NBA 2021/22, la preview della Western Conference

Dopo la Eastern Conference, oggi analizziamo la Western Conference, come sempre estremamente equilibrata

Scritto da Doc. Abbati  | 

Dopo la Eastern Conference, oggi analizziamo la Western Conference, come sempre estremamente equilibrata. 

WESTERN CONFERENCE 

Los Angeles Lakers

Quando sulle maglie c’è scritto Los Angeles Lakers ed hai nel roster LeBron James, Anthony Davis e Russell Westbrook non puoi non partire con i favori del pronostico. James e Davis dopo le delusioni della scorsa stagione, avranno voglia di dimostrare parecchie cose, Westbrook è probabilmente all’ultima chiamata per provare a vincere qualcosa, e sarà interessante capire come si adatterà ad un ruolo da terzo violino, cosa che non rientra esattamente nelle sue caratteristiche. Poi ci sarebbe il supporting cast, quest’anno creato sui voleri del ragazzone di Akron. Sono arrivati veteranissimi di grande esperienza, Carmelo Anthony, Rajon Rondo e DeAndre Jordan, qualche (gradito) ritorno di fiamma, Dwight Howard, Trevor Ariza e Kent Bazemore, e giovani, pochi, che si giocano tutto in una stagione, Kendrick Nunn e Malik Monk. A coach Frank Vogel il compito di trovare alchimia soprattutto difensiva. Per il resto basterebbe che si conservino in salute.

Phoenix Suns

Quest’anno non potranno giocarsi il fattore sorpresa. Tanti occhi saranno addosso ai ragazzi di coach Monty Williams, per capire se la scorsa stagione è stata prodroma a creare qualcosa di duraturo nel tempo. Il front office dei Phoenix Suns ha lavorato discretamente bene per portare un upgrade al roster della franchigia dell’Arizona. Che già lo scorso anno aveva dimostrato parecchie cose, grazie alla grande stagione del duo Chris Paul-Devin Booker, che quando contava a dominato la Conference. Ci si aspetta un ulteriore crescita da parte di DeAndre Ayton, giocatore che spesso sembra mancare di cattiveria agonistica, ma che ha fisico e tecnica per poter diventare un centro dominante nella lega. Accanto a questo trio c’è il gruppo che è arrivato alle Finals giocando un gran bel basket, Mikael Bridges, Jae Crowder, Cameron Payne, Cameron Johnson e Frank Kaminsky, a cui sono stati aggiunti un tiratore puro come Landry Shamet ed un ottima PG come Elfrid Payton. In attesa del recupero di Dario Saric e che il talentuoso e giovane Jalen Smith possa portare il suo mattone alla causa. Se si vuole pensare di vincere la Western Conference bisognerà ancora fare i conti con questi Suns.

Utah Jazz

Come ogni anno dall’avvento di coach Quin Snyder, gli Utah Jazz si presentano all’avvio della stagione pieni di buoni propositi. Ed ogni anno dimostrano di essere una signora squadra, almeno nella Regular Season. Poi qualcosa viene meno quando il clima dentro e fuori dalle arene si scalda. Ma di sicuro la squadra di Salt Lake City riesce sempre a far vedere cose meravigliose alla voce basket giocato da ottobre ad aprile.
Ed anche quest’anno non dovrebbero esserci problemi per arrivare ai vertici della Conference. Squadra che ha un fulcro da anni, basato su Donovan Mitchell, Rudy Gobert, Joe Ingles e Bojan Bogdanovic, a cui si è unito, con qualche alto e basso di troppo, dalla scorsa stagione Mike Conley. Altre certezze consolidatesi nell’ultima stagione sono Jordan Clarkson e Royce O’Neal, che grazie alle cure di Snyder sono diventati giocatori fondamentali in questa lega. Per cercare di elevare il personale in uscita dalla panchina, sono arrivati Rudy Gay, Hassan Whiteside, se solo avesse voglia che giocatore sarebbe, ed Eric Paschall, frettolosamente ceduto dalla franchigia della baia. Non sono sicuro che basti per vincere, di sicuro però basterà per restare ai vertici della Conference.

