Evolution Awards Race (16/02/2018)

Puntata della nostra Evolution Awards Race che ci porta al week end dell’All Star Game. L’unico vero cambio è nella leadership del C.O.Y., dal Canada qualcuno, rispetto alla scontata vittoria di coach Stevens data da molti, ha idee diametralmente opposte. Per il resto qualche vecchio amico torna a far capolino nei vari podi delle classifiche. E la lotta per l’MVP si fa davvero interessante.

MVP

1) James Harden (HOU): Settimana che consegna il primato della Western Conference ai suoi Rockets, ed il barba prosegue nella serie di partite a livello altissimo. Quest’anno sembra anche meno incline alle forzature. 2) Anthony Davis (NOP): Definirlo dominante vicino a canestro, e non solo, è ancora poco. Si è caricato tutta New Orleans sulle spalle ed ha l’idea, e la voglia, di portarli alla post season. Quando gioca così è entusiasmante. 3) Giannis Antetokounmpo (MIL): Sembra aver finalmente trovato continuità, proseguendo nelle sue prestazioni di grande efficacia. In questo momento decisivo per la stagione dei Bucks, si sta facendo trovare molto pronto.

R.O.Y.

1) Ben Simmons (PHI): Adesso ha deciso che si può anche alzare il livello nella propria metà campo, senza far scendere l’intensità offensiva. Nel buon momento Sixers c’è tanto, tantissimo del ragazzo australiano. 2) Donovan Mitchell (UTA): Simmons chiama, Mitchell risponde. Il periodo incredibile degli Utah Jazz è, anche, merito del rookie con la canotta #45, che sta giocando da vero leader offensivo della squadra più calda della lega. 3) Lauri Markkanen (CHI): Anche se i Bulls sono alla deriva, il finlandese, quando gioca, è la cosa più simile ad un tedesco con base texana che si sia vista nella lega. E dimostra di avere ampi spazi di crescita. Altro talento con futuro più che roseo.

SIXTH MAN

1) Lou Williams (LAC): I Clippers si sono riassestati, hanno assimilato i nuovi arrivati, e si sono messi in caccia dell’ottavo posto della Western. Williams è tornatpo a fare quello che uscendo dalla panchina spacca in due le partite. Stagione da incorniciare. 2) Jordan Clarkson (CLE): Lo abbiamo lasciato in California, lo ritroviamo in Ohio, alla corte del Re. E poco è cambiato per lui, se si esclude l’ambizione a lottare per qualcosa di serio a Giugno. Comunque produttore di punti ed opzioni offensive, e non far scendere l’intensità del gioco quando entri a partita in corso è sempre fondamentale. 3) Terry Rozier (BOS): Calo per i Celtics, Rozier è uno dei pochi che cerca di evitare che la piccola crisi si protragga troppo. Voglia ed intensità e sui due lati dal campo come mai nella sua carriera.

D.P.O.Y.

1) Al Horford (BOS): Altro giocatore che cerca di non perdere l’orientamento in questo brutto periodo dei Celtics. Certo da solo non può fare molto, ma in difesa cerca sempre di imporre la sua tecnica ed il suo fisico. 2) Paul George (OKC): Impressionante in questo periodo sulla palla, sia con i pari ruolo che con giocatori anche più grossi di lui. Maestro nel deviare i passaggi, procurando recuperi e facili transizioni ai suoi Thunder. 3) Rudy Gobert (UTA): Il francesone è tornato! Ed i risultati si vedono. Intimidazione, aiuti, scivolamenti anche contro i piccoli. La geografia sotto il canestro Jazz è letteralmente cambiata da quando è tornato in forma.

M.I.P.

1) Andrè Drummond (DET): Eh no, il centrone dei Pistons non conosce periodi di pausa. Continua ad impressionare la concentrazione che mette ogni sera che scende in campo, e di questo ne trae/traggono giovamento lui ed i suoi Pistons. 2) Victor Oladipo (IND): Anche lui non accenna a fermarsi, e l’unica pausa che ha avuto è dovuta ad un problema fisico. Per il resto leadership offensiva, e non solo, intensità ed aggressività nelle scelte. Pacers in lotta addirittura per un posto nelle prime quattro della Eastern. 3) Gary Harris (DEN): Altro giocatore che sta vivendo un momento tecnico/atletico incredibile. Trascinatore, assieme al centrone serbo, di un gruppo di ragazzi che sta andando oltre le aspettative.

C.O.Y.

1) Duane Casey (TOR): Sorpasso!!! Non solo in classifica per la leadership della Eastern Conference, ma anche nella nostra graduatoria. Casey sta allenando con criterio, facendo sentire tutti importanti. E per valutare bene il suo valore basta vedere le statistiche della second unit e come sta in campo. 2) Brad Stevens (BOS): Chiarissimo momentaccio Celtics, preventivabile quando la stagione è così lunga. Coach Stevens comunque continua ad allenare come sa fare lui, cercando risposte in tutti i giocatori. Molto importante continuare a far sentire tutti necessari, ma adesso è il momento di imporre chiare scelte. 3) Michael Malone (DEN): La favola Nuggets continua. Malone ha reso questo gruppo di ragazzi consapevoli delle proprie possibilità, facendo scelte precise ed a volte anche coraggiose. E questo di solito paga sempre. Arrivederci alla prossima puntata

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