Partizan Belgrado, da rivelazione a delusione: analisi della crisi

Analizziamo la grande difficoltà dei serbi. L'anno scorso ad una vittoria dalle Final Four, quest'anno rischiano di non partecipare neanche al Play-in

Scritto da Stefan Mancuso Nekic  | 
S.Ponticelli

Analizziamo la grande difficoltà dei serbi. L'anno scorso ad una vittoria dalle Final Four, quest'anno rischiano di non partecipare neanche al Play-in

Se Anadolu Efes e Olimpia Milano sono i due più grandi fallimenti della stagione Eurolega 2023-24, il Partizan Belgrado rischia di essere invece la grande delusione: alla pausa nazionali la compagine di Zelimir Obradovic occupa l'11° posto (12-14) a 2.0 gare dal 10° posto ed è in striscia negativa da 5 partite con 3-7 il record nelle ultime 10. A questo l'aggravante della sconfitta in finale di Coppa Korac contro la Stella Rossa.

Entriamo nella crisi dettagliatamente.

Il mancato arrivo di Mirotic e le partenze pesanti 

Tutto inizia lì. In molti se lo saranno anche dimenticato, ma Mirotic al Partizan era un affare già fatto della scorsa estate prima che il montenegrino cambiasse idea e si accasasse a Milano. Non ci interessano i motivi, ma che ci fosse stato un accordo tra le parti è stato confermato anche da coach Obradovic che in un intervista nel mese di ottobre disse del montenegrino "Abbiamo parlato del processo di costruzione della squadra, di quali giocatori volevamo portare, come volevamo giocare, era interessato a ogni dettaglio".
È da lì che sono iniziati i guai della stagione 2024 dei serbi in quanto è  comprensibile che se per mezza estate pensi di costruire una squadra intorno ad un giocatore e aspetti che lui si liberi dal suo contratto col Barcellona, ma poi quel giocatore non arriva, non solo i tuoi piani sfumano, ma sei in ritardo rispetto alla concorrenza che nello stesso lasso di tempo firmava gli altri top player sulla piazza.

A rendere ancora più complicata la ricostruzione della squadra sono state due partenze importanti che hanno visto il Partizan perdere due dei protagonisti della cavalcata del 2023. La prima è quella di Matthias Lessort che l'anno scorso contribuiva alla manovra offensiva del Partizan non solo  con i 12 punti che realizzava ogni serata ma soprattutto con i 3 rimbalzi offensivi di media con i quali creava seconde opportunità per i serbi. La seconda partenza dolorosa è stata, invece, quella di Dante Exum. L'australiano l'anno scorso era l'equilibratore della squadra serba visto che poteva giocare sia da guardia che da ala e oltre a segnare molto, quando era necessario Zeljko si poteva affidare a lui anche in cabina di regia visti i 2,7 assist che riusciva a smistare. Certamente Punter era il primo terminale offensivo anche di quella squadra, ma l'anno scorso Exum e Lessort offrivano una profondità attorno a Punter e Leday che aiutava la squadra bianconera ad avere più soluzioni e a collezionare le vittorie che poi hanno portato il Partizan a sfidare il Real in una sfida playoff persa solo in gara 5

 

Una rosa meno competitiva

Nonostante un ottima stagione il Partizan era già l'anno scorso una delle peggiori squadre in difesa e questo trend è stato confermato anche in questa stagione. Era, quindi, strettamente necessario che i nuovi arrivati riuscissero a colmare il vuoto offensivo lasciato dai partenti. Gli acquisti di Ponitka e Jaramaz si sono, invece, rivelati soluzioni inadeguate dettate dal ritardo con il quale il Partizan si è mosso sul mercato. Pj Dozier è stato l'unico acquisto perimetrale in grado di aiutare la squadra a trovare il canestro con più facilità. Nonostante ciò, l'ex Nuggets ha la pecca di alternare prestazioni esilaranti come quella da 23 punti col Maccabi a serate da dimenticare come la prestazione senza punti a referto nel principato di Monaco o le partite contro Fener e Virtus (l'andata in casa) nelle quali non ha cercato il canestro con l'aggressività a lui richiesta dalla squadra.