Dallas Mavericks

Anno primo dell’era post Rick Carlisle. E la perdita di un signor head coach come Carlisle potrebbe essere il problema più grosso da risolvere per i Dallas Mavericks sulla strada della loro definitiva consacrazione. Certo è arrivato Jason Kidd, una sorta di icona per la franchigia e per i fans di Dallas, uomo che conosce questo gioco come pochi. Sarà interessante come evolverà all’interno della filosofia di coach Kidd, il gioco del leader maximo della squadra, quel Luka Doncic che sembra essere in pole position per ereditare lo scettro del Re. Intorno a lui un roster che ha confermato (quasi) in toto i presenti alla scorsa stagione,  Da Tim Hardaway Jr. a Dorian Finney-Smith, da Dwight Powell a Maxi Kleber, con qualche aggiunta interessante. E che ha in un altro talento europeo, Kritstaps Porzingis, il solito enigma che ogni anno non si capisce come possa esser risolto.
Anche perché sè se ne venisse a capo e tornasse quello visto le prime due stagioni a New York, ci sarebbero molti problemi….per chi dovesse affrontare i Mavs. Ma la situazione è questa, ed ogni anno sul lettone c’è la margherita del gioca-non gioca, ed anche del come gioca, da sfogliare. Poi tanti giocatori che sono cresciuti molto anche grazie allo sloveno #77. E aggiunte da non sottovalutare, alla voce Sterling Brown, Reggie Bullock e Moses Brown, centrone che ha dimostrato tante cose la scorsa stagione. Se tutti si concentreranno sull’obiettivo comune i Mavs daranno fastidio a tanti.

Denver Nuggets

Per la franchigia del Colorado vale (quasi) tutto quello scritto degli Utah Jazz. Un coach che insegna da sempre pallacanestro come pochi altri, Michael Malone, un roster di elevatissimo livello, con giocatori che giocano da anni insieme e sanno tutti quello che ognuno può dare. E Nikola Jokic a guardare tutti dall’alto del suo infinito e pazzo talento. Certo l’assenza, almeno fino a Dicembre, dell’altro leader in campo della squadra, Jamal Murray, si farà sentire, e bisognerà vedere quanto saprà dimostrarsi lunga la panchina, da cui sono sempre usciti giocatori in grado di mantenere elevato il livello del gioco dei Nuggets. A Denver hanno scommesso su Aaron  Gordon, rifirmandolo, sperando che possa mantenere le attese. La sua crescita/conferma ad alti livelli sarebbe un bel up grade per questa squadra. Così come Michael Porter Jr. deve smussare qualche angolo e diventare più continuo.  Unico arrivo degno di nota Jeff Green, alla sua trecentesima reincarnazione NBA, che comunque negli ultimi anni ha sempre dato qualcosa di positivo dove ha giocato. E poi grande attesa per la seconda stagione nella lega di Facundo Campazzo, che non potrà che salire di livello, pagato il dazio dell’essere rookie. Basterà per diventare vincenti? Alla Regular Season l’ardua sentenza.

Golden State Warriors

Tanta attesa intorno alla prossima stagione dei ragazzi di coach Steve Kerr. Che quanto meno dovrebbe ritrovare tutte le sue stelle sane al via della stagione. E (ri)avere Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green in campo e con voglia potrebbe creare parecchi problemi a tutti quelli che vorrano puntare a vincere questa Conference. E che dire di James Wiseman, che lo scorso anno ha fatto vedere cose notevoli, fino a che è rimasto sano. Quest’anno avrà tanto spazio e dovrà dimostrare che le belle parole spese per lui non devono restare solo tali. Otto Porter Jr. in questo contesto non potrà che tornare il bel giocatore visto nelle prime annate Wizards, e tanto ci si aspetta da Jordan Poole e Damion Lee.
Attenzione anche ai due rookie, Jonathan Kuminga e Moses Moody. Mentre una lacrimuccia scende sulla guancia al ritorno nella baia di Andre Iguodala, che però sembra essere ormai sul viale del tramonto. Il problema si chiama Andrew Wiggins ed i suoi problemi legati alla posizione sulla vicenda vaccino Covid. Anche perché la scorsa stagione era sembrato riuscire a mettere da parte le lacune del periodo TWolves. Di sicuro intorno agli Warriors c’è un attesa che mancava da anni.

Portland Trail Blazers

Come ogni anno benvenuti al Damian Lillard show. Che continua sui canali dell’Oregon dalla stagione 2012/13. E che meriterebbe di riuscire ad arrivare anche fino a Giugno prima o poi. Per arrivare a questo ai Portland Trail Blazers hanno pensato di cambiare l’head coach, mettendo sulla panchina Chauncey Billups, che avrà il compito di cambiare qualcosa, nel gioco e nella testa di questi ragazzi. Inoltre si è deciso, ancora una volta, di cambiare tanto nel roster, mantenendo pochi capi saldi, intorno all’intoccabile con il #0. Chiaro che non si può pensare di giocare per provare a vincere senza confermare CJ McCollum e Jusuf Nurkic.
Sono rimasti anche Robert Covington e Norman Powell, e dal secondo ci si aspetta una stagione di alto profilo, in cui il suo impatto sia importante per le sorti della franchigia. Anfernee Simons avrà più spazio, mentre quacosa in più ci si aspetta da Nassir Little. Alla voce nuovi arrivi Abbiamo veterani di sicuro affidamento, Cody Zeller, tiratori dal perimetro abbastanza affidabili, Tony Snell e Ben McLemore, e Larry Nance Jr., che dovrà dare fisicità sotto le plance. Forse troppo poco per una squadra che ambisce alle posizioni alte della classifica di Conference.

