Rudy Gobert: chi ha vinto la trade tra Utah e Minnesota?

Lo scambio più chiacchierato dell'estate sembra, per ora, favorire la squadra che ha lasciato partire il giocatore migliore.

Scritto da Valentino Aggio  | 
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Lo scambio più chiacchierato dell'estate sembra, per ora, favorire la squadra che ha lasciato partire il giocatore migliore.

Nell’estate lo scambio tra Utah Jazz e Minnesota Timberwolves, che aveva visto andare Rudy Gobert nella terra fredda, aveva sorpreso tutto il mondo NBA. A Salt Lake City, in cambio del francese, sono arrivati Malik Beasley, Patrick Beverley, Landro Bolmaro, Walker Kessler, Jarred Vanderbilt più cinque scelte al draft. Il front-office e i tifosi di Minnesota stavano sognando in grande, ma ora dopo l’inizio della stagione tutto non sembra andare verso la direzione giusta (7-8, 10^ posizione a Ovest). Nello Utah invece sta accadendo l’opposto (10-6, 4^ piazza a Ovest): una squadra che era certo dovesse tankare ora si ritrova ai piani alti della Western Conference. Prima di tutto andiamo a vedere come le due squadre si stanno comportando.

Utah Jazz, una bella rivelazione

Gli Utah Jazz quest’estate hanno perso nella trade con Minnesota il loro centro Rudy Gobert, ma oltre a lui la squadra dello Utah ha dato via un’altra stella importante, cioè Donovan Mitchell, andato ai Cleveland Cavaliers. Nonostante ciò, gli Utah Jazz hanno sconvolto i tifosi partendo con uno strepitoso record di 10 vittorie e 6 sconfitte, che li posiziona al 4° posto della Western Conference. L’aspettativa di tutti gli insider NBA era che la squadra di Ryan Smith avrebbe subito iniziato a tankare cosi da avere più possibilità di accaparrarsi la prima scelta assoluta al prossimo draft, Victor Wembanyama. Ma cosi non è stato: Lauri Markkanen, arrivato dalla trade di Donovan Mitchell, ha iniziato a sfoggiare le prestazioni che si sono viste quest’anno agli europei con la Finlandia. Ora il finlandese infatti sta viaggiando con una media di 21.3 punti, 8.4 rimbalzi e 2.3 assist a partita, il che lo rendono il giocatore più prolifico della franchigia. A seguirlo ci sono due giocatori che sono arrivati dalla trade di Gobert: Malik Beasley e Jarred Vanderbilt, con il primo che pur non partendo titolare viaggia a 12.3 punti, 4 rimbalzi e 1 assist a partita; Il secondo invece, Jarred Vanderbilt, ottenuta la titolarità sta dimostrando a tutti le sue abilità nel difendere viaggiando a 8 punti, 8 rimbalzi e 3 assist di media a partita.

Tutti all’inizio davano per spacciata questa squadra, o almeno dicevano che avrebbe tankato, ma ora quelli che dicevano che lo avrebbero fatto, si stanno sciacquando la bocca. I Jazz hanno battuto 5 squadre che l’anno scorso sono andate ai playoff, battendo in una serie di 2 partite i Grizzlies di Ja Morant. I Jazz di oggi son ben diversi, da quelli con Gobert e Mitchell, ora giocano con la palla che si muove velocemente, una difesa fisica e con molte ripartenze, date dai recuperi fatti in difesa. Tutt’oggi la squadra dello Utah si ritrova nella top 10 difese della lega, anche senza il 3 volte Difensore dell’Anno Rudy Gobert, che a quanto pare è bene che sia andato via. Il tanking, generalmente, non si vede in questa fase di stagione. Nessuna franchigia parte per perdere, almeno ad inizio anno. Con l'arrivo del 2023 inizieremo a vedere una classifica più lunga nelle due Conference, ma Utah gira e anche bene quindi al momento il tanking non deve nemmeno essere un pensiero

Minnesota Timberwolves, ridimensionati in tutto e per tutto

Che Tim Connelly non fosse il miglior executive della NBA lo si sapeva già dai tempi dei Denver Nuggets, franchigia nella quale ha militato dal 2013 al 2022. Arrivato a Minneapolis lo scorso Maggio, il front-office dei Wolves ha deciso di commettere un vero e proprio suicidio sportivo, rovinandosi il futuro prossimo e non solo. Dare via cinque scelte al draft, quattro delle quali al primo giro, è assolutamente senza senso. Se poi aggiungiamo il fatto che Minnesota ha ottenuto Rudy Gobert, la frittata è fatta. Al momento la squadra semplicemente non gira come dovrebbe. La scelta di giocare con due torri come Gobert e Karl-Anthony Towns non sta pagando da nessun punto di vista, come pronosticabile soprattutto in questa era della NBA. Forse a Minneapolis sono rimasti indietro di 20 anni, quando i lunghi dovevano tassativamente stare sotto canestro. Towns ha ottime caratteristiche da tiratore e non sta giocando proprio male. Gobert, alla prima stagione fuori dallo Utah, è un vero e proprio disastro. 

Il francese non è però l'unico a faticare in questo avvio di stagione: D'Angelo Russell è peggiorato in praticamente ogni area statistica nel 2022/23. I 14.4 punti di media a partita sono il secondo peggior dato nella carriera dello #0, che si sta prendendo ben 2.5 tiri in meno rispetto alla passata stagione. In linea con le aspettative è invece Anthony Edwards, di poco oltre i 20 punti di media a sera. La panchina dà un contributo quasi ridicolo, al 20° posto nella Lega. Inoltre non c'è una grande chimica di squadra da quanto si può evincere dalle interviste post partita. I giocatori sembrano lanciarsi frecciatine spesso tra di loro, il che non aiuta il clima nello spogliatoio e conseguentemente i risultati. Le aspettative di molti per questi T'Wolves sono quindi ridimensionate: questo all-in darà parecchi grattacapi per almeno i prossimi 5 anni. D'altronde, quando manca un progetto serio questi sono i risultati. 

