Il Caso Elliott: ancora sospeso, ancora salvo!?
Uno dei casi che sta facendo discutere nel mondo NFL è quello legato alla sospensione/non sospensione di Ezekiel Elliott (22 anni), il talentuoso running back dei Dallas Cowboys. L'elenco dei provvedimenti a favore o contro la star del team texano è una litania di appelli, contro appelli, reclami ecc ecc...che risulta difficile anche per chi vi scrive tenere il conto della cosa. Cerchiamo di fare chiarezza su quanto successo dall'inizio di questa vicenda, provando a semplificare termini e vicende il più possibile.
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- Nell'estate del 2016 le autorità di Columbus (Ohio) decidono di NON procedere con un'inchiesta ufficiale nonostante le denunce di Tiffany Thompson, che accusa il suo ex partner, il running back dei Dallas Cowboys Ezekiel Elliott, di violenze e molestie. Il mancato procedimento è legato ad alcune incongruenze negli elementi a disposizione delle autorità.
- La NFL non si ferma alle (mancate) evidenze delle autorità dell'Ohio e decide di andare a fondo nella vicenda facendo emergere, a loro parere, la certezza delle violenze arrecate dallo stesso Elliott nei confronti della sua ex fidanzata. Il Commissioner Roger Goodell recapita quindi, ad inizio agosto 2017, una pesantissima sanzione di 6 giornate di stop da scontarsi ad inizio stagione 2017. A nulla vale la testimonianza sotto giuramento dello stesso running back che nega qualsiasi addebito.
- Preso atto della sentenza, Elliott e la NFLPA (il sindacato dei giocatori) si rivolgono alla giudizia ordinaria e una Corte di giustizia texana, l'8 settembre, sospende la decisione della NFL in quanto sembrano emergere delle mancanze in fase di indagine da parte della Lega stessa. Per il #22 si riaprono le porte di allenamenti e partite per l'ex Ohio State che può quindi debuttare contro i New York Giants alla prima di Regular Season.
- La NFL non ci sta e fa appello alla decisione di questa corte. Il 12 Ottobre, la 5th U.S. Circuit Court of Appeals di New Orleans ribalta la decisione del giudice texano e, citando un problema di giurisdizione, ristabilisce la correttezza della situazione in favore della Lega che può quindi sospendere di nuovo il giocatore.
- Sostenuto dal sindacato giocatori, Elliott si gioca l'ennesima carta di questa infinita maratona giudiziaria e si rivolge quindi ad un altro grado di giudizio presso una corte federale di New York. In assenza del giudice delegato a questa decisione, il suo sostituto decide di sospendere la decisione fino al 30 Ottobre quando il giudice incaricato sarà rientrato dalle ferie. Nel frattempo, però, ridà la possibilità al #22 di poter scendere in campo (il 22 Ottobre contro i San Francisco 49ers e probabilmente anche la domenica seguente contro i Washington Redskins).
Come si può notare l'arzigogolio dato dal sovrapporsi di provvedimenti di vari livelli di Giustizia dati da tribunali di diverso tipo e Stato, non aiuta certo a dipanare la matassa di questa faccenda di cui, come per il caso Tom Brady, si è quasi persa la cognizione della causa originale del tutto. Vale la pena di ricordare che nel caso di Brady, il quarterback dei Patriots ha finito per scontare la propria pena saltando le prime quattro giornate della scorsa stagione.
Per quanto riguarda il destino del 'back dei Cowboys non resta che attendere il 30 Ottobre sperando di avere una decisione definitiva.
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