NBA, i 10 punti del mese di Gennaio (2023)

Il mese di Gennaio è da ricordare per i 38k punti superati da Lebron, per le numerose risse e il calo di certe squadre e tanto altro ancora…

Scritto da Giovanni Marino  | 

Il mese di Gennaio è da ricordare per i 38k punti superati da Lebron, per le numerose risse e il calo di certe squadre e tanto altro ancora…

I 10 PUNTI DEL MESE (GENNAIO)

Eastern Conference

I 71 di Donovan Mitchell 
Il nuovo anno, precisamente nella notte del 3 gennaio, l’NBA ha dato subito spettacolo. Il protagonista di questo film è stata la guardia tiratrice Donovan Mitchell, da quest’anno ai Cleveland Cavaliers, che ci ha deliziato andando a segnare la bellezza di 71 punti, segnando nel tabellino: 22/34 dal campo, 7/15 da 3, 20/25 ai tiri liberi, conditi poi da 8 rimbalzi e 11 assist.
Con questa prestazione Donovan Mitchell diventa uno dei pochi giocatori, precisamente il 7°, a siglare 70 o più punti nella storia NBA. La stella dei Cleveland Cavaliers ha vinto poi 145-134 contro i Chicago Bulls, e la sua prestazione gli ha permesso di entrare nell’illustre club dei giocatori con 70 punti o più in una partita, unendosi a giocatori del calibro di Wilt Chamberlain, Kobe Bryant, David Thompson, David Robinson, Elgin Baylor e Devin Booker.
La sua figura è stata subito da aiuto alla squadra dello stato dell’Ohio, che quest’anno continua ad affermarsi come una delle squadre più forti ad est, classificandosi ad oggi al 5 posto della eastern conference con un record di 32 vittorie 22 sconfitte.

Gli snobbati dell’All Star Game
Si sa, a gennaio, come ogni stagione vanno in scena le votazioni per l’All-Star Game, che quest’anno si terrà a Salt Lake City, Utah, e come ogni anno, che ci piaccia o no, rimangono fuori dalle liste degli All Star, giocatori che se lo meriterebbero a pieni voti. 
Quest’anno ad essere lasciati fuori dalla lista dell’Eastern Conference sono stati giocatori eccellenti, quali: James Harden dei Philadelphia 76ers, Trae Young degli Atlanta Hawks, Jalen Brunson dei New York Knicks e Pascal Siakam dei Toronto Raptors.
Harden potrà non piacere a tutti, ma quello che sta facendo ai 76ers in questa stagione doveva essere premiato assolutamente con una chiamata al All star game. È cosi che la sua striscia di 10 chiamate consecutive al All Star Game finisce quest’anno, quando sta viaggiando a 21.4 punti, 11.0 assist and 6.4 rimbalzi di media a partita. Pascal Siakam a Toronto non è da meno, la squadra purtroppo non sta andando per il meglio, oggi infatti i Raptors si ritrovano alla 12^posizione nella conference, però il nativo camerunense sta dando spettacolo lo stesso, queste le sue statistiche fino ad oggi: 24.9 punti, 8.0 rimbalzi and 6.2 assist. Trae Young, già ritrovatosi in questa situazione nella stagione 2020-21, è costretto a saltare di nuovo questa partita, quando lui sta giocando con una media di: 27.0 punti, 9.9 assist and 2.9 rimbalzi.
Jalen Brunson invece dopo essere partito a rilento in questa stagione, dopo la trade che lo ha portato da Dallas a NYC, ha incominciato ad ingranare sempre di più, arrivando a registrare : 23.2 punti, 3 rimbalzi e 6 assist di media a partita, e soltanto a Gennaio, 28.7 punti, 4.1 rimbalzi e 5.4 assist di media.

La richiesta di Trade da parte di Kyrie Irving
Irving e i Nets si pensava stessero lavorando su un’estensione del contratto quando KD ha firmato nell’estate del 2021. Contrariamente però Irving si è dimostrato irresponsabile e inaffidabile quando nella stagione scorsa ha saltato gran parte delle partite, ed è da lì che la franchigia non ha più parlato di rinnovo. Il punto massimo di questa telenovela però si è vissuto in questa stagione, esattamente nella sessione di mercato, quando dopo che le due parti non erano arrivate ad un accordo, il prodotto Duke, ed ex Cavs e Boston ha richiesto la trade ad una settimana dalla Deadline. 
La richiesta è stata subito accolta, e il giocatore si è trasferito in Texas, ai Dallas Mavericks, dove proverà a dare il tutto per tutto per vincere il titolo insieme a Luka Doncic.

