NBA 2020/21: Western Conference Preview

Seconda parte della nostra presentazione della prossima stagione NBA, oggi parliamo della Western Conference.

Scritto da Doc. Abbati  | 

Seconda parte della nostra presentazione della prossima stagione NBA, oggi parliamo della Western Conference.

Iniziando a dire che, per fare una citazione cinematografica di un certo livello, ad ovest niente di nuovo. Nel senso che non è per niente facile fare un ranking con otto favorite in questa Conference. Anche perché, una volta trovate, resti sempre con l’idea che vorresti che i posti fossero dieci, se non undici. Quest’anno la lotta per i playoffs si preannuncia davvero interessante, con tante squadre che possono ambire ad uno degli otto inviti per il ballo estivo. Diciamo che potrebbe essere una Regular Season dove ci saranno meno partite scontate e, soprattutto, meno squadre portate a mollare tutto cercando posizioni valide per il draft. Ma anche oggi saltiamo gli inutili preamboli e iniziamo con la classifica

WESTERN CONFERENCE

1) Los Angeles Lakers: Chiaro che i campioni in carica non possono che partire con i favori del pronostico. Se lo scorso anno potevano esserci dei dubbi sulle tante novità a disposizione di coach Vogel, iniziando da lui, e su come far rendere tutti al massimo per tutta la durata, lunga, della stagione regolare, quest’anno tutto sembra partire con prospettive decisamente diverse. Malgrado qualche perdita più o meno dolorosa, chi è arrivato sembra avere le stimmate giuste per poter essere d’aiuto alla missione repeat. Certo che avere nel roster LeBron James e Anthony Davis, specie quelli visti ad Orlando, tende ad essere parecchio d’aiuto, ed è un elevato incentivo a dare il meglio di sè in campo. Le rotazioni magari non si sono allungate, ma sembrano essere qualitativamente migliorate. Dennis Schroder, Marc Gasol, Wes Matthews e Montrezl Harrell non sono esattamente degli sprovveduti, hanno esperienza e capacità tecniche. E arrivano su una impalcatura abbastanza solida. Sulla carta sembrano i più accreditati per ottenere la #1 ad ovest.

2) Denver Nuggets: Personalmente credo molto in questi Nuggets. Nel loro modo di giocare, nel loro modo di stare in campo, da Jamal Murray, ormai salito al piano delle stelle della lega, a Nikola Jokic, dal veteranissimo e sempre utile Paul Millsap, passando i Gary Harris, Monte Morris e Michael Porter Jr., che potrebbe essere la vera sorpresa positiva della stagione. Ma, soprattutto credo nel loro coach, Michael Malone, che ha dato un’anima vera ad un gruppo di giocatori con personalità cestisticamente anarchiche, facendoli diventare continui nel rendimento e mentalmente pronti a giocare per vincere. E giustamente a roster hanno voluto Facundo Campazzo, così, per chiudere il cerchio. Comunque restano i più accreditati rivali dei gialloviola losangelini.

3) Dallas Mavericks: Sempre che in Texas, a Dallas nello specifico, qualcuno con il #77 sia d’accordo e voglia farsi da parte. Anche qui si parte da un coach, Carlisle, preparato e capace come pochi altri in questa lega. E da un roster che senza Kristaps Porzingis e Dwight Powell, ed anche Willie Cauley-Stein, ha venduto cara la pelle contro i favoritissimi Clippers. Questo gruppo ha già dimostrato cosa può fare al netto degli infortuni, e l’arrivo di Josh Richardson darà ulteriore spessore alle rotazioni. Ma attenzione soprattutto alla stagione che giocherà Luka Doncic, predestinato a lottare per l’MVP della Regular Season, capace di essere già un trascinatore tecnico ed emotivo. Squadra che arriverà molto lontano ad ovest

