Finals 2016 Gara1: le pagelle

Alla prima uscita all'Oracle Arena steccano gli "Splash Brothers" ma il supporting cast guidato da Livingstone-Barbosa-Iguodala gioca una gara spaziale portando a casa il primo match. Per Cleveland problemi a contenere le ondate Warriors e la staticità in fase offensiva, con LeBron ultimo a mollare, andiamo a dare i voti con le nostre pagelle.

PAGELLE

GOLDEN STATE WARRIORS  Stephen Curry 5: Esulta ma non esalta. Parte marcatissimo come presumibile ma infila comunque due bombe appena gli concedono uno spiraglio. Fa venire i brividi ai tifosi quando rientra negli spogliatoi a fine primo quarto uscendo però dopo soli 6’. Sbaglia tiri per lui inusuali anche in penetrazione tornando a segnare a 1’ dalla fine del 3 quarto nel momento in cui i GSW decidono di azzannare la contesa. Kerr lo lascia giustamente in panchina quando in campo dominano Livingstone e Iguodala, sapendo che una gara storta può capitare, soprattutto quando comunque porti la posta in palio a casa. Klay Thompson 5: Come l’altro Splash, parte freddissimo trovando solo il ferro ma applicandosi in difesa contro il Love o il LeBron che sia. 4/12 in 24’ non valgono la sufficienza ma anche per lui verranno tempi migliori. E questo per Cleveland non è proprio di buon auspicio. Draymond Green 7: Spesso lo battezzano da fuori e lui punisce con regolarità con 16 punti. In area è il solito selvaggio "Dancing Bear" capace di donare energia (11 rimbalzi) e anche di trovare lo spiraglio giusto (7 assist, quindi tripla doppia sfiorata). Sono previste almeno altre 3 battaglie, e come sappiamo, l’ex Spartans ha la faccia giusta per competere. Andrew Bogut 7: Per uno che in stagione ha viaggiato a 5 punti di media, piazzare 10 punti dopo nemmeno 30’ è davvero tanta roba. Se servito bene sotto le plance mette quel mattoncino che pesa tanto e fa capire che la serata è di quelle propizie nella Bay Area. Harrison Barnes 6,5: Torna in quintetto dopo la panchina a favore di Iguodala con Okc e la voglia di rivalsa è tanta: 7 dei primi 9 punti son suoi, dimostrando la consueta mano aggraziata e intelligenza tattica. Andre Iguodala 8: Difende alla morte, è sempre presente in attacco e quando la palla pesa come un lottatore di sumo non tradisce, trovando sempre il fondo della retina. Si inserisce sotto la pelle dell’attacco Cavs e quando il buon Andre innalza a questo livello il suo gioco, anche per campioni come LeBron o Love diventa un'impresa trovare il cesto. Shaun Livingstone 9: Che dire della sua partita…spaziale, a tratti irreale per lucidità, bellezza cestistica e capacità di crearsi un canestro in tante situazioni diverse. Una garanzia in mano a Kerr. Glaciale, pulito, energico, tecnico e quando prende ritmo diventa un killer spietato, su entrambi i lati del campo. 20 punti sono il suo career high nei playoff ed è l’MVP all’unanimità di gara-1. Anderson Varejao 6: Fa sentire il fisico a chi prova ad avvicinarsi al cesto con molte piccole cose utilissime per spezzare il morale Cavs. Leandrino Barbosa 7,5: Rivede il campo dopo aver passato tanto tempo a scaldare il pino e parte super carico con 7 punti dando il primo svantaggio in doppia cifra a Cleveland. Spina nel fianco per la difesa avversaria, il 5/5 dal campo è sinonimo di classe sfruttata a dovere. Obrigado. Festus Ezeli 5,5: Forse è quello che soffre maggiormente l’attacco Cavs, trovando poi poco ritmo in fase offensiva. Speights, Clark, Rush SV: alla prossima boys. Steve Kerr 7,5: Capisce subito che è il caso di collassare sul pitturato per limitare LeBron. Capisce altrettanto in fretta che per arginare il terzo quarto dei Cavs deve dare fiducia alla panchina e viene ripagato da tanta energia e tante perle che compensano la prova sottotono degli “Splash Brothers”. CLEVELAND CAVALIERS LeBron James 6: Pronti via e tutti sono subito aggrappati al King che in area sembra aver strada libera, illusione che dura ben poco. Gestisce il suo attacco con raziocinio ma pian piano Iguodala e la difesa Warriors gli prendon le misure e gli isolamenti non funzionano più come prima. Sfiora comunque la tripla doppia (23+12+9) ma da soli non si può vincere all’Oracle Arena. Il suo discorsetto per cambiare la faccia di molti in gara-2 è scontato, avrà seguito? Perchè fin qui hanno giocato dei playoff quasi in discesa, e la salita davanti rischia di presentarsi fin da subito proibitiva. Kyrie Irving 5: Ok, chiude con 26 punti (11/22 dal campo) ma con 11 liberi segnati e una marea di attacchi gestiti come peggio non si poteva. Primo tempo in chiaro scuro, riemerge nel terzo quarto col piglio giusto ma è troppo poco per aver la meglio sull’avversario. Chiamato anche lui al pronto riscatto. Kevin Love 5,5: Il primo cesto della serie è il suo e anche se in difesa paga spesso dazio, quando ha la possibilità di attaccare lo fa regolarmente (doppia doppia a fine 3 quarto), soprattutto nel miglior momento ad inizio secondo tempo. Paga anche lui una cattiva gestione dell’attacco nel momento di sfuriata Warriors, andando poi in affanno anche in difesa. Tristan Thompson 5: Pigrissimo e quasi svogliato in difesa su Bogut che gli piazza subito punti su punti sopra la testa. Quando riescono i giochi offensivi martella in alley oop alzando il proprio ritmo senza mai diventare un fattore come ha dimostrato a tratti nelle precedenti serie contro Hawks e Raptors. JR Smith 4: Male. Il peggiore di Cleveland. In 36’ prende solo 3 conclusioni (una realizzata) ma soprattutto subisce in difesa dando l’impressione di aver lasciato negli spogliatoi il giocatore che nello scacchiere di Lue sa punire quando serve. Channing Frye 5: Lue lo butta nella mischia sapendo di aver in lui un atleta sempre abile a fare la cosa giusta ma in 7’ non gli riesce praticamente niente, venendo travolto dall’onda gialloblù. Iman Shumpert 4,5: Spara la prima bomba a referto e si poteva pensare ad una sua possibile gara da protagonista. Speranza vana, 17’ di nulla. Matt Dellavedova 4,5: Si nota per il fallo a sud dell’equatore ai danni del probabilmente ancora dolorante Iguodala. Stop. Jones, Williams, Mozgov SV: li vedremo mai per più di 4-5’ nella serie? Tyronn Lue 5: I suoi tolgono il respiro a Curry fin dalla palla a due ma il supporting cast di Golden State macina canestri e anche con il quintetto leggero (Love da 5) la situazione non migliora. Le cose funzionano se attaccano forte nei primi secondi nell’azione ma spesso la palla non gira e la transizione difensiva non è ottimale come la comunicazione del quintetto in campo sulle ripartenze degli uomini guidati (almeno in gara-1) da Livingstone. Senza il contributo di tutti non si vince, vedere la panchina avversaria per la conferma.

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