Golden State Warriors, una dinastia al termine?

Nonostante siano stati eliminati, Golden State potrebbe ancora avere abbastanza per vincere un titolo la prossima stagione.

Scritto da Giovanni Marino  | 

Nonostante siano stati eliminati, Golden State potrebbe ancora avere abbastanza per vincere un titolo la prossima stagione.

Il discorso sull'"ultimo ballo" è iniziato molto prima di questa serie, e non si fermerà presto.

Steve Kerr ha detto che di solito ci vogliono circa 24 ore per superare una perdita ai playoff. Contempli i tuoi rimpianti, poi vai avanti. I Golden State Warriors impiegheranno molto più tempo per superare la stagione appena conclusa.
Dopo una mediocre stagione regolare, i Warriors sono stati eliminati in gara 6 contro LeBron James, Anthony Davis e i Los Angeles Lakers per porre fine al sogno di un championship back to back. Se vogliamo essere onesti, Golden State sarebbe stata mandata a casa al primo turno dai Sacramento Kings, se non fosse stato per una storica performance da 50 punti di Game 7 di Steph Curry.

Le prove erano davanti a noi per tutta la stagione e, nonostante i tratti che hanno tentato di convincerci del contrario, la verità è diventata chiara: questi Warriors non erano semplicemente abbastanza buoni. Questa è la realtà. Lo sappiamo, e la squadra lo sa.

Andiamo ora a vedere cosa attende i Warriors nel futuro. 

Klay Thomspon

Losangelico DOC, aspettava la serie contro la squadra gialloviola dall'inizio della sua carriera in NBA, e quando il destino li ha fatti incontrare la guardia tiratrice dei GSW non si è fatta trovare pronta.
Le statistiche sono state dalla sua parte solamente nelle prime due gare della serie, poi buio totale: Nelle prime due gare a girato a 27.5 punti, 2.5 assist e 3 rimbalzi  di media a partita, poi come detto è calato drasticamente: nelle ultime 4 partite, la guardia a girato a medie a cui non girava dal suo anno da rookie, 10, 5 punti, 2 assist e 5 rimbalzi a partita.
“E oltre al danno la beffa”: con la sconfitta in Gara 6 contro i Los Angeles Lakers, Klay Thompson perde anche un record. La guardia dei Golden State Warriors aveva infatti la più alta percentuale di vittorie ai playoff, ma la serie contro i losangelini ha rovinato i suoi numeri.
Tornando invece al discorso di cosa accadrà nel futuro prossimo, Thompson ha ancora un anno di contratto da 43.2 milioni di dollari e quindi quest’estate può estendere il suo accordo con la franchigia, cosa che lui si aspetta accada anche solo come riconoscenza nei suoi confronti. Allo stesso modo però Golden State si aspetta uno “sconto” da parte di Klay, specie dopo una serie difficile contro i Lakers (10/36 da tre nelle ultime quattro gare) e dopo quello già accettato da Andrew Wiggins un anno fa per rimanere a San Francisco.

La volontà di Draymond Green

Dopo aver ricevuto la sua ottava nomina per un quintetto difensivo stagionale, il prodotto di Michigan State si trova alla fine del suo contratto e le incognite ora sono tante. 
Il giocatore, uno dei volti dei Warriors dell’era Kerr, ha una player option da $28.6 milioni prevista per la prossima stagione sulla quale deliberare. Stando al frontman di The Athletic, indipendentemente da quello che si deciderà, se fare opt-in e estensione o opt-out e ri-firma, Green resterà a Golden State, essendoci un interesse reciproco nel continuare i rapporti. Al punto che Dray ha già dimostrato il proprio amore verso la franchigia della baia nella conferenza stampa post-partita di gara 6: "Voglio essere un Warrior per il resto della mia vita. Voglio andarmene con gli stessi ragazzi con cui sono arrivato.”
Dando anche una valida motivazione per la prossima stagione: “Non è finita per noi. Abbiamo perso quest’anno, torneremo il prossimo”. Questo non significa che Green resterà sicuramente, dato che la situazione vede già presenti numerose squadre interessate al giocatore, ma è certamente un buon segno per Golden State, che cercherà di sicuro di tenersi tra le proprie braccia un giocatore chiave che ha aiutato a vincere i titoli dell'era Kerr.

