Finals 2016, Gara1: analisi tecnico/tattica
E dire che siamo arrivati ad un passo dall'avere delle finali proletarie con i Raptors, neanche degni di avere una star, e i Thunder costantemente sottovalutati e con tanti lavoratori grossi e brutti.
Invece siamo qui a goderci delle NBA Finals glitterate, le Finals con i giocatori pompati mediaticamente, le Finals che attrarranno tutti i casual fans del mondo scissi tra team Curry e team LeBron (indipendentemente dal team effettivo), insomma le NBA Finals che Adam Silver ha voluto dal profondo del suo portafoglio.
Partono bene i Cavs, che si presentano sulle note della Marcia Imperiale di Star Wars, quella che sottolinea l'entrata in scena dei cattivi, come a dire "sì, sì, abbiamo capito che quello con la faccia da 15enne è il buono". Bell'inizio, sarà l'unico schema funzionale della serata, visto che dal momento della palla a due Cleveland faticherà e non poco.
ANALISI TECNICO/TATTICA G1
Tutta la partita avrà un tema ricorrente: da una parte l'attacco dei Warriors corale, ben equilibrato nella distribuzione dei tiri e con una buona dose di movimenti, una difesa che si accende al momento giusto e una panchina superlativa, dall'altra il vuoto tattico in attacco, e l'assenza di comunicazione in difesa. Nonostante un inizio in cui i Cavs cercano, giustamente, di coinvolgere maggiormente Kevin Love in attacco, l'atteggiamento non è quello giusto e subito i Warriors mettono la testa avanti con un paio di giocate che tagliano la difesa di Cleveland un po' troppo facilmente.AZIONE 1
Ecco un esempio che evidenzia alcune lacune difensive dei Cavaliers: Cleveland ha appena sbagliato un tiro e sta tornando in difesa, Curry sta portando palla e vediamo come solo due giocatori in maglia bianca abbiano superato la metà campo, mentre quelli in maglia scura sono già praticamente rientrati. Palla sul lato destro ad Iguodala, fermo, e movimento di Thompson verso il centro, mentre Curry, Green e Ezeli rallentano per la lettura. Qui già si nota come la difesa di Cleveland sia entrata in confusione: Love (5) e Smith (2) non si sono parlati e stanno seguendo entrambi il taglio di Thompson, mentre LeBron (3) sta curando Green con la coda dell'occhio. Ezeli, non esattamente un genio della pallacanestro. sta andando ad occupare lo spazio lasciato da Thompson, perché è l'unico spazio libero sul campo al momento. Danno fatto, Love e Smith sono nel posto sbagliato, l'intera linea difensiva dei Cavs è sostanzialmente sul perimetro ed Ezeli si infila nel buco. Assist di Iguodala e schiacciata di Ezeli. Notare come la palla non sia ancora dentro e Kevin Love stia già andando in attacco. L'azione dei Warriors non irresistibile, quello che pesa è l'assenza di comunicazione, e questo genere di leggerezze a metà del primo quarto di gara 1 delle Finals può determinare l'andamento di tutta la partita. L'attacco dei Cavs è piuttosto statico, poco determinato, e il possesso perso per infrazione dei 24 secondi ne è un buon esempio. Cleveland giocherà tutta la partita cercando di forzare il cambio di marcatura su James e Love, per giocare l'isolamento e sulle iniziative, sempre in solitaria, di Irving. Golden State esprime a tratti un buon gioco, ma è davvero la pessima difesa dei Cavaliers a far brillare il gioco degli avversari.AZIONE 2
Ecco un'altro esempio di pessima difesa: Qui i Warriors stanno attaccando a metà campo. La palla (pallino fucsia) è nelle mani di Dreymond Green (DG fucsia), in punta, mentre Curry (SC verde) sta portando sulla destra un blocco per il taglio di Livingston. Livingston completa il taglio verso l'angolo sinistro, ma Jefferson lo marca stretto, quindi la palla va a Barnes e i Warriors cercano di giocare un blocco tra Green e Curry. Shumpert difende in ice, quindi si suppone che Frye si aspetti la penetrazione di Curry verso il centro. E infatti Frye difende correttamente contenendo bene Curry, che si troverà coperto fino alla linea di fondo. L'errore è di