NBA, i 10 punti del mese di Gennaio (2022)

Analizziamo insieme il primo mese del 2022, tra grandi ritorni e l'avvicinamento alla pausa All Star.

Scritto da Valentino Aggio  | 

Analizziamo insieme il primo mese del 2022, tra grandi ritorni e l'avvicinamento alla pausa All Star.

NBA

I grandi ritorni: Klay Thompson e Kyrie Irving 

Per motivi diversi, ma in questo mese sono tornate sul parquet due stelle di calibro assoluto all'interno della lega. Partiamo da Klay Thompson, che non ha indossato la canotta dei Golden State Warriors per due anni e mezzo. Il secondo degli Splash Brothers è finalmente tornato in campo il 10 Gennaio nel match casalingo contro Cleveland, segnando 17 punti in 20 minuti sul parquet: importante vedere il suo rendimento puramente atletico sia in attacco che in difesa. Thompson si è fatto trovare più che pronto e nelle prime otto partite dal suo ritorno i numeri sono più che soddisfacenti: ovviamente è un processo lungo quello che attende il #11 dei Dubs, ma sarà sicuramente un'arma in più in ottica playoff. Dall'altra parte c'è il ritorno di Kyrie Irving, probabilmente il secondo no-vax più famoso del mondo dietro solo a Novak Djokovic. I Brooklyn Nets hanno deciso di richiamare l'ex Celtics solo per le partite in trasferta: Irving si è fatto trovare prontissimo ed al momento viaggia a più di 24 punti di media. Il problema è la squadra: Irving con il suo “mezzo impegno” costringe coach Nash ad utilizzare due tipi di rotazione diverse a seconda della location della partita. 

Le dubbie votazioni per l'All-Star Game

Gennaio significa anche votazioni All-Star: ovviamente la partita delle stelle ha perso il proprio fascino negli ultimi anni, ma quest'anno in particolare il problema sorge a monte. Qualche giorno fa sono stati annunciati i quintetti titolari per ASG: i nomi sono quelli di sempre, se non fosse per uno, ovvero quello di Andrew Wiggins. In molti, me compreso, hanno storto il naso quando hanno visto il nome del canadese tra i titolari. I numeri della prima scelta assoluta del 2014 al secondo anno nella Baia sono buoni ma non entusiasmanti: 18.2 punti, 4.3 rimbalzi e 2.1 assist. Come ben sapete ci sono tre tipi di votazioni: i fan, i media e i giocatori. Wiggins è finito dietro a nomi come Green, Gobert e Towns sia nei voti dei media che in quelli dei giocatori, ma ha scavalcato questi tre per via del voto popolare. Ora, capisco che ASG nasca come un weekend di pausa per divertirsi con e per il pubblico, ma certi nomi sono davvero improbabili: anche i media ed i giocatori hanno fatto delle scelte quantomeno discutibili.

EASTERN CONFERENCE

Miami Heat: quasi al completo

Al momento i Miami Heat sono in prima posizione nella Eastern Conference, e non è un caso. Infatti, è tornato Bam Adebayo: il lungo proveniente dal New Jersey ha radicalmente cambiato questi Heat. Si sapeva che il ritorno del #13 avrebbe fatto comodo alla squadra, ma non così tanto. La cosa che più fa paura è che Miami ha ancora ai box Kyle Lowry per motivi personali, quindi non sono del tutto al completo. Sarà importante in ottica post-season che Jimmy Butler, Adebayo e Lowry giochino molto insieme.

Cleveland Cavaliers: la resurrezione di Kevin Love

Anche questo mese si parla di Cleveland Cavaliers: la squadra dell'Ohio continua a stupire, con nuovi protagonisti. Questa volta parliamo di un redivivo Kevin Love, che sta giocando una delle sue migliori stagioni dall'addio di LeBron James. Nonostante spesso e volentieri parta dalla panchina, il contributo di Love è una ventata di aria fresca per questi Cavs: 14.2 punti tirando con oltre il 40% da tre punti (è solo la seconda volta in carriera) insieme a oltre 7 rimbalzi di media. Love ha giocato ben 42 partite quest'anno, questo dimostra finalmente che l'ex Timberwolves ha finalmente risolto i guai con gli infortuni. Inoltre, di queste 42 partite solo in due è partito in quintetto, lasciando così spazio ai lunghi più giovani come Evan Mobley, primissimo candidato per il Rookie Of The Year. Fossi una contender, un pensierino su Love lo farei, nonostante il contratto.

