Tema Italiani: le opinioni di Mario Boni e coach Messina

Il presidente della FIP ha lanciato la provocazione sul rivedere l'utilizzo degli azzurri: il vice-presidente GIBA ed il coach hanno commentato

Scritto da FMB  | 

Il presidente della FIP ha lanciato la provocazione sul rivedere l'utilizzo degli azzurri: il vice-presidente GIBA ed il coach hanno commentato.

Gianni Petrucci colpisce di nuovo e questa volta va a pungere il tema degli italiani. In un'intervista al Corriere dello Sport il numero 1 della FIP, non esplicitamente, contesta le regola de 5-6 italiani obbligatori in squadra: "Per me bisognerà rivalutare tante norme che abbiamo e che possono essere cambiate. Ad esempio quelle ‘protezionistiche’: vanno studiate bene per capire se portano vantaggi o svantaggi. Noi dobbiamo essere aperti a tutti, perché nei prossimi tre anni si adotteranno delle nuove regole. Insomma, va capito se quelle adottate in passato sono ancora attuali…”. 

Un Petrucci che poi ha corretto il tiro con un comunicato ufficiale per smorzare la tensione dopo la risposta della GIBA. 

Boni: “Tornereri ai 2 stranieri”

La GIBA (Associazione giocatori) non poteva starsene con le mani in mano rispondendo con il presidente Marzoli tramite un comunicato ufficiale ed il vice Mario Boni che rilancia una vecchia idea: “Ah, fosse per me, io vorrei rivedere due extra-comunitari per squadra e tutti italiani! Può anche darsi che mi sbagli, ma penso di poter affermare che era la formula migliore, avendo attraversato più epoche del basket, perché ero in campo quando giocava Dino Meneghin ma anche Danilo Gallinari - aggiunge - Gli stranieri, essendo solo due, erano più selezionati e quindi s’imparava realmente qualcosa da loro nel corso di una stagione. In più, i tanti italiani presenti nel roster creavano affiliazione sia con il club che con i tifosi".

Messina: “I più bravi giocano, non si guarda il passaporto”

Anche coach Ettore Messina, intervistato sempre dal Corriere dello Sport, ha parlato del tema italiani: “I club chiedono un mercato ‘libero’ perché, essendoci una regola protettiva, gli stipendi degli italiani diventano più alti. L’italiano valido è stato ritenuto una risorsa scarsa e di conseguenza ha aumentato il suo valore di mercato. A fronte di uno straniero di qualsiasi provenienza - aggiunge - I coach mandano in campo quelli che sono più utili o funzionali per vincere una gara. Posso garantire che i tecnici non guardano né il passaporto né il colore della pelle, ma solo chi è più bravo o meno bravo”.


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