Olympiacos, il treno che passa una volta sola

Erano i favoriti e sono stati a 46" da alzare quella coppa che ormai è diventata un incubo: e adesso che succederà?

Scritto da Stefan Mancuso Nekic  | 
Getty Images

Erano i favoriti e sono stati a 46" da alzare quella coppa che ormai è diventata un incubo: e adesso che succederà?

Dopo la sconfitta subita negli ultimi secondi della finale di Kaunas per mano del Real Madrid i dubbi sulla competitività futura dei biancorossi si mischiano alla delusione per un’occasione irripetibile che è andata sprecata.

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Dopo la delusione lasciata dalla tripla di Vasilje Micic nella semifinale dello scorso anno, l'Olympiacos era riuscito a reagire e a diventare la squadra più convincente e solida della stagione regolare di questa edizione vincendo 24 delle 34 partite disputate. Con questi risultati la squadra si è assicurata la testa di serie #1 per i playoff. A guidare il gruppo verso questi successi è stato Georgios Bartzokas che anche in questa stagione è stato confermato Coach of the year della competizione. L'allenatore greco aveva a disposizione un gruppo di giocatori che possedeva il mix ideale per raggiungere l'obiettivo finale in quanto all'esperienza di veterani quali Sloukas e Papanikolau si univano le doti realizzative di giocatori quali Vezenkov e Canaan.

Il bulgaro, in particolare, ha giocato un'annata superlativa  nella quale ha realizzato 17,6 punti di media con il 65% da 2 e il 38% da 3  ai quali ha aggiunto 6,8 rimbalzi: prestazioni che gli sono valse il premio di MVP e l'attenzione degli scout NBA di cui parleremo successivamente. Anche la difesa ha avuto in Thomas Walkup un leader importante che con le sue 1,8 palle rubate a serata ha conteso il titolo di miglior difensore stagionale a Tavares. Gli altri protagonisti dell'annata dei greci tra cui troviamo Moustapha Fall e Larentzakis hanno contribuito a creare una squadra che aveva sia il migliore Defensive Rating sia il miglior Offensive Rating della competizione, dati che vi fanno intuire il potenziale che questa squadra portava con sé nella fase finale

Playoff e semifinale: nascono i primi dubbi

Con le premesse elencate qui sopra ci si aspettava che i greci riuscissero a chiedere agevolmente la pratica Fener nel turno playoff ma così non è stato. Dopo una gara 1 vinta agevolmente, i biancorossi si sono fatti sorprendere dalla reazione guidata da Carsen Edwards in gara 2. In gara 3 i primi della classe hanno rischiato ancora di più riuscendo ad evitare una gara 4 in trasferta con rischio eliminazione solo grazie ad un buzzer beater del solito Sloukas che ha letteralmente salvato la qualificazione a Kaunas.
Dopo la reazione di Dorsey in gara 4, eliminare i turchi nella solita atmosfera incandescente del Pireo non è stato un problema per i padroni di casa. La sufficienza con la quale hanno affrontato questa serie contro una squadra martoriata dagli infortuni  ha però fatto comunque traballare le certezze avute fino a quel momento. A confermare questa sensazione si è aggiunto il primo tempo della semifinale di Kaunas dove il Monaco di James e Okobo aveva sorpreso i favoriti al titolo. I monegaschi erano riusciti a limitare Vezenkov a 6 punti e ad andare all'intervallo sul +13

27-2 il momento più iconico di una squadra in missione.

Per scacciare i fantasmi di Belgrado ci è voluto un terzo quarto che probabilmente verrà ricordato per molto tempo come uno dei parziali più dominanti della storia delle final 4. I greci rientrano in campo con una cattiveria agonistica ed un’attenzione difensiva ai limiti della perfezione. In 5 minuti rimontano il risultato e negli altri 5 creano il divario necessario per mettere in cassaforte la loro presenza alla finale. La squadra di Atene concede un canestro su 14 tentativi avversari e forza 8 palloni persi da parte della Roca, mentre nello stesso lasso di tempo sbaglia solo 2 conclusioni a canestro in 10 minuti che entrano nella storia cestistica europea. 27-2 in un quarto di una partita delle Final 4

