Evolution Awards Race: And the Winner is....

Con il termine della regular season eccoci arrivati alla (immaginaria) consegna dei premi della nostra Evolution Awards Race. Sarà interessante vedere al momento della consegna dei veri premi della stagione, quanto le nostre classifiche si avvicineranno a quelle ufficiali. In un mese i cambiamenti sono stati pochi, non c’è stato nessun sorpasso nel finale, e dal nostro punto di vista un greco è l’MVP della stagione regolare, un lituano il sesto uomo ed un camerunense il M.I.P., evviva gli international quindi. MVP 1) Giannis Antetokounmpo (MIL) 46,5: Ha dominato la lega per tutta la stagione, riuscendo a colmare l’unica lacuna delle stagioni precedenti, la continuità. E adesso tutti lo attendono a una post season strepitosa. 2) James Harden (HOU) 44,1: Se mai ce ne fosse bisogno, si è consacrato il miglior attaccante di questo periodo storico della NBA. Infermabile ed incontenibile, con un finale di stagione oltretutto in crescendo. Ma non è bastato. 3) Nikola Jokic (DEN) 38,5: Anche per lui raggiungere una continuità di rendimento è stato importante e fondamentale, per la stagione dei suoi Nuggets. Fondamentali strepitosi, visione di gioco incredibile, a volte troppo, e potrebbe ancora aggiungere qualcosa. 4) Joel Embiid (PHI) 38,1: Stagione della definitiva consacrazione. Come per tanti giocatori di questo livello, la sua importanza si è vista quando non c’era. E diciamo che lui, a differenza di altri, ancora pecca in continuità di rendimento. Auguri a tutti per il futuro. 5) Stephen Curry (GSW) 37,8: Nella stagione a marce non esattamente elevatissime dei Warriors, il #30 ha ancora una volta affermato la sua leadership sul gruppo, limitando al minimo lo spreco di energie e giocando sempre molto concentrato. R.O.Y. 1) Luka Doncic (DAL) 22,8: Com’era la storia che avrebbe fatto fatica a questo livello? Zittiti i critici, stupito anche gli ottimisti per come ha giocato, il futuro è suo, e già il presente è bello così. 2) Deandre Ayton (PHO) 21,5: Partito molto bene, poi, visto dove è capitato, un calo anche personale. Ma comunque una doppia doppia a sera quasi certa, e la voglia di dimostrare qualcosa sempre. 3) Trae Young (ATL) 18,1: Impressionante seconda parte di stagione per un altro ragazzo che ha dovuto smentire tanti detrattori che lo aspettavano al varco. Si nella NBA ha cittadinanza, chiedere ai Bucks, ad esempio, per le referenze. 4) Marvin Bagley III (SAC) 17,6: Stagione notevole per un ragazzo che ha giocato in maniera costante per tutta la stagione. E’ sembrato molto pronto e con tanta voglia di migliorarsi. 5) Shai Gilgeous-Alexander (LAC) 15,6: Una rivelazione nella squadra che ha sorpreso tutti nella lega. PG titolare per tutta la stagione, ha sempre dato più di quello che ci si potesse aspettare. SIXTH MAN 1) Domantas Sabonis (IND) 24,9: Statisticamente il migliore uscendo dalla panchina. Apporto continuo, ragazzo che ha sempre dato qualcosa, senza mai far calare la qualità del gioco, riuscendo a crescere nel momento del bisogno dei suoi Pacers. 2) Montrezl Harrell (LAC) 24,4: Alla sua miglior stagione di sempre. Una pila atomica in uscita dalla panchina, dove è sempre riuscito a produrre tanto. Uno dei segreti di questi Clippers. 