NBA 2022-23, Top 5 stelle che stanno deludendo

Una stella NBA ha molte responsabilità, specie se non si gioca ai livelli per i quali si è pagati: vediamo chi sta deludendo.

Scritto da Valentino Aggio  | 

Una stella NBA ha molte responsabilità, specie se non si gioca ai livelli per i quali si è pagati: vediamo chi sta deludendo.

Arrivati ormai a tre quarti della stagione NBA, possiamo già decretare quali sono stati i giocatori che hanno giocato al di sopra delle aspettative e coloro che invece non hanno rispettato le previsioni. A Basketball-Evolution abbiamo deciso di parlare di quelle stelle NBA che stanno giocando male nella stagione 2022/23.

TOP 5 STELLE DELUSIONE 2022-23

Ben Simmons (BKN)

Come si può non iniziare dal nostro amico Ben Simmons. L'ex Philadelphia 76ers, dopo aver saltato tutta la stagione 2021/22 per ragioni ancora sconosciute, è tornato a giocare per i Brooklyn Nets quest'anno. Inutile dire che i numeri sono quantomeno imbarazzanti, ben lontani da quelli che il giocatore australiano ha messo in piedi nei propri anni a Phila. La sfortuna dei Nets è che il #10 ha ancora due anni di contratto alle modiche cifre di 37 e 40 milioni di dollari. Il tutto per 6.9 punti, 6.1 assist e 6.3 rimbalzi: insomma, un vero e proprio spreco di soldi per i Nets.
Oltre al danno anche la beffa, visto che coach Vaughn ha deciso di far partire Simmons dalla panchina dopo la Trade-Deadline. Questi potrebbero addirittura essere le ultime stagioni di Simmons in NBA: a conti fatti, chi vorrebbe un giocatore così instabile mentalmente? Oltretutto, nel gioco di oggi è praticamente impossibile non saper tirare dalla lunga distanza. Le difese, se un giocatore non sa tirare dall'arco, andranno a disinteressarsi completamente di quel giocatore, raddoppiando su altri giocatori. Questo rende impossibile vedere un giocatore come Simmons in campo nei momenti più importanti della partita. Il precedente contratto firmato a Philadelphia quando era un All-Star è la manna dal cielo della vita di Simmons, in quanto se va bene rimarrà un giocatore da minimo salariale

Rudy Gobert (MIN)

I Minnesota Timberwolves sono andati all-in con l'acquisizione di Rudy Gobert nel corso della scorsa estate. Il centro ex Utah Jazz è rinomato per essere uno dei migliori difensori della Lega: proprio la difesa è stata il tallone d'Achille della franchigia di Minneapolis nelle ultime due stagioni. I Wolves hanno sempre avuto un ottimo attacco, ma anche una delle peggiori difese della NBA. Il ragionamento del front-office di Minnesota è stato semplice: “Fatichiamo in difesa? Prendiamo uno dei migliori difensori in circolazione”. Ragionamento che, sulla carta, fila benissimo.
Purtroppo la realtà è un'altra: la difesa è sì migliorata, con i Wolves al 10° posto in NBA per Defensive Rating, ma l'attacco è decisamente peggiorato. Rudy Gobert non ha migliorato di molto la difesa di Minnesota, in più sta giocando una delle stagioni peggiori della sua carriera dal punto di vista offensivo. I numeri dicono: 13.6 punti e 11.6 rimbalzi, con solo 1.4 stoppate di media a partita. Questa sarebbe la prima stagione per il francese al di sotto delle 2 stoppate di media. I numeri non sono così male come quelli di Simmons, ma Minnesota ha buttato via scelte al draft per i prossimi cinque anni. Il tutto per prendere un giocatore che li porta solo al 7° posto nella Western Conference, la stessa posizione con la quale i Wolves hanno finito l'annata 2021/22.

