino recita 5+6+4 per 15 di valutazione ma la prestazione dell'ex CSKA è stata magistrale: letture perfette in attacco, solido in difesa (specie contro LeDay), presente a rimbalzo, personalità, intelligenza in esecuzione fatta eccezione per quella forzatura sul -1 nel 4° periodo. Se Melli toppa avere questo Voigtmann è un lusso per pochissimi. Eccellente in coppia con Davies
     
  • General Pangos. Il canadese ha giocato complessivamente una buona partita, nei primi 3 quarti ha faticato ma nel 4°, nel momento delle verità, sotto pressione, non ha deluso: tripla del -1 e cameriere mancino per il fatale +5. Non è ancora in piena forma ma è chiaro chi abbia le redini della squadra
     
  • Sprazzi di Davies. Partita incoraggiante per l'ex Barcellona, 11 punti nel 2° periodo per tener eiun partita i suoi e molto attivo nel 4° periodo ne creare a livello offensivo. Davies a Belgrado è stato servito più volte in movimento e non con attacchi statici in post, questo lo ha messo bene in partita diventando una spina nel fianco dei serbi.
     
  • Melli-Hines, serata no. L'azzurro e la leggenda non sono stati del match. Pronti via hanno sofferto troppo il dinamismo di Lessort-LeDay e anche nel 2° tempo, per fa rifiatare Davies-Voigtmann, non sono riusciti a sbloccarsi: il tiro sul tabellone da 2 metri e la schiacciata sbagliata (stoppata da Papapetrou) sono stati il simbolo della brutta serata di Nik.
     
  • Shavon. Il tabellino parla chiaro: 25 punti di cui 16 nel 2° tempo con 26 di valutazione, MVP assoluto del match. Il danese ha ricordato a tutti il suo status e lo ha fatto in una serata difficile, in un clima ostile ed in un match tirato. Si vede che gli manca ancora qualcosa specie in avvicinamento al ferro ma i lampi nel 3° e 4° periodo sono farina del suo sacco.
     
  • Carattere, Si. La vittoria in rimonta a Villeurbane, la sconfitta contro l'Alba rimontando però dal -17 e andando all'overtime ed il successo di oggi confermano che, malgrado il cartello “Work in Progress” (sia a livello di condizione che di gioco) Milano ha una solidissima base caratteriale: non si vince davanti ai 16k della Stark Arena dopo un avvio travolgente come quello subito e dopo la spallata ad inizio 4° periodo se non si ha qualcosa in più.
     
  • Mettere la sveglia! Il minimo comun denominatore rimane lo stesso: inizi da incubo. Sarà atteggiamento o quintetti che si mal amalgamano ma Milano continua a partire ogni volta in deficit e anche pesante. QUESTO è il primo ostacolo da limare per Messina.

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