3) Lou Williams (LAC) 21,7: Veterano di mille battaglie, ha saputo dosarsi per diventare decisivo nel finale di stagione. Capace come pochi di accendersi a partita in corso, da leader vero. 3) Mason Plumlee (DEN) 21,7: Giocatore di una utilità terrificante. Sa sempre fare la cosa giusta e utile quando serve. Leader sottovalutato di una delle panchine migliori, ed anch’essa sottovalutata, della lega. 5) Spencer Dinwiddie (BRO) 16,4: Stagione in cui ha avuto meno minuti rispetto a quella precedente, ma non ha mai fatto mancare il suo apporto, malgrado gli infortuni. Ed i Nets ai playoff è anche merito suo. D.P.O.Y. 1) Paul George (OKC) 0,186: Stagione strepitosa in cui il #13 non ha mai fatto mancare il suo apporto e sui due lati del campo. Forte nel uno vs uno, fisicamente difficilmente superabile, leader difensivo dei suoi Thunder. 2) Giannis Antetokuonmpo (MIL) 0,183: E’ andato vicino a vincere anche questo award perché non ha mai mollato un centimetro nemmeno in difesa. Esempio da seguire per molte superstar della lega. 3) Joe Ingles (UTA) 0,178: Bianco, poco fisicato, sgraziato a volte sembra capitato li per caso. Eppure capace di entrare sotto pelle a tanti, irritando e irretendo. Fondamentale negli equilibri difensivi di questi Jazz 4) Rudy Gobert (UTA) 0,174: Intimidatore, capace di cambiare traiettorie, di aiutare quando serve, senza esagerare nella ricerca della stoppata. Altra arma importante nello scacchiere difensivo. 5) Joel Embiid (PHI) 0,173: Quando si definisce grande difensore non si sbaglia di molto. Con quel fisico ci si chiede come possa a volte avere quella velocità di gambe importante nella fase difensiva. Se solo si applicasse un pochino di più. M.I.P. 1) Pascal Siakam (TOR) 27,6: Terzo violino, se non secondo, della seconda squadra della Eastern Conference. A quel fisico e quella capacità difensiva ha aggiunto movimenti offensivi e range di tiro che non si sapeva avesse. E se crescesse ancora…. 2) Domantas Sabonis (IND) 24,7: Abbiamo già scritto di lui. Migliorato tantissimo, impressionante per continuità. 3) D’Angelo Russell (BRO) 22,5: Leader assoluto di un’altra sorpresa della NBA, quei Nets approdati meritatamente alla post season, grazie alla sua incredibile stagione. Che annata meravigliosa! 4) Julius Randle (NOP) 22: Nella stagione tragicomica dei Pelicans, Randle si è comunque distinto per aver dato sempre il massimo di quello che aveva. Dimostrando che c’è talento su cui lavorare. 5) Jamal Murray (DEN) 20,6: In tanti lo aspettavano al varco, per vedere se sarebbe riuscito a ripetere la scorsa stagione. Lui è andato oltre, migliorandosi. Arroganza cestistica come pochi, non può che continuare a crescere. C.O.Y. 1) Mike Budenholzer (MIL): Premio meritato per come i Bucks hanno giocato questa regular season clacolando da dove partivano. Tutti sono migliorati, anche difensivamente. 2) Michael Malone (DEN): Altro coach sottovalutato, che ha dato un’impronta chiara alla sua squadra, facendo un lavoro incredibile specie sulle cosiddette seconde linee. E finalmente va ai playoff. 3) Kenny Atkinson (BRO): Stagione da incorniciare per il coach cresciuto soprattutto in Europa. Sempre calmo, ha infuso certezze in una squadra poco considerata, facendo fare una stagione splendida a tanti suoi giocatori. 4) Doc Rivers (LAC): Ne vinceranno 33. Ne hanno vinte 48. Direi che c’è poco da aggiungere. 5) Quin Snyder (UTA): Squadra con uno solo vero giocatore di talento sopra la media, e per di più alla sua seconda stagione. In tanti dopo l’inizio lento ne avevano recitato il de profundis. Ma mai sottovalutare questo coach di intelligenza cestistica superiore alla media.

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