Due parole con...Keifer Sykes: "Uomini prima di giocatori"

Malgrado un fuso orario complicato abbiamo contattato l'ex Milano, oggi a Melbourne in NBL, per parlare di diversi temi come la tutela dei giocatori.

Scritto da Geno  | 

Malgrado un fuso orario complicato abbiamo contattato l'ex Milano, oggi a Melbourne in NBL, per parlare di diversi temi come la tutela dei giocatori.

Keifer Sykes lo possiamo definire il giramondo del basket, 5 squadre in meno di un anno e 4 continenti. Inizia la sua stagione in cina per poi tornare in Italia con l’Olimpia Milano, dopo la sua esperienza ad Avellino, dopo la chiusura della stagione dell’Eurolega va a giocare le finali di BCL nella bolla con la Turk Telecom e terminate viene chiamato al Panathinaikos dove resta solo un mese per poi approdare in Australia ai Melbourne Phoenix.

Abbiamo avuto la possibilità di intervistarlo in esclusiva e di saperne di più sul suo percorso e sulle sue attività extra cestistiche.

Sei stato a Milano e hai giocato in Eurolega con coach Messina, raccontaci questa esperienza

La mia avventura in Eurolega con Coach Messina è stata corta, è durata solo 3 mesi; è stato un periodo duro per me stavo giocando per il miglior allenatore per il quale io abbia mai giocato nella mia carriera, era molto duro e mi ha insegnato molte cose in quei 3 mesi, ha alzato il mio livello di gioco e elevato i miei standard. Coach Messina da head coach e presidente voleva riportare il team ai playoff e ai livelli che meritano, ovvero quello che sta riuscendo a fare quest’anno. Il mio periodo a Milano è stato fondamentale per la mia carriera, era la prima volta che giocavo in EuroLeague e avevo capito di poterci giocare e di essere a quel livello, Coach Messina ha avuto fiducia in me e mi ha sempre detto quanto dovevo essere grato e dovevo apprezzare di essere a quel livello.
É molto difficile arrivare a quel livello e con la possibilità che mi ha concesso mi si sono aperte molte porte come quella di giocare al Panathinaikos e di essere nella posizione in cui sono ora dove molti team sono interessati a me, quindi sicuramente il mio trascorso a Milano è stato uno step enorme per la mia carriera.

Tutti sappiamo cosa è successo e cosa sta succedendo con la pandemia, come hai affrontato la tua offseason in questa situazione? E come vive tutto questo un giocatore professionista?

La mia offseason è stata molto interessante, ho giocato a due dei livelli più alti la CBA in Cina e in Eurolega quindi ho potuto affrontarla in due modi: una dove ho imparato a giocare in un modo diverso in Cina dove avevo molte più responsabilità offensive e dove ho continuato a allenare le mie abilità di realizzatore. Invece nell’esperienza in Eurolega a Milano ho potuto apprendere molto da Coach Messina e giocare con il Chacho (Sergio Rodriguez) mi ha aiutato molto nel migliorare le mie decisioni in campo e le mie abilità, ho voluto affrontare l’estate continuando a lavorare molto su questi aspetti.

Aspettarsi di guadagnare certe cifre e giocare a un certo livello quando è arrivato il covid e la stagione è stata cancellata è stato distruttivo per me, avevo molte squadre interessate ma capivo che non credevano davvero in me perché avevo giocato solo poco tempo a quel livello. Ma io so il mio valore e quello che posso portare ad una squadra, quando ero a Milano avevo circa 16 punti di media e invece ad Avellino molti di più dove ho guidato la squadra fino ai playoff, poi ho “riniziato” dalla seconda lega turca fino ad arrivare all’Eurolega e quando arrivi ad un certo livello non vuoi più tornare indietro, perciò ho atteso fino a che non ho trovato quello che cercavo quando sono arrivate le opportunità di giocare la Champions League e poi col Panathinaikos per un mese ho accettato ma ho capito che non credevano davvero in me e nel mio gioco e non abbiamo trovato un accordo per il continuo della stagione.

Quindi sono approdato qui in Australia, dove ho trovato un team che credeva in me e mi dava molte più responsabilità, prima ho parlato di soldi ma non gira tutto intorno a quello ma è tutto nel fare i giusti passi per la mia carriera e crescere come giocatore, questa squadra mi ha concesso molte responsabilità in più e la possibilità di non dover giocare dietro a nessuno cosa che non era così a Milano e al Panathinaikos.