Los Angeles Clippers

Tutto all’interno dei Los Angeles Clippers, ruota attorno al nome di Kawhi Leonard. Chiaro che una sua perdita per la stagione determinerebbe un cambio di orizzonti per la franchigia di coach Tyron Lue. Che si ritroverebbe una squadra molto diversa da come è stata concepita. Di sicuro gli scorsi playoffs hanno finalmente dato una posizione da leader decisivo in campo a Paul George. Che almeno all’inizio avrà sulle spalle, grosse, il peso della leadership. Altrettanto sicuramente in tanti sono cresciuti durante la scorsa post season, ed in questa stagione verrà chiesto loro un ulteriore sforzo.
Reggie Jackson tornerà ad avere un ruolo importante per le sorti dell’attacco dei Clippers, e tanto ci si attende da Terance Mann. Poi tanti onesti giocatori che possono portare il loro mattoncino alla causa. Marcus Morris e Ivica Zubac hanno trovato la loro dimensione, così come Luke Kennard. Ed anche Nicolas Batum è tornato sui livelli di quando vestiva la maglia di Portland. Ci si aspetta una stagione da sano, almeno, per Serge Ibaka, veterano che sa come si gioca per vincere. Mentre Eric Bledsoe, anche lui cavallo di ritorno, sembra aver già dato il meglio di se nella lega. Per i Clippers potrebbe essere una stagione interlocutoria, magari con più soddisfazioni del previsto.

Memphis Grizzlies

Altra squadra ben allenata, giovane, ed a cui manca poco per poter ambire a posizioni migliori nella Conference. I Memphis Grizzlies di coach Tyler Jenkins lotteranno per arrivare almeno ai playin, hanno talento e voglia per poterci riuscire. Ja Morant avrà ancora modo di far brillare il suo talento, deve lavorare per trovare continuità.
Con lui un Jaren Jackson Jr. che ha già dimostrato di poter giocare da protagonista nella lega. E se Dillon Brooks continuerà sulla strada tracciata le soddisfazioni non mancheranno. Interessante sarà l’apporto che Steven Adams potrà dare alla voce esperienza a questa franchigia. Se tutti sapranno crescere consequenzialmente il futuro potrebbe essere più vicino di quanto si pensi.

New Orleans Pelicans

Squadra alla ricerca di una identità che ha cambiato tantissimo, ad iniziare dal coach. Sulla panchina dei New Orleans Pelicans è arrivato Willie Green. Che dovrà rimediare ai disastri lasciati da Stan Van Gundy, cosa non facile. Ed inoltre inizierà la stagione con il problema Zion Williamson. Se sano è un giocatore importante dentro il campo, ma due infortuni medio seri in due anni non lasciano presagire nulla di nuovo.
Così ci sarà da affidarsi a Brandon Ingram, che è finalmente esploso lontano da Hollywood, dimostrando che il suo talento è davvero tanto. In una squadra che ha cambiato tanto sarà interessante vedere cosa potranno dare Devontè Graham e Jonas Valanciunas in una nuova realtà. Sperando per i Pelicans che Jaxson Hayes e Nickeil Alexander-Walker proseguano nel loro percorso di crescita. Roster che se dovesse trovare una buona chimica potrebbe arrivare ai playin.

Leggermente sotto troviamo il trio Sacramento Kings, San Antonio Spurs e Minnesota Timberwolves. I Kings sono anni che sembrano avere un roster pronto per provare a riconquistare la post season, De’Aron Fox, Harrison Barnes, Tyrese Halliburton e Buddy Hield, ma poi tutto si scioglie in breve tempo come neve al sole. Gli Spurs veleggiano con le ultime stagioni del grande coach Greg Popovich. Sono in fase di ricostruzione, ed hanno nelle due guardie talentuose, Dejounte Murray e Lonnie Walker, due signori giocatori. Poi tanti giovani che devono essere lasciati liberi di crescere. Per Minnesota vale il discorso fatto per i Kings. Certo nel roster dei Wolves c’è davvero tanto talento, Karl-Anthony Towns, Anthony Edwards, D’Angelo Russell su tutti, più gli innesti dei vari Taurean Prince e Patrick Beverly. Nuovo coach, Chris Finch, che dovrà fare i conti con l’innata predisposizone della squadra di perdere l’orizzonte in un attimo.

Poche possibilità per Houston Rockets e Oklahoma City Thunder, squadre in totale ricostruzione


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