Crisi Reyer Venezia e Tonut sta diventando un caso
I lagunari faticano a trovare continuità in questa stagione, il roster è stato mal rinforzato e le fondamenta scricchiolano
I lagunari faticano a trovare continuità in questa stagione, il roster è stato mal rinforzato e le fondamenta scricchiolano.
Siamo sempre stati abituati a vedere una Reyer Venezia versione diesel, difficoltà ad inizio stagione ma poi carburare e diventare un incubo per tutte le altre squadre, ma quest'anno sembra che la “Legacy” di coach De Raffaele sia arrivata agli sgoccioli.
I numeri dicono che in campionato è 5-7 (insieme a Sassari e Brescia ma con gli scontri diretti persi) all'12° posto reduce da 3 sconfitte consecutive, mentre in Eurocup è 3-4 dopo l'ultimo successo contro Cedevita.
La squadra non regge 40', questo è il problema che nelle ultime partite è emerso maggiormente, i numeri parlano chiaro: 26-11 e 27-11 sono i parziali degli ultimi periodi nelle sconfitte contro rispettivamente Sassari e Tortona. Una squadra che alla prima imbarcata non riesce a reagire e non riesce a farlo di gruppo. La forza di De Raffaele e delle sue squadre è sempre stata la difesa: la bucano tutti!
In attacco è troppo prevedibile perché o si va sotto da Watt, o tira Tonut in isolamento o siamo alle invenzioni degli altri che il più delle volte si rivelano forzature senza senso.
E questo emergono due problemi principali
Roster non all'altezza
De Raffaele ha poche colpe perché questo roster ha tante falle, se si esclude il sempre presente Mitchell Watt il resto non convince, sopratutto i nuovi innesti: Victor Sanders, Tarik Phillip (entrambi sembrerebbero con le valigie pronte), Martynas Echodas sono impalpabili e spesso deleteri. Michele Vitali e Jeff Brooks si impegnano ma di concreto portano poco.
A tutto questo aggiungiamoci un evanescente Julian Stone (ora out per Covid) e le situazioni spinose di due giocatori chiave come Austin Daye e Stefano Tonut.
Prigionieri
Siamo onesti senza far troppi giri di parole: Daye e Tonut non dovevano giocare nella Reyer questa stagione ed il campo sta parlando chiaramente. Daye già di suo è uno che ti gioca in base a come si sveglia, quest'anno siamo al “trascinarsi per il campo” , i numeri non sono da buttare (9.1 punti in campionato e 10.1 in Eurocup) ma la sensazione è di uno che gioca perché deve. In estate la Reyer ci ha provato a liberarsene ma nessuna si è presentata alla porta per l'ex Pesaro che è rimasto nella Laguna sicuro di un tetto e uno stipendio.
Per Tonut discorso diverso, la storia la sappiamo tutti: lui voleva l'Eurolega, le candidate c'erano (Kazan e Milano) ma il presidente Brugnaro, soprattutto per una questione di principio ed orgoglio, ha declinato tutte le proposte ribadendo che il giocatore ha ancora un anno di contratto da onorare. Massimo rispetto per il presidente però è palese che non è il Tonut dell'anno scorso.
Contro Lubiana è stato decisivo (16 punti) ma nelle tre precedenti partite sembrava ci fosse in campo il cugino scarso oltre alla beffa di Casale con un problema durante il riscaldamento. Lui non ha mai nascosto (in maniera celata) che sperava di cambiare aria in estate per poter giocare in Eurolega, altri giocatori avrebbero scioperato o “giocato contro”, Stefano no però è evidente che gli manca la scintilla che l'anno scorso lo ha portato a vincere l'MVP del campionato.
NO CLICK
No. Questa Reyer Venezia oggi non può replicare il solito copione di cui vi ho scritto all'inizio. È vero che l'ossatura c'è ancora (De Nicolao, Bramos, Tonut, Daye, Watt, Cerella) ma ha anche un certo kilometraggio, non è uno ma ben 2 (se non 3) i gradini sotto le super potenze Olimpia e Virtus, che ci sta, ma Venezia fatica a stare un partita con tutte le altre.
Possono avere quei momenti di orgoglio come la rimonta contro Pesaro ma è palese che questo organico non è all'altezza e il presunto arrivo di Kostas Koufos a gennaio (visto due anni fa al CSKA in condizioni imbarazzanti) non può essere la soluzione.
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