Il momento si di Philadelphia
I Philadelphia 76ers sono in una corsa formidabile in quanto hanno vinto 22 delle loro ultime 27 partite, 11-3 solamente a Gennaio, per migliorare il loro record stagionale a 34 vittorie e 17 sconfitte in stagione. Attualmente sono la terza miglior squadra nella Eastern Conference, e sono dietro a Boston e Milwaukee, a cui stanno sempre sotto pressione. Il momento sì è anche grazie alle prestazioni eccellenti di Joel Embiid che, con l’infortunio di Durant e il calo e successivo infortunio di Curry, ha provato a convincere tutti di essere lui il principale candidato al premio di MVP.
Nel mese appena trascorso ha viaggiato a 34 punti di media, conditi da 11 rimbalzi e 3 assist. A livello realizzativo poi sta vivendo e ha vissuto uno dei periodi più dominanti della sua carriera, non solo per i numeri quanto per la continuità nelle prestazioni che lo ha visto segnare per 5 partite o più, più di 30 punti.
Ad aggiungersi alle prestazioni da MVP di Embiid, c’è anche tutta la squadra che sta vivendo un buon periodo, in quanto solamente nel mese di Gennaio è riuscita a far registrare 121.6 punti a partita di media (3^in questa classifica), e a tirare con il 50% dal campo e con il 39% da 3.

Risse a non finire
L'NBA è stata sempre casa di giocatori un po'strambi e baruffoni, vedi Dennis Rodman, Barkley, Ron Artest…oggi invece ci sono i Grizzlies, Cavaliers e Orlando, queste le ultime squadre che hanno fatto parlare di sè dopo essere state protagoniste nelle ultime risse accadute in NBA.
L'ultima è proprio quella accaduta tra le compagini di Orlando Magic e Minnesota Timberwolves. La rissa è nata da un commento di Mo Bamba, seduto in panchina, a un tiro da tre punti sbagliato da Austin Rivers proprio davanti a lui. Rivers, sentite le parole del lungo dei Magic, a partita in corso si è avvicinato per chiedere spiegazioni e i due sono venuti subito alle mani, una scazzottata in piena regola lontano dalle telecamere della gara, prima che venissero separati dalle rispettive panchine. Altre le risse avvenute nelle scorse settimane, una da ricordare quella tra Dillon Brook e Mitchell, che è costata ad entrambi varie migliaia di dollari.
Insomma, potremmo dire un mese un po' "violento".

Western Conference

LBJ supera i 38k
La stella dei Los Angeles Lakers LeBron James si unisce a Kareem Abdul-Jabbar come gli unici giocatori nella storia della NBA a superare i 38.000 punti in carriera. James ha superato i 38.000 punti con un jumper nel primoquarto, diventando il secondo giocatore nella tradizione della lega (Kareem Abdul-Jabbar è l'altro) a superare questo traguardo. Ha centrato il colpo da un assist di Russell Westbrook - con 5:43 rimanenti nel primo quarto per dare ai Lakers un vantaggio di 20-17. Tuttavia, il traguardo alla fine però è arrivato con una sconfitta contro i Philadelphia 76ers che vinsero la partita, 113-112, dietro una prestazione di 35 punti e 11 rimbalzi di Joel Embiid. James invece finì con 35 punti, 10 assist e 8 rimbalzi per i Lakers.

