Banchero, l'incontro a Milano: "Ammiro Melo e LeBron"

Il rookie dei Magic ha incontrato i media al Foot Locker di piazza San Babila rispondendo alle curiosità.

Scritto da Valentino Aggio  | 

Il rookie dei Magic ha incontrato i media al Foot Locker di piazza San Babila rispondendo alle curiosità.

Il nuovo Rookie Of the Year Paolo Banchero è stato a Milano in mattinata incontrando i media al Foot Locker di Piazza San Babila. Il giocatore originario di Seattle si è gentilmente prestato alle domande del mediatore, il deejay Gianluca Gazzoli, e delle community di basket in Italia, regalando così una piacevole intervista sul proprio anno da rookie, le proprie ispirazioni e la sua vita al di fuori della pallacanestro.

Hai sentito l'affetto degli appassionati italiani nel corso di questa stagione?

Ho sentito il vostro affetto nel corso della stagione: più di qualche volta mi è capitato di vedere qualche bandiera italiana, sia a Orlando che in altre città come New York o Portland. Il vostro sostegno è stato molto presente anche nei social media: ho ricevuto moltissimi messaggi, l'ho apprezzato davvero molto”.

Cosa hai provato quando sei stato nominato Rookie Of the Year?

Mi sono sentito davvero bene quando sono stato nominato Rookie Of the Year: ero alla facility degli Orlando Magic insieme alla squadra ed alla mia famiglia, abbiamo guardato l'evento su TNT. È stato un sollievo per me, questo premio era l'obiettivo fin dal giorno in cui sono stato scelto al Draft e l'ho raggiunto. Una volta ottenuto il premio ho cominciato a pensare anche al futuro”. 

Ci sono dei giocatori NBA, attuali o del passato, che ammiri particolarmente?

Quando ero un ragazzino i giocatori che più adoravo erano senza dubbio Carmelo Anthony e LeBron James, li ammiro molto. Mi ricordo bene la prima volta che ho incontrato LeBron: ero al liceo ed il genitore di un mio amico allenava il figlio di LeBron, così ho avuto l'opportunità di incontrarlo. È stato un momento pazzesco, non lo dimenticherò mai”.

Molti qui sono dei videogiocatori: com'è stato trovare il tuo personaggio nell'ultimo NBA 2K?

Mi piace molto giocare ai videogiochi e, come molti ragazzi, sono cresciuto giocando a NBA 2K. Trovarmi all'interno del gioco è stato incredibile, anche perché ero ancora al college quando è successo: sono venuti al campus per farmi il face scan poco prima del draft. Gioco molto con la mia squadra ed il mio personaggio, così come tanti dei miei amici: devo dire che il mio personaggio non è per niente male”.

Hai seguito le NBA Finals? Cosa ne pensi?

Denver senza dubbio è stata la squadra migliore durante la stagione, così come Nikola Jokic è stato il giocatore più forte dell'anno che ha portato la squadra dove non era mai arrivata prima. È tutto merito loro, ma anche Miami ha fatto una postseason eccezionale: erano il #8 seed, nessuno avrebbe mai pensato che sarebbero arrivati fino alle NBA Finals”. 

Quali sono i tuoi idoli al di fuori della pallacanestro?

Sono un grande fan del football americano fin da quando ero bambino, mio papà giocava al college. Ho la maglia dei Seattle Sehawks. Rispetto molto come giocatore Tom Brady e penso sia uno dei più grandi quarterback di tutti i tempi, anche se mi ha spezzato il cuore quando ci ha battuti nel Superbowl. Tyler Johnson è il mio reciever preferito, ma ce ne sono altri. Mia sorella gioca a calcio al college, quindi metterei anche lei in questa lista”.

Hai altri interessi oltre alla pallacanestro?

Semplicemente, mi piace stare a casa e rilassarmi: la stagione è davvero lunga e c'è poco tempo per riposarsi, quindi vedo di sfruttarlo a pieno. Giochiamo davvero spesso, circa ogni due giorni, senza contare i back-to-back. Oltre alle partite ci sono gli allenamenti, anche quando non giochiamo la sera: è davvero tanto lavoro. Guardo molti programmi televisivi e film, poi gioco ai videogiochi. A dire il vero, devo ancora capire bene che cosa poter fare al di fuori del basket”.   

Qual è il ricordo migliore della tua prima stagione NBA?

Sicuramente vincere il titolo di Rookie Of the Year, ma quello è successo dopo la fine della stagione. Un ricordo che porterò sempre con me è quello della prima partita: scendere in campo per la prima volta a Detroit con i miei genitori a bordo campo è stato speciale. Senza dubbio anche giocare a Portland è stato incredibile: è la città più vicina a quella da dove vengo, ovvero Seattle. Avere tutti i miei amici a supportarmi è stato di grande aiuto”. 

Un ringraziamento a ProBeatgency per l'invito e l'organizzazione dell'evento.


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