L'ennesima follia di Olympiacos-Panathinaikos: cosa è successo in G2!

Il proprietario dei Greens nuovamente al centro delle polemiche con Ataman che tuona. L'Oly replica: "Personaggio vomitevole"

Scritto da FMB  | 

Il proprietario dei Greens nuovamente al centro delle polemiche con Ataman che tuona. L'Oly replica: "Personaggio vomitevole"

Ormai il derby di Atene sta raggiungendo vette di vergogna mai raggiunte in nessuna rivalità e sport, in occasione della Gara 3 delle finali per l titolo (vinta dall'Olypiacos per l'1-1) è andato in scene un altro episodio indecente con protagonista, tanto per cambiare, il proprietario del Panathinaikos Dimitris Giannakoupolos

 

Cosa è successo, atto I: il delirio pre-partita

Neanche il tempo di alzare la palla a due e subito caos: Giannakopoulos si è presentato al tavolo degli ufficiali per denunciare cori offensivi e sessisti contro la propria famiglia, in particolare contro la figlia. In stille  Giannakopoulos non ha esitato (come già fatto alle Final Four di Abu Dhabi) rispondendo con gesti osceni verso il pubblico, il tutto ripreso e visto dai direttori di gara che lo hanno espulso.

Finita qui? No, la situazione degenera ulteriormente con la discesa sul parquet dei fratelli Angelopoulos, proprietari dell’Olympiacos, i quali hanno discusso con gli arbitri e accusato Giannakopoulos di aver compiuto gesti osceni rivolti direttamente a loro dagli spalti e, fatto ancor più grave, di aver proferito minacce sessuali nei confronti della figlia di uno dei due. Le dichiarazioni sono state esplicite: secondo Nikos Leperiotis, dirigente dell’Olympiacos, Giannakopoulos avrebbe detto “Io la violento tua figlia davanti a te”, frase che, secondo lui, è stata udita anche dalla procuratrice presente.

Nel post-partita i fratelli Angelopoulos si sono presentati ai microfoni dichiarando: "Iniziamo dai fatti veri. Quello che è accaduto oggi non si è mai visto. Appena seduto, Giannakopoulos ha cominciato a farci il dito medio, a me e a Panagiotis. Lo aveva già fatto ad Abu Dhabi. Ha anche detto che se toccasse mia figlia, le farebbe certe cose mentre io guardo. Ci sono testimoni, come Nikos Leventiotis - aggiunge - Questo è il vero Giannakopoulos - ha concluso -. Un personaggio vomitevole. Che i tifosi del Panathinaikos se lo tengano pure".

Atto II: la fuga

Ma torniamo al Gianna perché il video virale di lui che scappa in macchina ha una spiegazione. Infatti  a seguito del delirio pre-partita le autorità giudiziarie hanno ordinato la sua espulsione e successiva custodia cautelare. Giannakopoulos ha rifiutato di lasciare il palazzetto, accusando la polizia di trattamenti aggressivi. Ha pubblicato video sui social media, dichiarando: “O mi arrestate o mi lasciate entrare”. Secondo la versione dell’Olympiacos, l’imprenditore è fuggito dal tunnel degli spogliatoi per evitare la cattura, salendo in auto e lasciando il S.E.F. poco dopo. Il Panathinaikos, invece, sostiene che Giannakopoulos sia uscito spontaneamente per parlare con la procuratrice e che non ci fosse stato alcun tentativo di arresto.

Atto III: le parole di Ataman

In tutto questo c'è anche Ergin Ataman che ha alzato la voce nel post-partita accusando i tifosi dell'Oly di essere razzisti: “Questo è un circo, non sport. Non accetto che si dica ‘F@ck you Turkey’. È razzismo”. Ha definito “bastardi” coloro che hanno insultato la sua nazione e la famiglia di Giannakopoulos, accusando gli arbitri di aver concesso 33 liberi all’Olympiacos contro 17 al Panathinaikos.

Atto IV: il comunicato del Pana

Il giorno dopo il Pana ha tuonato con un comunicato ufficiale lunghissimo di accuse verso il club biancorosso, qui un piccolo estratto:

Osano puntare il dito contro di noi, che non abbiamo mai condannato gli striscioni ripugnanti esposti nel loro stadio, striscioni che celebrano il “trionfo di Paiania” mentre glorificano l'omicidio di un giovane e augurano che le ossa di Dimitris Diamantidis marciscano.
Puntano il dito contro di noi, quelli che abbracciano figure incappucciate, quelli che ilasciano dichiarazioni diffamatorie contro il signor Giannakopoulos, chiamandolo “valletto”, solo per vedere la città del Pireo inondata il giorno dopo da striscioni minacciosi. Coloro che hanno fatto gesti osceni verso la nostra panchina durante una partita a porte chiuse.
Puntano il dito contro di noi, coloro che hanno presentato denunce per impedire al proprietario del Panathinaikos B.C. di onorare la memoria di suo padre al ‘Torneo Pavlos Giannakopoulos’.


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