Cowboys e Prescott, siamo al punto di non ritorno?

Anche quest'anno i Cowboys salutano la post-season con più rimpianti che soddisfazioni: il QB al centro delle critiche

Scritto da Fabio Gabrielli  | 
Getty Images

Anche quest'anno i Cowboys salutano la post-season con più rimpianti che soddisfazioni: il QB al centro delle critiche

"Dak Prescott ha regalato due possessi in una sconfitta di misura contro i 49ers, in una partita in cui i Cowboys avrebbero avuto la possibilità di vincere se non si fossero sparati sui piedi" . Questa la traduzione, a grandi linee, di un post apparso sull'account UFFICIALE dei Dallas Cowboys.

Ripeto, account ufficiale. Quello salta subito all'occhio è come nell'occhio del ciclone sia messo, dai media ufficiali della squadra, proprio Dak Prescott. Come se, al termine di una partita di calcio persa, il social manager della squadra sparasse a zero su un attaccante che si è mangiato due gol o sul portiere che ha commesso la classica papera.

Si sarebbe potuto scrivere "i Cowboys pagano due turnover", "Dallas regala due possessi" o qualcosa di simile in cui fosse chiaro a chi ci si riferisse (Prescott) senza dover per forza mettere nome e cognome rendendo ufficiale la cosa. Tutto ciò non può essere casuale evidentemente e, come sempre, tutto si trasforma in telenovela quando di mezzo ci sono i Cowboys.

Lo stesso Jerry Jones, vulcanico owner dell'America's Team, è apparso più torvo del solito nel commentare una sconfitta che in molti stanno attribuendo, in primis, proprio alla prestazione di Dak Prescott. L'ex Mississippi State ha lanciato due intercetti in una partita che, segnata dal punteggio basso, sono risultati decisivi; ed è proprio qui che arrivano le critiche al regista dei 'Boys. Contro una formazione fortissima come i San Francisco 49ers, con All Pro distribuiti in qualsiasi reparto, a casa loro e contro ogni pronostico, la Difesa di Dallas aveva tenuto lo straordinario attacco avversario ad appena 19 punti.

E' chiaro che se la Difesa ti regala un'occasione simile è necessario sfruttare una chance simile. E invece l'attacco dei 'Boys ha stentato e, quei due picks lanciati da Prescott, di cui uno nelle proprie 25 yards (field goal dei Niners) e uno, ancora più tragico, in redzone avversaria a sprecare un drive importante e passando da 3/7 punti a 0.

Prescott non ha giocato una partita così atroce dal punto di vista statistico ma ancora una volta, nel momento di far vedere se è un buon QB o un gran QB ha dimostrato di essere ancora parte del primo gruppo. Questo nonostante il contrattone firmato un paio d'anni fa (4 anni per $160 milioni di cui 126 garantiti) lo ponga quasi in cima alla lista dei QB più pagati della Lega con delle cifre da cui ci aspetta un risultato diverso rispetto all'ennesimo flop playoff di Dallas (che quindi si avvicina a grandi passi ai 30 anni senza un successo nel SB o quantomeno un accesso al Championship NFC)

Ora si apre la lunga offseason e le domande sul reale valore di Prescott rimangono. C'è chi dice che sia un QB con cui si possa vincere ma che non ti fa vincere, uno da cui separarsi (ma chi ti prende quel contratto) e chi ipotizza fantasiosi scambi di mercato con Green Bay (per portare Rodgers) o Baltimore (per Lamar Jackson).

Dovendo dare una personale interpretazione della cosa vedo Prescott come un buon QB che, al tempo, fece molto bene per la linea offensiva che aveva e per il running game che consentiva allo stesso QB di giocare con maggiore tranquillità; il rinnovare il contratto di Prescott a quelle cifre è un errore che Jerry Jones rimpiange (anche per la trattativa infinita cui lo aveva costretto Prescott) ma da cui ora è difficile tornare indietro.

Al di là del fantamercato probabilmente Prescott rimarrà un altro anno poi, con il contratto che prenderà una piega più favorevole, si potrà pensare, non dovessero decollare le cose neanche nel 2023, di procedere per vie separate (trade o taglio).


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