NBA In-Season Tournament 2023: le considerazioni

Andiamo a commentare la prima edizione dell'NBA Cup vinta dai Los Angeles Lakers contro i Pacers: progetto promosso e migliorabile

Scritto da FMB  | 
ANSA

Andiamo a commentare la prima edizione dell'NBA Cup vinta dai Los Angeles Lakers contro i Pacers: progetto promosso e migliorabile.

Sabato notte i Los Angeles Lakers di LeBron James si sono aggiudicati la prima edizione dell'NBA Cup battendo in finale gli Indiana Pacers, la novità assoluta e storica della Lega ha fatto (dopo anni di lavorazione) il suo ingresso in scena. 

IL LEADER MAXIMO

Come nella bolla di Orlando nel 2020, LeBron James ha fatto cerchio con un messaggio molto chiaro: “Io voglio vincere questo torneo e se lo voglio vincere lo volete vincere anche voi” e così è stato. I Lakers hanno giocato le 7 partite dell’In-Season Tournament con mentalità da Playoffs, 7 vittorie su 7 con le più ostiche arrivare in volata contro i Phoenix Suns di Kevin Durant (alla fine i veri rivali) ed il manifesto di questa volontà del leader Maximo è stato Anthony Davis
L’ex Pelicans sappiamo essere un po’ ondivago durante la stagione, alterna prestazioni super a mediocri con sempre lo spettro degli infortuni: nell’NBA Cup sempre presente e la finale ha dimostrato che se sano, motivato con la faccia giusta è ancora uno (se non IL) giocatore più dominate della Lega. 
Tornando a James, siamo dinanzi al PIÙ GRANDE AGONISTA della storia dello sport americano: 39 anni il prossimo 30 dicembre , 21ª stagione con alle spalle un chilometraggio mostruoso oltre a svariati trofei/riconoscimenti/record all-time, ed è ANCORA LUI il padrone della Lega. Trovatemi solo nell’NBA un altro totem come l’ex Miami, voleva vincere questo torneo per entrare nella storia e LO HA VINTO con tanto di MVP. Silver deve dedicare un monumento a James per questo suo essere infinitamente competitivo che lo ha spinto a prendere seriamente la competizione e a portare il mercato Lakers fino in fondo “salvando" la Lega un possibiel flop mediatico.

La fortuna aiuta gli audaci: bravo Silver!

Sapete che se c’è l’opportunità di bersagliare il Commisioner Adam Silver sono sempre in prima fila ma in merito all’In-Season Tournament gli vanno fatti i complimenti.
Non è semplice introdurre una “competizione Europea” in un contesto americano ma Silver ci ha creduto, l’ha voluta fortemente ed è stato bravo a a trovare la scintilla per convincere i giocatori: la fresca 

Non siamo ipocriti, il 98% dei giocatori NBA gioca per “assicurarsi la borsa” (Secure the bag, in gergo) e mettere in palio $500k a testa è stata una grande idea soprattutto in ottica di quelle squadre di “small market” per renderle mine vaganti. Il tutto oltre, chiaramente, l’opportunità di arricchire il palmares con un titolo nuovo.

Silver è stato anche molto fortunato con la finale. Chiaro, un Lakers-Celtics avrebbe avuto un pesante impatto mediatico e non solo contando che questa è la prima edizione ma nella “sfortuna” Silver si è trovato una squadra giovane, futuribile e divertente come gli Indiana Pacers (quindi un trionfo per un torneo studiato anche per avere delle sorprese) rea di aver eliminato Boston e Milwaukee, ed IL mercato più potente della Lega dove gioca IL GIOCATORE simbolo della medesima: i Lakers di LeBron James. La Lega ha avuto una finale con il grande impero ad affrontare l’underdog, la tipica narrazione che piace agli americani.

Cosa migliorare: il format

L’idea delle Final Four a Las Vegas ottima anche perché il fascino della partita secca piace sempre, non è un caso che il Super Bowl e le finali collegiali di basket e football siano gli eventi che fermano il paese. Las Vegas ormai sta diventando il polo dello sport USA e non solo tra la Sfera, le arene di assoluto livello (e sta per arrivare anche lo stadio del baseball) ed il Gran Premio di F1 “Sin City” sta dominando la scena e quindi scelta della location è stata perfetta.

Da rivedere il format per la qualificazione alla Final Eight. Quattro partite con differenza canestri per staccare il pass per la fase ad eliminazione diretta sono un po’ poche e tolgono subito dalla competizione chi ne perde 2 (vedi i Nuggets campioni in carica) e la divisione East contro Ovest fa molto Playoffs.
Un’idea potrebbe essere seguire la filosofia Europea: usare una dead-line temporanea per qualificare le migliori 4 di East ed Ovest, senza divisione in gironi, mischiandole per la fase ad eliminazione diretta: la #1 dell’Ovest affronta ai quarti la #4 dell’East. Questo mischiare le carte renderebbe tutto più avvincente anche finali intriganti tra squadre anche della stessa conference.

Ecco, da abolire i layout dei campi! Ci sta avere il layout dedicato alla competizione come il fatto che le squadre vestano le “City Edition” però alcuni campi ti bruciavano gli occhi per il disturbo cromatico: quello dei Bulls in primis, Lakers in nero su campo giallo fluo, i Suns in viola su campo viola, Toronto e New Orleans pure inguardabili.
Che poi l’NBA si è ”fregata” da sola alle Final Four: campo rosso e blu (colori della Lega) ma le squadre non potevano vestire le City Edition per contrasto cromatico con il parquet.

C’è chi dice “pagliacciata” chi “genialata”, l’NBA è obbligata e costretta a rinnovarsi per non sopperire nella solita noia, il prossimo step sarebbe rifare da capo l’All Star Week-End per esempio (abolirlo e giocare le Final Four dell’NBA Cup?) intanto l’In-Season Tournament ha fatto il suo ingresso in scena, è piaciuto ai più e potrebbe anche stupire SE ben lavorato e sviluppato.


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