Eurolega 2022/23, i 5 punti del Round #13

Baskonia corsaro a casa dei campioni mentre il Barcellona tiene a 63 punti il Monaco. Real e De Colo in palla

Scritto da Stefan Mancuso Nekic  | 
Round 22

Baskonia corsaro a casa dei campioni mentre il Barcellona tiene a 63 punti il Monaco. Real e De Colo in palla Cenni

I 5 PUNTI DEL ROUND #13

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🎥 Commento Virtus-Alba Berlino

Mirotic e la difesa su Mike James si rivelano decisivi nel Principato


Nikola Mirotic alla sua seconda partita stagionale si mostra già decisivo nello scontro tra i blaugrana e il Monaco. Il lungo montenegrino mette a referto 15 punti e 9 rimbalzi in una partita nella quale la maggior parte delle azioni chiave del Barcellona sembrano alimentate dal suo estro. Un chiaro esempio di questo aspetto è il rimbalzo offensivo che spedisce in maniera apparentemente fortunosa nelle mani di Nikola Kalinic che lasciato libero dall'arco segnerà il canestro del 53-66 per gli ospiti chiudendo di fatto la disputa. La partita di per sé si è giocata a ritmi molto bassi e il 63-69 finale ne è la più nitida dimostrazione. Se nei primi due quarti gli assalti di Moerman e Montejunas hanno tenuto in gioco i padroni di casa, la serrata difesa del Barcellona insieme alle triple di Satoransky, Laprovvitola e del sopracitato Mirotic nel terzo quarto hanno portato al Barcellona quel parziale di 26-16 che di fatto ha ammazzato la partita.A poco è  servito l'ultimo quarto eroico di MJ, in quanto, la difesa ospite lo ha saputo ingabbiare alla perfezione per 3 quarti limitandolo a 8 punti in quel lasso di tempo.
Mike è stato completamente ingabbiato da una difesa intelligente che lo ha indotto a forzare le conclusioni e quando la partita lo permetteva (quando non erano in bonus di squadra) i difensori blaugrana ne spezzavano il ritmo con falli sistematici non appena il 55 accelerava. Ciò lo ha reso nervoso e lo ha portato a sbloccarsi solo nell'ultimo quarto quando i giochi erano praticamente delineati. Nonostante gli otto punti dell'ultimo periodo James ha tirato nel complesso solo con un inefficace 6/17 e i catalani hanno potuto festeggiare una prestigiosa vittoria in un campo ostico che è valso il sorpasso in classifica visto che entrambe le squadre hanno un record che recita 9-4 dopo 13 incontri.

Olympiakos show contro un Fener martoriato dalle assenze

Nella partita che doveva rappresentare lo scontro diretto al vertice di giornata, la squadra capolista si presenta senza 3/5 del quintetto, mentre l'Olympiakos non sottovaluta l'impegno e dilaga nel primo quarto grazie ad un ottima organizzazione difensiva ed al solito Sasha Vezenkhov (21 punti e 4 rimbalzi per lui). Il lungo mette a segno 13 punti contro gli 11 dell'intera squadra avversaria nel primo parziale mentre il Fener senza Wilbekin, Pierre e Motley (privo anche di Bijelica che non ha esordito in questa stagione cestistica) va sotto 31-11 a fine primo quarto e non riesce a restituire un senso ad una partita che avrebbe dovuto essere stellare. Carsen Edwards, partito titolare, dimostra tutti quei limiti per cui coach Itoutidis non gli sta offrendo molti minuti a rotazione completa dimostrandosi un giocatore tanto talentuoso quanto ancora acerbo per essere protagonista a questi livelli.I suoi 13 punti potrebbero far pensare il contrario, ma lo scarso apporto difensivo e la scarsa efficienza al tiro (2/8 da 3,3/5 ai liberi di cui un tecnico sbagliato) offrono un quadro più realistico della situazione negativa che il ragazzo, che trascinò Purdue alla Elite 8 nel torneo NCAA 2019, sta attraversando.
I turchi Hazer e Birsen si dimostrano ancora più inadeguati per il contesto europeo ed escluso un terzo quarto dove i gialloblù danno qualche segnale di vita vincendo il parziale, la partita più attesa del turno si dimostra essere una mera prova di forza e concentrazione da parte della squadra greca che vincendo il match per 94-67 si garantisce anche il vantaggio in graduatoria in caso di record uguale tra le due contendenti a stagione regolare conclusa.

Fisicità e furbizia danno la possibilità di espugnare l’Audi Dome al Real Madrid

Il Real sfrutta la fisicità di Tavares (14 punti e 8 rimbalzi) e Yabusele per produrre canestri dal pitturato in attacco e difendere la propria area dove riescono a stoppare addirittura 8 tiri avversari. il Bayern gioca, invece, molto sullo spacing grazie all'abilità di tiro da fuori di giocatori quali Hunter e Walden (14 punti per il primo,11 per il secondo). In una partita dove si scontrano le 2 filosofie cardine del basket: quella classica legata al dominare il pitturato e creare scorribande con le guardie del Real, che è capace di procurarsi 10 tiri liberi in più rispetto agli avversari e quella moderna rappresentata dal Bayern che, conscia di giocare contro due armadi quali Yabusele e Tavares, prova a vincere creando più occasioni possibili dal perimetro. La partita è in equilibrio per tre quarti, ma nel finale i tedeschi sbagliano troppi tiri dalla distanza mentre i sopracitati tiri liberi da parte degli spagnoli e la sfrontatezza offensiva di un intramontabile Sergio Llull, capace di realizzare 11 punti fanno la differenza a favore dei Blancos.
Real che, però, sul finale con 5 punti di vantaggio rischia di vanificare il tutto quando prima Abalde commette un antisportivo, poi Musa tocca la linea di fondo difendendo sulla rimessa laterale regalando un tecnico al Bayern. Per loro fortuna Obst sbaglia la tripla del sorpasso a pochi secondi dalla fine e Musa chiude definitivamente il match segnando gli ultimi 2 liberi sul fallo intenzionale dei padroni di casa.