4) Los Angeles Clippers: I veri sconfitti della scorsa stagione, quelli che avrebbero dovuto vincere praticamente quasi senza sudare, e che invece hanno dovuto faticare tantissimo contro i Mavs, e ricorrere anche a qualche giocata diciamo d’esperienza, e sono stati eliminati dai Nuggets, perdendo davvero male. E facendo venire parecchie domande a tutti quelli che si occupano di NBA. Il management ha individuato un colpevole in Doc Rivers, che è stato sostituito nel ruolo di head coach da Tyronn Lue. Che avrà l’ingrato compito di ridare soprattutto una mentalità da squadra a questo roster, compresi i suoi due, o tre, leader, iniziando da Kawhi Leonard, proseguendo per Paul George, e finendo con Lou Williams. Hanno fallito la scorsa stagione, adesso sono chiamati alla redenzione, ma non sarà facile. Anche perché sono praticamente gli stessi, e gli arrivi di Nicolas Batum e di Serge Ibaka aumentano il numero dei veterani in squadra, ma tecnicamente non sono un upgrade rispetto a quello che c’era. Sarà una stagione da occhi puntati addosso, vedremo come riusciranno a gestire la tensione.

5) Utah Jazz: Squadra da Regular Season se ce n’è una in tutta la lega. Negli ultimi anni non ha mai tradito le aspettative, conquistando sempre un posto nelle otto. Ed anche quest’anno dovrebbe riuscire nell’impresa, perché in questa Conference essere così costanti è una autentica impresa. Il roster non si è modificato di molto, e l’unico volto nuovo di un certo livello, di nuovo ha ben poco. Perché Derrick Favors è un cavallo di ritorno, che a Salt Lake City ha giocato gli anni migliori, e non solo statisticamente, della sua carriera. Donovan Mitchell sarà il leader maximo di questa squadra, con intorno un gruppo di giocatori abituato a giocare insieme, ben allenato da coach Snyder, che riesce a valorizzare tutti quelli presenti a roster. Poi aver a roster Bojan Bogdanovic, Joe Ingles e Rudy Gobert aiuta parecchio, sui due lati del campo. Sperando che Mike Conley  ritrovi la strada persa per lunga parte della scorsa stagione.

6) Golden State Warriors: Sono reduci dalla loro peggior stagione negli ultimi sei anni, caratterizzata da una serie di gravi infortuni. Ma grazie a questo coach Kerr ha potuto lavorare praticamente cinque mesi su alcuni ragazzi giovani, vedi Eric Paschall, Damion Lee e Jordan Poole facendoli diventare giocatori che possono stare in questa lega. E quest’anno Stephen Curry e Draymond Green saranno al loro posto, per guidarli in campo, e immagino con la voglia di dimostrare parecchie cose a tanti. Certo l’assenza di Klay Thompson è di quelle pesanti, difficilmente colmabile. Mi aspetto però che Kelly Oubre Jr. e Andrew Wiggins riescano ad essere pedine importanti in questo scacchiere. Confidando nell’esplosione del talento di James Wiseman. Squadra che sarà comunque difficile da affrontare per molti.

7) Phoenix Suns: In Arizona il sole potrebbe essere tornato a splendere. Dopo anni, troppi, di buio, e di decisioni cervellotiche che non sembravano essere consone ad un progetto di crescita. Quest’anno si punta chiaramente ai playoffs. Ed il roster a disposizione di coach Williams ha tutte le caratteristiche per poterci arrivare. Di fianco a Devin Booker è arrivato Chris Paul, che al netto di antipatie e arroganze varie, resta comunque una delle migliori PG di sempre in questa lega. Ed avrà un roster giovane da far diventare grande. Per Booker poi ci sarà l’incredibile esperienza di giocare con una stella di prima grandezza per la prima volta in carriera, che potrebbe facilitargli il gioco. Queste premesse sono già notevoli. Se poi vediamo gli altri giocatori presenti, Deandre Ayton, Mikal Bridges, Cameron Johnson, Dario Saric, la scelta #10 Jalen Smith, Jae Crowder e E’Tuan Moore,  una stagione fuori dalla post season sarebbe da considerarsi deludente.