Brooklyn Nets: problema Big-Three

A New York, sponda Brooklyn Nets, c'è un bel problema: Kevin Durant, James Harden e Kyrie Irving non giocano mai insieme. Dall'acquisto di Harden dai Rockets i tre hanno giocato insieme un totale di 16 (!) volte. Ovviamente tutto il talento dei tre giocatori è fuori discussione, ma se non hanno la possibilità di condividere il parquet la situazione diventa insostenibile. Proprio appena rientrato Irving, a rompersi è proprio KD a causa di un problema al ginocchio. Questa squadra potrebbe diventare uno dei più grandi “What If” della storia.

Charlotte Hornets: rincorsa alla top 6

Prendete il Rookie Of The Year in carica (LaMelo Ball), un paio di giocatori che hanno fallito in maglia Celtics (Terry Rozier e Gordon Hayward) ed un'ala che prima di quest'anno non è mai andata oltre i 13 punti di media (Miles Bridges): ecco gli Charlotte Hornets. Una squadra giovane, talentuosa ma non troppo, molto ben assortita che è alla caccia di un posto ai playoff senza passare per il Play-In. Già lo scorso anno gli Hornets erano andati vicini alla qualificazione ai playoff, ma con un LaMelo Ball più consapevolmente faro dell'attacco ed un exploit di Miles Bridges che lo ha portato ad andare oltre i 20 punti di media, gli Hornets potrebbero essere una squadra rivelazione. 

WESTERN CONFERENCE

Il mese freddo di Stephen Curry

Se a fine Dicembre abbiamo celebrato Stephen Curry per il suo record di triple in carriera, nell'ultimo mese le cose non sono proprio andate per il verso giusto. Il mese di Gennaio ha visto il due volte MVP calare il proprio rendimento e con esso anche le proprie percentuali. Al momento Curry sta tirando col 37.6% da tre punti, il minimo in carriera. Poco importa sia a lui che ai Golden State Warriors: i Dubs continuano comunque a vincere e convincere. I periodi “no” sono contemplati anche se sei il più grande tiratore di tutti i tempi.

Il crollo degli Utah Jazz: c'è da preoccuparsi?

Risposta breve: abbastanza. Gli Utah Jazz hanno vinto solo 4 delle 16 partite giocate nel mese di Gennaio: la squadra di Salt Lake City rimane comunque al quarto posto nella Western Conference, ma arrivano i primi campanelli di allarme. Infatti, questo crollo da parte dei ragazzi di coach Snyder è meno prevedibile di altri: i Jazz non cambiano il proprio organico praticamente dall'arrivo di Donovan Mitchell, ovvero la stagione 2017-18. La squadra è ormai più che collaudata, quindi un crollo così verticale verso metà stagione è quantomeno atipico. Se poi vogliamo aggiungere che un giocatore chiave come Joe Ingles si è infortunato al crociato e non tornerà quest'anno, le cose vanno di male in peggio. 

Los Angeles Lakers: le voci di mercato su Russell Westbrook

Chi lo avrebbe mai detto che già a Gennaio, dopo solo sei mesi da giocatore dei Los Angeles Lakers, Russell Westbrook fosse già al centro delle voci di mercato. I giallo-viola non ingranano ed i problemi sono ormai evidenti: la squadra è nata male e la dirigenza vuole cercare di ribaltare la stagione alla trade deadline. Il primo indiziato sembra proprio essere lo #0, che non ha mai pienamente convinto quest'anno. Le voci sull'inimicizia con coach Frank Vogel poi continuano ad aumentare, tant'è che il coach stesso starebbe rischiando il posto. Penso che ormai si possa fare davvero poco in questa stagione per i Lakers: cambiare allenatore a metà stagione serve a poco. La squadra è male assortita e senza un'identità difensiva, della quale Vogel sarebbe uno specialista. Il progetto è fallimentare e tentare di scambiare Westbrook diventa sempre più complicato: contratto importante ed un valore di mercato ai minimi storici. 

Portland Trail Blazers: prove di futuro

Stagione fallimentare anche per i Portland Trail Blazers: la squadra dell'Oregon è attualmente aggrappata all'ultimo posto per il Play-In. Le possibilità di passare il turno preliminare sono davvero basse, quindi la stella Damian Lillard ha deciso di sottoporsi ad un intervento addominale. Lo #0 dei Blazers dovrebbe rientrare a inizio Marzo: il futuro di Dame Dolla rimane comunque incerto vista la mancanza di risultati per Portland. Se questo è un brutto periodo, non lo è di certo per Anfernee Simons: la guardia scelta con la 24 al draft 2018 sta avendo una stagione fenomenale. Vista la fiducia concessagli da coach Billups, Simons si sta prendendo sempre più responsabilità offensive e potrebbe essere un candidato per il Most Improved. 15.8 punti e 3.6 assist con oltre il 40% da tre punti: a Portland comincia a brillare un'altra giovane stella. 


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