Trae Young (ATL)

Arrivati ormai agli inizi di Marzo, era difficile prevedere che gli Atlanta Hawks avrebbero avuto un record negativo. La franchigia della Georgia ha al momento un record di 32-33, con in mezzo anche un cambio di allenatore: si è passati da Nate McMillan a Quin Snyder, ex allenatore degli Utah Jazz. La stagione degli Hawks avrebbe dovuto essere diversa, data l'acquisizione in estate di Dejounte Murray dai San Antonio Spurs. L'ex #5 di San Antonio doveva formare una coppia da leccarsi i baffi insieme alla stella indiscussa della squadra: Trae Young. I due non sono mai decollati in campo, con il #11 che non sta giocando proprio alla grandissima. Ormai i numeri sono stabili da più di qualche anno per Young, che da 4 stagioni si aggira attorno ai 26 punti e 10 assist di media. Il grande problema di Young è senza il dubbio il numero di palle perse, che ancora una volta supera le 4 per partita.
Inoltre, le percentuali di Young al tiro sono peggiorate rispetto alla scorsa stagione: si passa dal 51.2% al 47.9 da due punti e dal 38.2% al 32.5% dall'arco. Questi numeri potrebbero dire poco, ma è ormai evidente che oltre alla finale di Conference raggiunta nel 2021 contro i Milwaukee Bucks, la carriera di Young dal punto di vista dei risultati di squadra abbia visto più ombre che luci. Ad ora gli Hawks si trovano all'ottavo posto nella Eastern Conference e dovrebbero quindi passare dal Play-In per poi venire verosimilmente battuti al primo turno da una corazzata come Boston, Milwaukee o Philadelphia. In casa Hawks potrebbero arrivare le prime domande riguardo un futuro vincente con Trae Young come primo violino.

Kyle Lowry (MIA)

Da quando ha lasciato i Toronto Raptors ormai due estati fa, Kyle Lowry è assolutamente irriconoscibile. Invece di restare in Canada e finire la propria carriera come bandiera della franchigia, Lowry ha scelto di andare sulle calde spiagge di South Beach per aggregarsi ai Miami Heat di Jimmy Butler e Bam Adebayo. Come detto in precedenza, questa potrebbe essere la scelta peggiore della carriera di Lowry: ormai prossimo ai 37 anni, gli infortuni stanno piano piano spegnendo Lowry, che quest'anno ha giocato solo 44 partite sulle 66 totali degli Heat. I numeri ci dicono: 12 punti, 5.3 assist e 4.3 rimbalzi a partita per il nativo di Philadelphia. Inutile dire che, per i quasi 30 milioni che percepisce ogni anno, questo è un apporto quantomeno insufficiente.
Miami al momento si trova al 7° posto nella Eastern Conference (35-31) sulle spalle di Butler, Adebayo e Tyler Herro. Oltre a questi tre, tutti al di sopra dei 20 punti di media, c'è davvero poco. Con un Lowry come negli ultimi anni a Toronto questa squadra potrebbe puntare ben più in alto di quanto stia facendo ora.

Fred VanVleet (TOR)

La stagione di Fred VanVleet non è così “disastrosa” come altri elementi in questa lista, tant'è che alcuni potrebbero addirittura escluderlo da questa top 5. Arrivato alla prima apparizione da All-Star la scorsa stagione, ci si aspettava un ulteriore crescita da parte del secondo violino dei Toronto Raptors. Pascal Siakam, dopo due stagioni leggermente sottotono, è tornato a giocare su dei livelli stratosferici quest'anno. Il #43 sta facendo quello che ci si aspettava da VanVleet: sebbene i suoi numeri siano pressoché gli stessi, il giocatore undrafted ha peggiorato le proprie percentuali al tiro da tre punti.
Si è passati dal 37.7% dell'anno scorso al 34% del 2022/23, con una diminuzione del volume di tiri da 9.9 tentativi a partita agli 8.8 di quest'anno. Un dato non del tutto incoraggiante per un giocatore che è rinomato essere un ottimo tiratore: certo, una stagione storta può capitare a chiunque, però alla fine di quest'anno VanVleet avrà un'opzione giocatore da quasi 23 milioni di dollari. Se il giocatore dovesse continuare a peggiorare, questo sarebbe un rischio non da poco per la dirigenza dei Raptors. Già con il roster attuale la squadra si trova al 9° posto nella Eastern Conference (32-34), quindi in quel limbo di mediocrità che caratterizza molte franchigie. Se VanVleet non dovesse migliorare, la coppia formata da lui e Siakam potrebbe essere separata, con i canadesi che inizierebbero così il processo di re-building.


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