8) Portland Trail Blazers: Squadra che è reduce da una stagione di alti e bassi, chiusasi con dei playoffs conquistati causa suicidio Grizzlies ad Orlando. E l’eliminazione contro i Lakers senza mai riuscire ad impensierirli, gara 1 a parte. Molti movimenti estivi in entrata, ed in uscita, e l’idea di non voler mollare il progetto che da anni ruota intorno a coach Stotts, al fenomenale Damian Lillard, ed al suo fedele scudiero CJ McCollum. Con l’aggiunta di un finalmente sano Jusuf Nurkic, che potrebbe essere il vero upgrade del roster, personalmente molto più di Carmelo Anthony, che messo a fare il terzo, o quarto, violino sta ritrovando spazi importanti che il suo ego gli aveva chiuso negli ultimi anni. Pur non convincendomi totalmente il personale a disposizione è ben distribuito in tutti i ruoli, ed in tanti potranno essere utili alla causa, da Zach Collins a Gary Trent Jr, passando per Robert Covington, Rodney Hood e Enes Kanter. Sperando che Portland sia la casa dove tutti possano rendere al loro massimo.

 

IN THE HUNT: Faccio gentilmente notare che nella Western Conference di questa stagione, non è facile trovare due o tre squadre con possibilità di lottare per un posto al sole. Basterebbe pensare ai Grizzlies della passata stagione.

Ma ci si prova comunque, iniziando con gli Houston Rockets, da me esclusi dal lotto malgrado gli arrivi dei John Wall e DeMarcus Cousins, se sani due autentici fenomeni del ruolo, per la vicenda James Harden che, credo, non potrà non avere ripercussioni su tutto l’ambiente Rockets, indipendentemente da come andrà a finire. Poi chiaro che se il barba dovesse restare e giocare come sa, con le nuove idee di coach Silas, Houston diventerebbe una outsiders a 720°.

E togliere dalle otto i New Orleans Pelicans è stato difficile. Nuova guida, coach Stan Van Gundy, quindi idee nuove. Con un roster che ha a disposizione giocatori talentuosissimi, come definire diversamente Brandon Ingram e, soprattutto, Zion Williamson, giovani e atletici, Josh Hart, Jaxson Hayes, Lonzo Ball, ed anche quelli esperti che sanno cosa serve per non restare nella mediocrità, Steven Adams, Eric Bledsoe e JJ Redick, citando anche la scorsa ottima stagione del nostro Nicolò Melli. Il futuro vincente potrebbe essere non così lontano.

Proseguiamo con i Memphis Grizzlies, come abbiamo scritto, sorprendenti nella scorsa Regular Season, e suicidatisi nella bolla. Sono rimasti praticamente gli stessi a disposizione di coach Jenkins, ma con un anno si esperienza in più. E sono curioso di vedere Ja Morant alla sua seconda stagione nella lega, attendendo un ulteriore miglioramento. Così come Jaren Jackson Jr., giocatore che sta impressionando sempre di più, Brandon Clarke, che stagione da rookie la sua ed un Jonas Valanciunas che ha trovato la sua dimensione. Arrivassero nei playoffs non sarebbe più una sorpresa.

Poi ci sarebbero sempre quei texani in maglia nero argento di San Antonio, allenati da quel ragazzino chiamato Greg Popovich che non mi sentirei di escludere mai da una lotta per le otto elette, anche perché rischierei il divorzio dalla moglie. Perché DeMar DeRozan e LaMarcus Aldridge possono non entusiasmare, ma sono giocatori che in questa lega qualcosa da dire ce l’hanno ancora, e Derrick White, Dejounte Murray, Jakob Poeltl e Rudy Gay sono ancora in questo roster, e potrebbero diventare pericolosi.

E poi che faccio, due paroline sui Sacramento Kings posso non spenderle? Sono anni che li aspetto al salto di qualità, che non arriva mai, perché crollano sul più bello. Però il talento a disposizione di coach Walton è notevolissimo, De’Aaron Fox, Buddy Hield, Marvin Bagley III, Harrison Barnes, Jabari Parker e Tyrese Haliburton, e se i pianeti della capitale della California si allineassero.

Chiudiamo qui, però Minnesota…….

Buona NBA a tutti.

 

 

 


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