L’Efes spreca l’ennesimo vantaggio in doppia cifra e perde col Baskonia in casa

Se dovessi dare un titolo a questo Efes di inizio stagione sarebbe Dottor Jekyll e Mr Hide perché il potenziale lo conosciamo tutti è inutile girarci intorno: questa è ancora oggi la squadra da battere in Europa e finché non arriveranno i playoff non potremo darli per sfavoriti o addirittura sconfitti, però c’è un però. Non è la prima volta che questo Efes gioca bene, difende con intensità crea un margine abbastanza sicuro per far credere a tutti di poter gestire la partita e poi si guarda allo specchio, si piace troppo e inspiegabilmente perde. Succede anche oggi col Baskonia, squadra solida con un go to guy altalenante in Markus Howard (oggi 19 per lui) e comprimari in grado di portare ciò che è necessario per lottare per una tranquilla qualificazione ai playoff. Sul 46-33 tutti avremmo detto “ok l’Efes è in casa e oggi vince” ma poi subisce quella tripla strana allo scadere del primo tempo da Howard e il Baskonia va negli spogliatoi con quel briciolo di fiducia che non ti potresti permettere di offrire ad un avversario sanguinante. Il terzo quarto è un film horror per i turchi che si trasformano in Mr. Hide e si fanno recuperare troppo facilmente. Il parziale recita 12-28 e se neanche il trio formato da Clyburn, Micic e Mbaye (oggi tutti e tre sopra i 15 punti e con percentuali di tiro più che accettabili) riesce a bastare per una vittoria in casa col Baskonia qualche punto debole nello scacchiere di Ataman c’è.
Larkin non è ancora tornato, ma non può essere l’alibi perenne di una squadra che con questa stessa rosa ha battuto di 10 sia l’Olympiakos che il Barcellona quest’anno. I lunghi escluso Mbaye hanno un'altra volta deluso le aspettative: Dunston ha concluso il match con 0 punti, mentre Achille e Pleiss sono partiti titolari e hanno apportato insieme 9 punti, mentre solo qualche giorno fa Zizic, Dunston e Pleiss hanno portato 19 punti alla squadra nella vittoria contro lo Zalgiris. A vedere questi dati mi immagino la gioia di dei lunghi del Real, del Fener o dell’Olympiakos nell’affrontare questo reparto ai playoff e sotto questo aspetto il rientro di Larkin non risolverà nulla. Non è il record (7-6) a pormi dubbi sulla tenuta dell’Efes, ma i lunghi.
Il punto è che Zizic, Pleiss e Polonara non sono giocatori scarsi,ma se renderanno così ai playoff l’ Anadolu faticherà. In un anno in cui tutte le dirette concorrenti (escluso il Barcellona) hanno almeno un lungo fisico di primissimo livello (Motley, Tavares, Fall, Montejunas) l’Efes non ha uomini in grado di contrastare questo strapotere. Dunston sta invecchiando e Zizic non sta rendendo come atteso da lui. Polonara non sembra fiducioso in sé stesso e nonostante Ataman lo provi a mettere titolare, Achille non gli offre ciò che lui chiede (i soli 10 minuti di utilizzo ne sono la prova). Non è grave il perdere una partita dopo 5 vittorie ciò che preoccupa è il ripetersi dello stesso problema continuamente nelle sconfitte, in quanto, ciò viene notato anche dallo staff delle squadre avversarie che sono anche più perspicaci di noi spettatori e possono sfruttare le debolezze avversarie trasformandole in vantaggio competitivo negli scontri che conteranno a fine stagione.

Performer del round: Nando de Colo

In una stagione in cui non era mai andato sopra quota 20 punti, Nando De Colo decide di farsi e farci un bel regalo. Per una notte prende la macchina del tempo e ci fa ricordare che giocatore sublime lui era al Cska e anche nel primo anno al Fener. La vittima sacrificale è quel Partizan che solo qualche giorno fa ha perso il derby con i cugini della Stella Rossa. Zeljko sarà felice immagino a leggere il tabellino di questo quasi pensionato che proprio contro di lui doveva dare spettacolo. 32 punti: tiri da tre, reverse lay up, canestri con contatto, liberi della vittoria non importa da dove, come o in quale momento della partita se De Colo tira, È canestro.
I pignoli vi proveranno a dire che ha sbagliato 2 tiri da 2, che ha mancato 2 triple e 1 tiro libero voi non credetegli perché se siete qui a leggere questo articolo sapete benissimo cosa significano queste prestazioni. Fanno bene al cuore di ogni amante di questo sport, se negli altri 4 punti di questo articolo abbiamo parlato di vittorie o sconfitte, qui vincono tutti perché guardare talenti come quello di Nando calcare un campo da pallacanestro è una gioia per tutti, anche per il malconcio Obradovic.
 


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