Olimpia Milano ed il mito di Icaro: precipitata ad un passo dal sole

Andiamo a commentare il drammatico fine stagione dei biancorossi, crollati proprio sull'obiettivo principale.

Scritto da FMB  | 
M.Ceretti / Ciamillo-Castoria

Andiamo a commentare il drammatico fine stagione dei biancorossi, crollati proprio sull'obiettivo principale.

NO, non sarà un Focus di 500 mila parole di analisi tecnico/tattiche
NO, non verranno citate le 91 partite che oggettivamente hanno stressato come tema d'argomentazione
NO, non si tirerà 💩 su Messina o sui giocatori (per quello ci pensano già i luminari della carta stampata)

Ho aspettato apposta oggi, 48 ore dopo Gara4 delle finali scudetto, per scrivere dell'Olimpia Milano lasciando che il protocollare shitstorm mediatico (e dei tifosi comprensibilmente girati di palle) si sfogasse: mi limiterò ad un'analisi sulla stagione dell'Olimpia e su quei possibili “turning point” che hanno condizionato il finale.

L'inizio ♟

Messina prende in contro-piede tutti: fa la squadra in lockdown a marzo, la riunisce prima degli altri con lo scopo di entrare in Eurolega rodati e pronti per l'obiettivo Playoffs. L'obiettivo dichiarato è lo scudetto e i Playoffs di Eurolega giusto per tornare sulla mappa e battere un colpo dopo anni di delusioni. Attenzione, lo riscrivo: scudetto e Playoffs Eurolega.

Turning Point 💥

Tutto procede secondo tabella di marcia quando l'8 gennaio 2021 la stagione di Milano vive il momento, secondo me, cruciale che le svolta tutto o meglio: riorganizza i piani di Messina.
L'Olimpia vince a Madrid contro il Real, infila una striscia di 8 vittorie (6 consecutive compresi i successi in emergenza contro Bayern e Zenit) in 9 partite e al Round #26 si trova al 3° posto conscia che eccetto il Barcellona se la gioca con tutte. 

Una squadra che affronta la campagna europea con lo scopo di stare nelle prime 8 si ritrova ad essere la 3ª forza della competizione (se non addirittura 2ª quando il CSKA ha il caos infortuni e Mike James), CAMBIA TUTTO. Da Messina ai giocatori cresce e si radica dentro lo spogliatoio la ferma consapevolezza che "Quando si è in ballo bisogna ballare”.
La vittoria a Mosca contro il CSKA dell'11 marzo, come dirà anche il P.O.B.O, è quella che in America chiamano Statement. Milano, in campo e anche fuori, passa dall'essere “squadra da tener d'occhio” a “squadra da evitare”. CAMBIA TUTTO.

Cory Higgins 🥊

La serie contro il Bayern Monaco è stata al cardio-palma tra l'alley-oop di LeDay in G1 ed il finale thriller con la stoppata di Hines su Baldwin, una battaglia che ha esaltato ancor di più il carattere/mentalità della squadra e che 28 anni torna al grande ballo: FINAL FOUR.
Non si va alle Final Four per partecipare soprattutto dopo una stagione che ti ha visto protagonista nei piani alti, si va per vincere e qui, citando “ I Simpson”, si può vedere l'esatto momento in cui si spezza il cuore della stagione biancorossa evidenziato anche dal collega Luca Guazzoni nel suo ultimo “La Visione del Guazz”.

Punter sbaglia la tripla per accedere alla finale, Higgins segna il canestro che porta il Barça in finale. GAME OVER.

CONCLUSIONE

Milano non era entrata nella stagione 2020/21 per andare alle Final Four e giocarsi la finale, si messa lei in quella situazione grazie ad un lavoro encomiabile che ha portato coach e giocatori a crederci fermamente: un credo che ha spinto i biancorossi a dare anche più di quello che avevano e valevano. Il canestro di Higgins ha staccato la spina e spento quel fuoco che li motivava. 

Vi ricordate la “stellina dell'immortalità” di Super Mario Bros? Finito l'effetto si tornava vulnerabili. Milano aveva preso la stellina in stato adulto con anche il fuoco a disposizione (vedi foto sotto) l'8 gennaio perdendone i poteri il 28 maggio.
Di colpo si è ritrovata piccola in un livello (finali scudetto) pieno di Banzai Bill, Martelkoopa, Boomerang Bros e Bowser impersonificati tutti nella Virtus Bologna.

La Segafredo si è presentata alle finali scudetto in una forma strabiliante sotto ogni punto di vista: mentale, fisico, tecnico, tattico…un 4-0 netto e sonoro come abbiamo evidenziato nel FOCUS dedicato. L'Olimpia ha lottato ma ha sistematicamente perso ogni partita nel 4° periodo quando non ne aveva più mentalmente, fisicamente, tecnicamente e tatticamente: TKO

Icaro era volato troppo vicino al sole, le ali si sciolsero e tanti cari saluti…proprio come quest'Olimpia Milano.

 


💬 Commenti