Rudy Gobert è un fattore oppure un sopravvalutato?

Come già scritto, Rudy Gobert è arrivato al nord degli Stati Uniti come tre volte difensore dell'anno. Un bagaglio di assoluto rispetto, ma nei suoi anni agli Utah Jazz i risultati di squadra (che sono anche quelli più importanti) non sono arrivati. Di certo non è un caso se la franchigia di Salt Lake City ha deciso di chiudere l'era Mitchell-Gobert. Nelle nove stagioni disputate a Utah, Gobert ha spesso fatto discutere sia per le proprie doti da stoppatore che per il proprio carattere quantomeno complicato. Le doti sotto il ferro di Gobert non sono di certo in dubbio, ma dato che le prime partite con Minnesota sono state disastrose sorge spontanea la domanda: Gobert ai Jazz era un fattore (difensivamente) oppure un giocatore ben integrato in un sistema di gioco che gli permettevano determinate prestazioni? La risposta, ovviamente, non esiste. Dobbiamo però guardare qualche dato.

Rudy Gobert ha vinto il premio di miglior difensore dell'anno nelle stagioni 2017-18, 2018-19, 2020-21. In queste tre annate, Utah ha chiuso due volte al 2° e una volta al 4° posto per punti concessi ogni 100 possessi. Solo in occasione dell'ultimo premio Gobert è stato il giocatore con il minor numero di punti concessi di media (2020-21 con 100.5). C'è da dire che la allora squadra di coach Snyder era piena di ottimi difensori, quindi la presenza di Gobert si è fatta sentire in maniera relativa. Nella scorsa stagione i Jazz hanno subito 107.6 punti di media a partita mentre quest'anno ne subiscono 113.1. Contrariamente, i punti segnati in questa stagione sono 116.6 contro i 113.6 dell'anno scorso: possiamo dire che la difesa nella scorsa stagione era nettamente migliore, mentre l'attacco leggermente peggiore. Allo stesso tempo dobbiamo tenere bene a mente che le due squadre partivano con ambizioni ben diverse nelle due annate. 

Ora facciamo quindi il processo opposto: guardiamo le ultime due stagioni dei Minnesota Timberwolves. Lo scorso anno la franchigia di Minneapolis ha segnato il maggior numero di punti in tutta la NBA (115.9) ma si trovava al 24° posto con 113.3 punti subiti. Con l'approdo di Gobert ai Wolves, Minnesota rimane un ottimo attacco (115.1 punti) ma una difesa quantomeno mediocre (115.7 punti subiti), andando addirittura in negativo riguardo la differenza canestri. Come visto, la difesa è il punto debole delle ultime due stagioni di Minnesota. Il front-office dei Wolves ha quindi pensato di prendere il miglior difensore dell'ultimo lustro (stando ai premi assegnati) nella speranza di migliorare la lacuna. Un giocatore, però, non è in grado di cambiare di punto in bianco le statistiche e le caratteristiche di una squadra. La speranza della dirigenza è che un difensore affermato come Gobert potesse far fare il salto definitivo alla squadra. Purtroppo per loro la pallacanestro è uno sport di squadra ed un giocatore difficilmente fa tutta questa differenza: ci ricordiamo tutti di Dwight Howard ai Los Angeles Lakers circa dieci anni fa.

Parliamo ora del #27 come giocatore individuale. Le cifre di quest'anno parlano chiaro: 14 punti, 12.9 rimbalzi e 1.6 stoppate di media a partita. Questi sono i dati peggiori avuti negli ultimi anni, ma c'è di più. Se andiamo infatti a vedere le statistiche avanzate, possiamo trovare altre prove a supporto di questa teoria. Mentre era in campo, nel 2022-23 Gobert ha stoppato il 4.4% dei tiri avversari, peggior dato della propria carriera. Per capirci meglio, il #27 stesso ha stoppato il 7% dei tiri nella stagione 2020-21. Il Defensive Rating di questa stagione è anch'esso al punto più basso della carriera decennale del giocatore. Inoltre, il Defensive Win Shares (dato che serve a stimare quanto la difesa di un giocatore abbia contribuito alla vittoria) è solo di 0.5. Infine, chiudiamo la lista di statistiche con il caro buon plus/minus: con Gobert in campo, Minnesota è a -30, l'unico dato negativo del francese finora.

Concludendo, è giusto dare il beneficio del dubbio. Una stagione NBA è davvero lunga e le squadre vivono di momenti che possono essere sia positivi che negativi. Se dovessimo scegliere chi ha vinto lo scambio la scelta sarebbe più che scontata. Avendo ricevuto dei giocatori in grado di contribuire ora e nel futuro, liberandosi di un giocatore difficile e ricevendo ben cinque scelte al draft, i Jazz hanno enormemente tratto vantaggio. Dall'altra parte, Gobert non sembra in grado di fare la differenza nei “suoi” 14 metri di parquet che lo hanno reso il giocatore di fama internazionale che è oggi. A Minnesota serviva disperatamente un giocatore in grado di dare identità difensiva alla squadra e quel giocatore al momento non ne è in grado, risultando quindi sopravvalutato. E pensare che con un'offerta non molto superiore Minnesota poteva portarsi a casa Kevin Durant. 


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