Gli snobbati dell’All-Star Game
Anche qui, nella Western Conference, come ogni anno ci sono stati diversi giocatori che non sono riusciti ad entrare nei cuori di certi tifosi della lega, e quindi ovviamente non sono riusciti a superare le votazioni che avrebbe permesso loro di entrare a far parte della partita degli All-Star.
Ci sono stati alcuni grandi nomi che sono rimasti fuori dalla lista delle riserve della Western Conference per l'All-Star Game. I più importanti che non hanno superato il taglio sono stati: Anthony Edwards, Minnesota Timberwolves; De’Aaron Fox, Sacramento Kings; Anthony Davis, LA Lakers. È anche possibile gettare in mezzo a questa lista di giocatori la guardia dei Phoenix Suns, Devin Booker, che è stato fuori a causa di un infortunio all'inguine. Davis ha anche lui perso diverse partite in questa stagione queste cose potrebbero aver influito non di poco la loro esclusione. Non si può però lasciare fuori giocatori come Fox ed Edwards, entrambi infatti stanno facendo veramente bene nelle franchigie in cui giocano e la loro esclusione a lasciato tutti con l’amaro in bocca. 
Fox sta girando a 24.3 punti, 4 rimbalzi e 6.1 assist di media a partita; l’altro giovane, Edwards, a Minnesota sta facendo quasi uguale, le sue medie sono: 24.7 punti, 6 rimbalzi e 4 assist
Questa amarezza però potrebbe essere addolcita, dato che ora, dopo l’infortunio di Curry, una delle due giovani stelle potrà prendere il suo posto.
Se la scelta dovesse ricadere su di me, punterei tutto su Fox, che accanto a Sabonis sta finalmente riportando ai playoff i Sacramento Kings dopo 17 lunghi anni di attesa.

Il momento no di NOLA 
Le cose sono cambiate drasticamente per i Pelicans nell'ultimo mese. Una volta 23-12, i Pelicans hanno perso 14 delle ultime 17 partite, e la sconfitta dell’ultimo giorno del primo mese dell’anno contro i Denver Nuggets è stata la nona sconfitta consecutiva della squadra, andando ad aggiornare il record di Gennaio con un disarmonico 3 vittorie e 13 sconfitte. Parte del problema durante il mese di gennaio è stata l'incapacità della squadra di mantenere le prestazioni durante tutta la partita. Dal 6 gennaio, i Pelicans hanno tenuto almeno un vantaggio di 10 punti in otto partite.
Hanno perso sei di quelle gare. L’unica nota positiva dell’ultimo mese di questa franchigia è il loro giocatore veterano e più intelligente tatticamente parlando, CJ McCollum, che nell’arco di quest’ultimo mese ha girato a queste medie: 24.5 punti, 5.4 assist e 3 rimbalzi. McCollum continua a lavorare sodo e migliora le proprie prestazioni partita dopo partita e i Pelicans, con il ritorno di Brandon Ingram e l’imminente recupero di Zion, vuole tornare a vincere per consolidare un posto alto in classifica nella Western Conference.

Hachimura bene nelle prime partite ai Lakers
Nell’ultima settimana di gennaio i Lakers sono riusciti a prendere il giocatore Rui Hachimura dagli Washington Wizards, il giocatore è diventato così il primo giapponese a vestire la maglia gialloviola. L’acquisto è avvenuto dopo una trade che ha visto traslocare da LA il giocatore Kendrick Nunn, e 3 scelte al secondo round. Il nativo asiatico ha fatto bene sin da subito, riuscendo a subentrare e dando rinforzo sia in attacco sia in difesa. Nelle prime uscite dalla panchina, il nuovo giocatore con la casacca gialloviola è riuscito a sostenere queste medie: 11.3 punti, 6.2 rimbalzi e 1 assist; non male per un giocatore che gioca di media dai 24 ai 27 minuti a partita.  

Nikola Jokic
Non è facile essere il favorito per l'MVP dopo averlo vinto per due anni di fila, ma è quello che ha fatto e che sta facendo ancora ad oggi Nikola Jokic. Il Serbo sta mettendo su un'altra stagione folle, una media di 25 punti a partita, 11.1 rimbalzi, e 10.1 assist, tirando con il 63.1% dal campo e con il 38.8% da tre. Jokic ha anche portato la sua squadra, i Denver Nuggets al 1 º posto nella Western Conference, ad oggi con un record di 37 vittorie e 17 sconfitte.
La Western Conference è in una gara serrata, con molte squadre in lotta per i playoff. Tuttavia, Jokic e i Nuggets sono stati in grado e sono in grado di dominare anche se in una Conference ostica e hanno un comodo primo posto. Con le sue statistiche da giocatore 2K, in coppia con il successo della sua squadra, e davanti a tutti nella corsa per vincere l’MVP, il Serbo potrebbe facilmente vincere il suo 3 MVP, il che varrebbe a dire terzo consecutivo.


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