Qui posso esprimere il mio gioco al meglio e guidare questa squadra ai playoff ed è quello che ho sempre voluto nella mia carriera un ruolo importante ed è quello per cui ho lavorato nella offseason non per essere limitato ma per essere protagonista ed è quello che cercavo che mi è stato offerto qui in NBL.

Quando sei stato in Turchia hai potuto vivere l’esperienza della bolla della BCL com’è stato?

La bolla della Basketball Champions League è stata ben fatta e molto interessante dal mio punto di vista; io ho il record per punti in una partita in BCL e il mio percorso mi ha portato dalla seconda lega turca a tornare in Turchia a giocarmi la possibilità di vincere un trofeo.

È stata organizzata davvero bene c’erano giocatori molto forti e squadre di livello, noi non siamo riusciti a vincere ma per me è stato trovarsi al posto giusto nel momento giusto perché l’aver giocato quelle finali mi ha portato la chiamata del pana e il ritorno in Eurolega, per me giocare e allenarmi a quel livello e poter tornare sul campo con giocatori di livello come Nedovic è stata una vera benedizione.

Abbiamo visto che hai realizzato alcuni vlogs e sei stato scelto per fare quelli all’interno della bolla della BCL, com’è iniziato tutto?

Ho fatto un film quando ero al college e ho avuto molti feedbacks positivi di persone che volevano sapere dopo il college cosa stavo facendo e cosa avevo fatto. Ho sempre girato vlog ma il film e il percorso pazzesco della mia carriera mi ha portato a farne ancora di più e di livello superiore, facendo vedere il mio percorso iniziato dal basso e arrivato fino all’Eurolega. Ho iniziato l’anno scorso quando ero in Cina dove ho avuto la possibilità di giocare in America e in Giappone e volevo documentare quell’esperienza.

Una delle ragioni per cui ho iniziato a pubblicare i miei vlogs è per dare la possibilità ai ragazzi giovani che vogliono venire a giocare overseas di poter capire com’è davvero qui, perché non tutti finiscono in NBA e la maggior parte si trova a giocare in Europa o in Cina. Molti di loro in questo periodo stanno saltando il college per iniziare a guadagnare subito e quindi scelgono di venire dall’altra parte dell’oceano e io avendo giocato in 5 leghe diverse posso spiegargli cosa fare.

Un giorno mi piacerebbe diventare GM di una squadra così da poter dare i consigli migliori ai giovani giocatori.

Nato e cresciuto a Chicago, abbiamo visto il tuo film e abbiamo visto l’influenza che ai suoi giovani lì, raccontaci com’è crescere e giocare a basket a Chicago

Crescendo a Chicago il basket per noi era tutto. Io sono nato nel 1993 nel momento in cui in tutto il mondo era conosciuto Michael Jordan e quindi per noi il basket era diventato fondamentale per noi e divenne il primo sport della città. Eravamo nella mecca del basket, la città della squadra che vinceva gli anelli in quel periodo, avevamo cambi da basket in ogni angolo di quella città e sono cresciuto giocando li tutti i giorni tutto il giorno. Ora in quei luoghi dove sono cresciuto ho un programma di basket chiamato YBM “youth basketball mentor” e in questo momento ancora di più che gli sport scolastici sono fermi con le mie possibilità riesco a far allenare i ragazzi che senza non potrebbero.

Com’è stata l’esperienza al Panathinaikos? E com’è stato giocare in grandi arene come Oaka senza pubblico?

Questo è uno dei motivi per il quale non sono rimasto in Eurolega quest’anno, come tutti sappiamo quest’anno non è lo stesso con il covid, ci sono tempeste di neve (ride) e non ci sono i tifosi.

Quando giochi per il Panathinaikos ti accorgi subito del prestigio della squadra vedendo le immagini e i trofei; e puoi vederne il livello nel modo in cui si allenano e nel tipo di squadra che vogliono essere e stato davvero un peccato che non ci fosse il pubblico soprattutto perché la mia prima partita è stata una partita di coppa greca contro l’Olympiacos e tutti speravano di avere il pubblico perché l’atmosfera che si crea in quelle partite non ha eguali; i fans mi scrievano chiedendo di giocare bene e vincere la partita, per tutto questo per me è stato un onore giocare per un team di questa importanza ma è stato anche triste il fatto di non avere pubblico e te ne accorgi subito di questo, tre delle nostre partite erano state cancellate e ho capito che non volevo andare incontro ad una stagione di questo tipo.