Shumpert che cerca di recuperare in raddoppio nonostante il suo compagno se la stia cavando bene. Nel mentre Dreymond Green è tornato quasi alla sua posizione di origine avendo percorso, tra andata e ritorno, circa due metri, nel totale disinteresse della difesa di Cleveland. Mentre la difesa dei Cavs collassa verso il centro, la palla torna a Green che tira dall'arco con 3 metri di spazio. In questo caso l'attacco dei Warriors si può dire che abbia fallito, perché la spaziatura per il tiro è stata creata in maniera "involontaria", anche se, ad onor del vero, viste le scelte difensive portate avanti per l'intera durata della partita, è possibile che l'ordine fosse quello di dedicare a Curry (e a Thompson) molta più attenzione. Vista a velocità normale questa azione ha un qualcosa di comico. Nella seconda metà della partita diventa determinante il contributo della panchina di Golden State, con Barbosa, Livingston e la difesa di Iguodala a salire in cattedra. Se a rimbalzo la partita è piuttosto equa, statisticamente in numeri interessanti sono la differenza di assist e palle perse tra le due squadre, entrambe determinate dalla povertà del gioco offensivo della squadra dell'Ohio. Nonostante questo però Cleveland riesce a portarsi in pareggio a circa tre minuti dalla fine del 3° quarto, attuando un gioco poco raffinato ma muscolare. Scelta poi rivelatasi logorante durante l'ultima frazione di gioco. Interessante l'uso di Livingston sui mismatch delle marcature, che produce 3 bellissimi jumper dalla media nell'ultimo quarto e mette i Warriors fuori portata.AZIONE 3
A sette minuti dalla fine (ripeto, siamo alle Finals NBA, non al campetto), Cleveland è sotto di 14 ma ha ancora una flebile speranza di tornare in gioco, non fosse che la sua difesa continua a fare acqua. In questa situazione di blando contropiede, Golden State porta palla oltre la metà campo, mentre i Cavs si posizionano in difesa. Entrambi i quintetti sono piccoli, ma Livingston, grazie alla sua sfuriata di inizio quarto, comanda la marcatura di James (4) e, con Love (5) su Green, ci sarebbero degli accoppiamenti difensivi sfavorevoli che i Warriors potrebbero cercare di sfruttare. E' da notare come già ora la situazione sia irrecuperabile sul lato debole del campo: Mentre Jefferson (3) segue Speights verso la linea di fondo, Irving (1) cerca di tenere a bada due uomini (Barnes e Barbosa) e contemporaneamente la linea del passaggio, in attesa che JR Smith (2) venga a prendersi il suo uomo. Ancora una volta la comunicazione è pessima, e Irving (1) costretto a coprire la convergenza di Barbosa in punta, cede Barnes (HB fucsia) a JR Smith (2) che però si sta facendo una dormita solenne vagando per il campo senza una meta. L'ovvio passaggio di Green verso Harrison Barnes che, da quando è iniziata l'azione, ha semplicemente tirato una linea dritta verso il canestro, non esattamente una strategia elaborata o uno schema offensivo di divina bellezza. Notare come in questo momento tutte le maglie scure, tranne JR Smith (2) sono consapevoli di quello che sta succedendo e guardano in direzione dell'azione. Il risultato lo sapete. In questa partita gli Splash Brothers non sono stati quelli che conosciamo (peggior tabellino punti di sempre come coppia), grazie ad un'attenzione particolare nei loro confronti, ma anche al fatto che non hanno messo i tiri che solitamente non hanno problemi ad entrare. Cleveland dovrebbe mettere a posto le idee e trovare un'identità offensiva con una parvenza di quadratura, ma è il lavoro che si sarebbe dovuto fare durante la stagione proprio per evitare di arrivare così impreparati alle Finals. Un plauso ulteriore a Kerr per aver gestito e distribuito mirabilmente i time-out, spezzando il ritmo agli avversari con quella maestria propria soltanto ai grandi strateghi. Iguodala prima su Durant ora su LeBron, lussuoso in difesa. Ci vediamo per l'analisi di Gara 2.
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