Evolution Awards Race (16/03/2018)

Manca un mesetto alla fine della Regular Season e la nostra Evolution Awards Race entra nella fase decisiva. In settimana si sono ulteriormente delineate lotte e posizioni. Rookie Of The Year, Most Improved e Sixth Man sembrano ormai sigillate dai rispettivi leader. Ancora aperta la lotta per l’MVP e per il Coach Of The Year, incertezza totale sul Defensive Player.

MVP

1) Anthony Davis (NOP): Momento di leggera flessione, soprattutto causata da un problema fisico, che però non ha impedito al lungo dei Pelicans di giocare due partite sui suoi livelli, con tripla doppia raggiunta grazie alle stoppate. Se riuscisse a mantenere New Orleans tra le otto elette della Western continuando con queste prestazioni…. 2) James Harden (HOU): Sta dando l’impressione di riuscire a giocare in maniera efficace, ma senza alzare troppo il volume della sua radio. Quasi avesse capito che bisogna sapersi amministrare in Regular Season per non arrivare troppo stanchi quando conta. E comunque anche così ha momenti eccelsi in cui pare essere incontenibile. 3) LeBron James (CLE): La stagione dei Cavs continua a essere come un elettrocardiogramma impazzito, e LeBron non può permettersi grosse pause, anche perché il rischio di perdere posti è concreto. E difatti sta proponendo statistiche, figlie del gioco ovviamente, notevoli. Certo vederlo giocare così e leggere i risultati da l’idea del famoso predicatore nel deserto.

R.O.Y.

1) Ben Simmons (PHI): In questa fase della stagione l’australiano ha dato un altro strattone alle sue giocate alzandole ulteriormente, vedi anche due triple doppie in una settimana o poco più. Avvicinarlo diventa molto complicato per chiunque. Stagione davvero notevole per il ragazzo, perché è andato sempre in ascesa. 2) Donovan Mitchell (UTA): I Jazz giocano una signora pallacanestro, Mitchell, come ripetuto più volte, è praticamente il loro leader offensivo. Un ottimo presente che non potrà che evolvere in un grande futuro, e adesso che lastagione e le partite iniziano a contare il livello non cala. 3) Kyle Kuzma (LAL): Deciso in quello che fa, sicuro, gran faccia tosta. Altro destinato a fare grandi cose in questa lega. E quando è mancato la sua assenza si è particolarmente sentita.

SIXTH MAN

1) Lou Williams (LAC): L’unico che potrebbe impedirgli di vincere il nostro Award è…..Doc Rivers, se dovesse continuare a farlo partire in quintetto. Perchè altrimenti per numeri e gioco ormai non ha più rivali credibili. 2) Terry Rozier (BOS): Non sembra voler più scendere di livello. Quando entra la sua presenza si sente, in attacco ed in difesa. Stagione in cui avrebbe potuto competere anche per il M.I.P. 3) C.J. Miles (TOR): Il miglior giocatore, ed il più decisivo, della miglior second unit della lega, della miglior squadra, anche per come sta giocando, della Eastern. Miles quando entra produce sempre qualcosa di utile, e sta giocando con una continuità che ancora non aveva mostrato.

D.P.O.Y.

1) Rudy Gobert (UTA): Intimidazione, aiuti, palle recuperate, attività continua nella sua metà campo. Il francese sta guidando la difesa Jazz che ha alzato la sua efficacia adesso che conta. Impressionante il numero dei punti che riesce a creare dai suoi recuperi. 2) Al Horford (BOS): Boston è ancora in un momento difficile, anche per colpa degli infortuni. Horford è comunque costretto a rifiatare per non arrivare senza energie quando farà più caldo. Certo un peccato perdere la leadership proprio adesso, ma manca ancora un po'. 3) Joel Embiid (PHI): In difesa, spesso per chi è alto come lui, diventa una questione mentale. Quando Joelone ha voglia difende con una capacità ed una energia sorprendente, che va oltre la banale intimidazione. E quest’anno è continuo anhe nella sua metà campo.

M.I.P.

1) Victor Oladipo (IND): Qui il discorso è praticamente chiuso. La personale rivincita sui denigratori e sulle bocche grandi aperte a vanvera è quasi certa. Ed anche grazie alle sue prestazioni che i Pacers potrebbero iniziare i playoff con il vantaggio del fattore campo, cose ampiamente inaspettata. 2) Gary Harris (DEN): Momento decisivo per la stagione sua e dei Nuggets ed Harris non sembra aver paura di fallire. Continua ad attaccare la partita, ed il canestro, con grande cattiveria agonistica. Ed ha ancora ampi margini di crescita. 3) Julius Randle (LAL): Parte finale di stagione regolare da assoluto protagonista in questi Lakers che stanno giocando a tratti anche bene. Nelle vittorie recenti della Los Angeles giallo viola c’è sempre il suo importante zampino. Se poi mettesse a posto anche quella testa leggermente matta…..

C.O.Y.

1) Duane Casey (TOR): Ad un passo dalla vittoria finale della Eastern Conference, e per come giocano in questa fase di stagione i Raptors non si capisce chi potrebbe impensierirli. Casey sta tirando fuori il meglio da tutti quelli presenti nel suo roster, preparandoli per quando conterà davvero. 2) Brad Stevens (BOS): Altro momento difficle dei Celtics, lo abbiamo scritto, ed altro momento in cui, malgrado alcune inopinate sconfitte, si capisce quanto sia bravo questo coach. Che non ha lasciato indietro nessuno, ed è riuscito a far capire a tutti cosa vuol dire farsi trovare pronti. 3) Nate McMillan (IND): I Pacers sono terzi nella Eastern e primi nella Central Division. Basterebbe questo, e sottolineare il record 40-29, per far capire che lavoro stia facendo l’ex guardia dei Sonics. In pratica un capolavoro assolutamente non previsto. Arrivederci alla prossima puntata

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