Vogliamo parlare dell’ELPA (EuroLeague Player Association), tu hai giocato in varie leghe cosa pensi si possa fare per proteggere e aiutare di più i giocatori? Cosa ne pensi della situazione Heurtel?

Non tutti i giocatori hanno l’ELPA che li sostiene, ad esempio quando giocavo ad Avellino non l’avevamo, per questo penso che i giocatori debbano essere protetti di più dalle loro squadre dato che lasciano le loro famiglie e i loro paesi per 8/10 mesi. Quello che è successo a Heurtel è incredibile e per questo sono andato a giocare in cina e in Australia dove non ci sono questi problemi, non credo sia giusto non pagare un giocatore oppure pagarlo in ritardo ed aspettarsi da lui un certo tipo di prestazione.

Anche perché magari molti giocatori devono pagare tasse e spese a casa e non possono permettersi di ricevere lo stipendio in ritardo, so che in Grecia a causa della crisi molti giocatori lo accettano ma io non ne capisco il motivo e fortunatamente ho giocato in Cina, Australia e a Milano dove mi hanno sempre pagato in tempo. Non voglio passare per il cattivo ragazzo che parla di queste cose ma tutti sanno che quando ero a Milano siamo stati i primi affetti dal covid e hanno cercato di programmarci comunque le partite in trasferta anche se il virus era già dappertutto e se non fosse stato per Rudy Gobert e per uno giocatore del Real Madrid che è stato contagiato non avrebbero fatto nulla per fermare la stagione, non siamo stati protetti ne dalla ELPA e ne dai giocatori dell’associazione dei giocatori, nessuno ci ha supportato quando non volevamo scendere in campo. Vvremmo dovuto essere comunque pagati e non ricevere sanzioni.

Nessuno ci ha supportato ed è molto brutto vedere come è tutto un business e quanto tempo e energia mettiamo noi in quello che facciamo e nessuno ci protegge non è solo un discorso di soldi ma di professionalità. Noi tutti dovremmo sempre provare a migliorarci. Dovrebbe esserci un approccio più umano, perché alcune volte non veniamo trattati come umani ma come giocatori di basket, come delle macchine. Quando dovevamo viaggiare con il covid nessuno si preoccupava di come potevamo sentirci in quella situazione dovendo rischiare di essere contagiati giornalmente e se non giochiamo non veniamo pagati e nelle nostre menti ci sentavamo come quasi come schiavi non come umani.

Non voglio passare per il negativo o per quello che dice solo queste cose perché tutti le sanno ma nessuno ne parla.

Come abbiamo detto prima ora sei in Australia in NBL, come ti stai trovando?

Mi sta piacendo molto fin ora, tante belle persone che parlano inglese cosa non scontata overseas; qui da noi è estate perciò è sempre bello. Abbiamo molto meno covid in giro qui, ora siamo stati spostati su un isola perché hanno avuto 10 casi dopo che per settimane ne avevano zero, questa cosa l’ammiro molto che appena hanno un contagiato chiudono tutto per evitare che il virus si espanda tra le persone.Per me è un ottima lega per giocare qui posso avere più responsabilità ed emergere di più rispetto all’Eurolega dove il livello di talenti è certamente più alto, è una lega molto divertente che come abbiamo visto con Lamelo Ball sta diventando una scelta per i giovani che vogliono saltare il college per diventare professionisti subito prima del draft. Credo e spero sarà un’annata molto divertente per me.

Un ultima domanda, sappiamo che tieni molto ai tuoi outfit specialmente alle scarpe quali sono le tue preferite fuori e dentro al campo?

Le mie scarpe preferite in questo momento sono le Dior B22, mi piacciono molto e come tutti sappiamo nell’ultimo periodo Dior è stato molto popolare con le scarpe, i vestiti e soprattutto con la collaborazione Jordan x Dior. Dior è esploso nella scena con il rapper Pop Smoke da poco scomparso con la sua canzone chiamata proprio Dior che è diventata in poco tempo una hit globale. In campo invece la mia scarpa preferita di sempre per giocare sono le Kobe 8 che ora sono molto rare e difficili da trovare. Ma in questo momento sto giocando con le Kyrie in particolare Kyrie 2 e 3, mi piacciono molto perché lui ha sempre avuto molte colorazioni diverse e per tutto quello che ha fatto e sta facendo fuori dal campo aiutando la WNBA e supportando il Black Lives Matter in prima persona.

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