Perdere l'occasione di una vita

Tutto faceva credere che i greci ce la potessero fare. All'intervallo della Finale col Real si era arrivati sul 45 pari. L'ottima serata di Isiah Canaan e una solidissima prestazione di Vezenkov hanno creato un piccolo vantaggio per i biancorossi che avevano accumulato 7 punti di vantaggio a 6 minuti dalla sirena finale. Da quel momento in poi qualcosa si è inceppato nella manovra dei biancorossi visto che mentre il Chacho inizia lo show che ha portato alla rimonta degli spagnoli, nell'altra metà campo Walkup, Canaan e Mckissic hanno sbagliato 4 canestri pesanti che avrebbero potuto spezzare la partita.
Quelle 4 conclusione sbagliate diventeranno il rammarico più grosso dei greci perché se è vero che la gestione degli ultimi 2 minuti dell'incontro è stata pessima è anche vero che se esiste una cosa in cui è maestro il Real è proprio la gestione dei finali di partita. Non serviva un genio per capirlo visto il -18 recuperato al Partizan solo una decina di giorni prima. Chacho, Llull e Fernandez hanno un bagaglio storico in questo tipo di situazioni che li rende ingiocabili se gli si dà la minima possibilità di rientro. La tripla forzata nel finale da Vezenkov a cui non si può recriminare nulla visto i 29 punti messi a referto e il tiro sbagliato di Fall non sono altro che l'effetto della pressione che questi momenti in questo tipo di palcoscenico portano con sé, pressione su di cui Llull e Chacho hanno costruito i loro successi in carriera. Per evitare questa isteria contro il Real devi avere almeno 10 punti di vantaggio a 5 minuti dalla sirena e se ciò non è avvenuto è perché nei 3 minuti centrali dell'ultimo quarto l'Olympiacos non è stato in grado di sferrare il colpo del KO.

Perché questo era l'ultimo treno?

Dopo il canestro di Micic nel 2022 e quello di Llull di domenica scorsa sono 2 le occasioni sprecate da una rosa che aveva tutte le carte in regola per farcela. Il giocatore chiave di questo progetto, Sasha Vezenkov, è sempre più vicino dallo sposare il progetto dei Sacramento Kings. Il bulgaro fu scelto dai Nets al Draft 2017 con la #57, i suoi diritti vennero ceduti prima ai Cavaliers nella trade che vide Harden andare a Brooklyn e, successivamente, girati ai Kings la notte del Draft 2022. La presenza di Mike Brown al Pireo in occasione della G5 contro il Fenerbahce fu abbastanza significativa come le parole sul giocatore: 

Mi piace quello che vedo, lascia spazio ai compagni, taglia bene, tira bene da tre, ha tenacia, lotta a rimbalzo. Il modo in cui tira dalla distanza è qualcosa che ci piace, gestisce molto bene lo spazio, è veloce, sarà un giocatore efficace nella NBA ad alto livello, soprattutto con la tenacia che mostra.È uno che non ha paura, mi piace!

Sloukas è in scadenza di contratto e potrebbe sfruttare la carenza di playmaker sul mercato, quest'estate per scegliere di cambiare aria (girano voci di un interessamento del Partizan dove ritroverebbe Obradovic). Stesso discorso vale per Papanikolau, quindi, il progetto Olympiacos se non è da rifondare da 0 è sicuramente da ricostruire. Le uniche certezze ad oggi sono le conferme di Larentzakis e Walkup avvenute durante la stagione tramite rinnovo e il contratto di Fall che scade nel 2025. È una base buona ma non abbastanza solida per annoverare i greci tra le sicure pretendenti al titolo 2024.

Inoltre anche se l'Olympiacos sarà competitivo, non ci sarà un’altra opportunità per questo gruppo per come lo intendiamo oggi.Gruppo che rimarra ricordato come una squadra che aveva tutte le carte in regola per vincere ma che  alla fine della fiera ha fallito miseramente l'obiettivo. Questa campagna europea dell’ Olympiacos verrà ricordata più per l'immagine di Vezenkov seduto sul cartellone pubblicitario a metabolizzare la sconfitta piuttosto che per tutto ciò che di buono ha costruito, ma purtroppo come detto anche dal Coach Bartzokas "This Is Basketball" ed è proprio il finale a definire l'impressione complessiva che in questo caso titola “Resta solo l'amarezza!”


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