La fine dell'era Bob Myers?

Il vero rischio per gli Warriors, però, è quello di perdere il vero free agent più importante di questa estate, vale a dire Bob Myers. In un lungo articolo di The Athletic è stata descritta dettagliatamente la situazione del capo della dirigenza degli Warriors, architetto delle squadre capaci di vincere quattro titoli e raggiungere sei finali negli ultimi otto anni, il cui contratto è in scadenza il 30 Giugno e le trattative con la proprietà per rinnovarle sembrano essere arrivate a un punto morto. La questione è principalmente economica: conscio di quanto fatto negli ultimi 12 anni, Myers sente di meritare un contratto da top assoluto della lega, mentre al momento si aggira attorno al settimo/ottavo più pagato in NBA. In sostanza, Myers per andare avanti vuole un contratto da oltre 10 milioni di dollari l’anno, e fino a questo momento la proprietà di Joe Lacob non sembra intenzionata a concederglielo. Per questo motivo Myers da tempo ormai si sta guardando intorno, sia per proseguire la sua carriera come dirigente sia per "cambiare vita", magari passando nel mondo dei media (recentemente ha aperto il suo podcast e il suo primo ospite è stato Steph Curry).
Pare che comunque il GM ora abbia ricevuto due settimane di tempo per decidere se cambiare aria o meno, dato che la voglia che lui rimanga é forte anche all'interno dello spogliatoio oltre che nella baia in generale.

La giovinezza

Un altro dei nodi da risolvere è quello di Kuminga, che dopo una buona seconda parte di regular season (13.2 punti di media dopo la pausa per l’All-Star Game) si è visto ridurre il minutaggio nella rotazione di coach Steve Kerr, generando frustrazione tanto nel giovane quanto nel front office. Ci si attende che la rotazione venga rivista questa estate, ma se dovessero rimanere Green e Looney, lo spazio per lui sarebbe ridotto. Se non dovesse esserci un posto da titolare per lui, potrebbe chiedere la cessione
Ancor più precaria è la situazione di Jordan Poole, il cui contratto salirà a 27.4 milioni a partire dalla prossima stagione. Il suo rendimento in questi playoff è stato scadente, finendo anche lui sempre più fuori dalle rotazioni di coach Kerr, e nel caso in cui sia necessaria una manovra per abbattere i costi, lui sembra il pezzo più sacrificabile. Rimane però il giocatore offensivamente più dotato (20.4 punti di media in regular season) e creativo alle spalle di Curry: sostituirlo non sarà semplice.
I Playoff di Jordan Poole sono stati sicuramente al di sotto delle aspettative e c’è già chi definisce il suo contratto da 140$ milioni in quattro anni come il peggiore della Lega.
In Gara 4 Steve Kerr gli concede solamente dieci minuti in campo e lui risponde con 0 punti e 0 su 4 dal campo. Ormai è anche difficile valutarlo, poiché la fiducia del 23enne sembra essere bassissima.
Dopo i 21 punti segnati in Gara1, con la tripla decisiva sbagliata (per alcuni forzata), Poole non è più riuscito a mettersi in mostra, segnando solo 11 punti totali nelle successive tre gare.

 Forse quello di Poole non sarà il peggior contratto della Lega, ma possiamo dire che offrirgli 140 milioni di dollari dopo solo un’ottima stagione è stato un grande azzardo da parte dei Warriors. Poole non è ancora riuscito a esprimersi sui livelli della passata stagione e sta anzi mostrando diversi limiti mentali e tecnici.

 

 

 


 

 

 

 


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