NCAA, Considerazioni finali sulla March Madness 2024

Ieri si è conclusa la 85esima edizione del torneo NCAA con UConn nuovamente campione. Qui sotto trovate le nostre considerazioni riguardanti il torneo

Scritto da Stefan Mancuso Nekic  | 
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 Ieri si è conclusa la 85esima edizione del torneo NCAA con UConn nuovamente campione. Qui sotto trovate le nostre considerazioni riguardanti il torneo

UConn: Una vittoria da 130 e lode!

Nella finale contro Purdue, gli Huskies sono riusciti a confermarsi campioni NCAA ripetendo il successo arrivato lo scorso anno contro San Diego State. Questa volta il successo è arrivato grazie a due fattori principali. Il primo sono i tanti punti conquistati nel pitturato avversario, mentre il secondo è stata l'ottima difesa sul supporting cast dei Boilermakers. Nonostante i soli 7 punti di Clingan, i campioni sono riusciti a realizzare ben 44 dei propri 75 punti nell'area avversari grazie ad azioni in cui Uconn libera l'area tenendo il proprio centro all'altezza del tiro libero per poi servire i tagli delle guardie. In difesa gli Huskies marcano egregiamente i giocatori non chiamati Zach Edey tenendoli a percentuali basse (9/29 dal campo).
La vittoria del titolo entra nella storia non solo per essere il secondo consecutivo o il sesto in soli 25 anni, ma soprattutto perchè gli Huskies demoliscono il record di scarto totale  in tutto il torneo fermandosi a 130 punti di margine complessivo sulle avversarie del torneo. Contando che le partite del torneo sono 6 significa che gli Huskies hanno vinto con 21 punti di scarto a partita di media. Tutto questo lo si deve al sistema creato da coach Hurley che nonostante avesse a disposizione giocatori con buon talento individuale, ha sempre dato precedenza ad un gioco con molta circolazione palla e pace elevato in attacco mentre in difesa si basa tutto il sistema sulla presenza di un centro in grado di chiudere il pitturato (Sanogo o Clingan). Ad oggi dopo il ritiro dell'iconico coach K, avvenuto due estati fa, è sicuramente Dan Hurley l'allenatore più forte nel panorama cestistico collegiale. La sua prossima sfida sarà costruire praticamente da 0 la squadra per l'anno prossimo visti i molti giocatori che saliranno in NBA in questa estate.

Zach Edey il giocatore più dominante del Torneo NCAA

Zach Edey non è riuscito a portare il titolo NCAA a coach Painter, ma ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per raggiungere l'obiettivo. Ha guidato i suoi compagni ad una cavalcata fino alla finale, trascinando una squadra che senza di lui probabilmente non avrebbe superato nemmeno il Second Round portandola alla grande finale. I suoi 29,5 punti, 14,5 rimbalzi e 1,8 stoppate di media con il 64 % al tiro sono numeri che raramente rivedrete nella March Madness. Non è un caso che Zach sia l'unico giocatore non di Uconn presente nel quintetto ideale della Final Four. Se il premio Most Outstanding Player seguisse letteralmente il proprio significato "Giocatore più eccezionale" e non seguisse la prassi di essere consegnato al migliore giocatore nella finale della squadra vincente, Edey avrebbe vinto quel premio.
Non solo ha battuto il record di doppie doppie da 20+10 consecutive al torneo precedentemente tenuto da David Robinson, ma ha giocato le partite decisive senza letteralmente mai riposare. Ha vinto il duello individuale con Clingan in finale, ma il poco talento che lo circonda a Purdue non gli ha offerto la possibilità di raggiungere il suo unico vero obiettivo: la vittoria. Il suo futuro nella pallacanestro professionale non è in dubbio, quello in NBA lo è di più per via del suo stile di gioco piùidoneo alla lega degli anni 90. Se fossimo in quell'era sarebbe sicuramente una top 5 pick, ma nella lega di oggi senza un atletismo che gli permetta più mobilità laterale in difesa e senza un jumper che gli dia la possibilità di ampliare il suo gioco offensivo, difficilmente troverà lo spazio che merita. Resta il fatto che nel college basket abbia dominato come pochi nella storia recente e che il suo secondo Naismith College Player of the Year consecutivo è solo una pura formalità. Indipendentemente da quale sarà il suo futuro, Zach merita solo applausi per lo spettacolo che ci ha offerto in queste settimane di March Madness.

 DJ Burns jr ed il treno che passa una volta sola 

Lo deciva Eminem se avessi un opportunità di realizzare tutto ciò che hai sempre voluto la cattureresti o te la lascieresti scappare? DJ Burns quella possibilità l'ha sfruttata al massimo e lo ha fatto raccogliendo le simpatie dell'intero popolo americano. Un giocatore di basket di 206 centimetri e 125 chili non dovrebbe essere in grado di avere la tecnica in post di Zach Randolph e segnare 16,2 punti di media tirando col 62% eppure DJ è proprio quel giocatore. La sua partita in Elite 8 contro Duke è stata una dimostrazione di come l'amore per uno sport e la dedizione ad esso possano superare certi stereotipi.
I 29 punti con 13/19 al campo con cui il lungo di NC State ha spazzato dal campo Kyle Filipowski resteranno sicuramente impressi nella memoria del pubblico per essere stati il momento magico della March Madness 2024. DJ è stato il giocatore simbolo della cavalcata dei suoi Wolfpack che dopo aver battuto nella finale dell'ACC i cugini della ben più blasonata North Carolina, sono riusciti a completare ben 3 upset nel proprio percorso al torneo superando Texas Tech, Marquette e appunto Duke. Per il corpo che ha DJ sarebbe più adatto al football americano,ma non appena gli è giunta una proposta per giocare a pallacanestro al college ha lasciato lo sport che praticava per concentrarsi solamente sulla pallacanestro. A chi gli chiede oggi se voglia giocare in NFL lui risponde stizzito "Sono un giocatore di basket." 
Non sarà riuscito a vincere l'NCAA, ma ha riportato la sua università alle Final Four dopo un digiuno che durava dagli anni ottanta, ha vinto l'ACC che è una delle conference più importanti della Division I ed ha conquistato l'affetto di migliaia di tifosi. In qualunque modo continuerà la sua carriera sportiva DJ il suo sogno di essere ricordato come un giocatore di basket lo ha realizzato.


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