Anche sotto le plance i rinforzi non sono stati adatti a rimpiazzare chi giocava l'anno scorso. Kaminsky e Caboclo in due non riescono a catturare la stessa mole di rimbalzi che garantiva Lessort l'anno scorso da solo. Inoltre, le prestazioni del brasiliano sono calate a picco dopo un primo periodo a Belgrado abbastanza positivo. Sono 5 i round consecutivi in cui il brasiliano non va in doppia cifra e non è un caso che in questa serie di partite sia arrivata solo 1 vittoria. Kaminsky, invece sta migliorando il suo apporto offensivo, ma siamo lontani dal poter dire che il suo apporto sia sufficiente visto che in difesa è l'equivalente di un telepass. Questi cambiamenti non del tutto migliorativi uniti alla mancata crescita delle giovani promesse Vukcevic, Trifunovic e Koprivica e all'infortunio che ha messo completamente fuori ritmo Aleksa Avramovic hanno creato una situazione in cui tutte le responsabilità offensive sono ricadute su Punter, Leday e Nunnally che, non avendo un supporting cast all'altezza fanno il possibile per mantenere i bianconeri in lotta per le posizioni che contano.

Crisi di risultati 

Per capire il periodo negativo basta guardare l'ultima partita precedente alla sosta. In casa i bianconeri giocavano contro un Bayern che esclusi miracoli sportivi resterà fuori da playoff e Play-in. i padroni di casa hanno prima dilapidato un vantaggio che era in doppia cifra nel terzo quarto, poi nell'azione decisiva del crunch time hanno lasciato Francisco, il migliore dei bavaresi, tirare da 3 in isolamento in miss match contro Kaminsky che è il peggior difensore che Obradovic aveva a disposizione. Risultato? Partita persa malamente in casa contro un avversario abbordabile in una stagione nella quale il Partizan in trasferta fatica a vincere (3 vittorie e 11 sconfitte). Questa pesante sconfitta si inserisce in un periodo stagionale tutt'altro che positivo. Se consideriamo le ultime prestazioni tra Lega Adriatica ed Eurolega, i bianconeri hanno perso 5 delle loro ultime 6 partite tra cui un derby con la Stella Rossa in Lega Adriatica, Zvezda che poi ha fatto il bis di vittorie nei derby cittadini conquistando la coppa serba in finale proprio contro il Partizan lo scorso sabato sera. Dopo la sconfitta in coppa coach Obradovic ci ha messo la faccia prendendosi la colpa del risultato. Ha anche affermato che è suo compito far si che i giocatori restino calmi e riescano a gestire meglio le situazioni di crunch time, momenti finali in cui spesso la sua squadra è andata proprio nel pallone come testimoniato sia dalla partita col Bayern, sia dalla partita con la Zvezda persa di 6.

 

Play-in difficile da raggiungere, ma necessario per il futuro 

Il Partizan comincia l'utima fase della stagione regolare in undicesima posizione  con il record 12-14. La buona notizia è che delle ultime 8 partite di Eurolega, 5 verranno giocate in casa dove i serbi possono contare sul pubblico e su un ottimo record stagionale (9-3). La notizia pessima per la squadra è che di queste otto partite ne devono vincere sei per poter finire la stagione sul 18-16 e considerarsi dentro al Play-in. Il calendario prevede il Barcellona in trasferta, il Real Madrid e l' Olympiacos in casa. Contando che tutte le altre (Olimpia, Baskonia, Efes, Alba e Valencia) saranno delle must win per raggiungere la qualificazione, molto probabilmente sarà necessario anche superare una delle 3 big per conquistare il nono o il decimo posto. 

Se l'obiettivo Play-in non dovesse essere raggiunto dai bianconeri, esiste la possibilità che molti dei protagonisti del Partizan di questi ultimi due anni si trovino altrove la prossima stagione. Sia Obradovic sia gran parte della rosa sono in scadenza di contratto, quindi, la fine di questa stagione regolare potrebbe avere degli effetti non solo sulla stagione corrente, ma su tutto il progetto tecnico nato 3 stagioni fa. Le trattative tra dirigenza e allenatore per il rinnovo sono state avviate, ma è possibile che entrambi stiano aspettando la fine della stagione regolare per decidere se continuare insieme.

 


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