NFL Super Bowl 53: ancora loro, ancora Patriots!

Scritto da Fabio Gabrielli  | 
Dal Superbowl col punteggio più basso della storia emergonono sempre loro, i New England Patriots, che, al termine di una durissima battaglia difensiva hanno la meglio dei Los Angeles Rams Van Noy, Chung, Hightower, i fratelli McCourty, Gilmore e così via. I protagonisti dell'ennesimo trionfo Patriots (13-3 e sesto titolo per la leggendaria dinastia griffata Brady&Belichick) portano i nomi degli "oscuri" membri della difesa di New England: non siamo ai livelli della mitica "no-name defense" dei Dolphins degli anni '70 ma il paragone può reggere in qualche modo. Un gruppo che da sempre non ha vere e proprie star da copertina ma che sa salire di livello al momento necessario rimanendo fra le migliori della Lega anche in una situazione in cui, il salary cap, fa si che si debba investire in maniera oculata. E a questi dobbiamo aggiungere il coordinatore difensivo Brian Flores (prossimo capo allenatore di Miami) e lui, Bill Belichick, il genio, che ha "rimandato a Settembre" il giovane McVay. Proprio il coach dei Rams è il vero grande sconfitto di questo Superbowl: arrivato in finale con l'aura del guru offensivo, dell'uomo che sussurra ai quarterback e condottiero dell'eclettico attacco di Los Angeles, McVay è stato portato a scuola da Belichick per tutta la partita, ammettendo anche la cosa in una triste conferenza stampa post partita. L'attacco da lui coordinato si è infranto per tutta la partita contro il muro della difesa dei Patriots, non riuscendo ad arrivare mai in redzone (le ultime 20 yards avversarie) per tutta la partita e raccimolando tre miseri punti, buoni per non diventare la berlina della storia del Superbowl come unica squadra tenuta a zero nella madre di tutte le partite (eguagliato comunque il record negativo dei punti dei Dolphins sconfitti nel 1972 dai Cowboys). I Patriots sono partiti sicuramente meglio non pagando scotto alla normale emozione che poteva prendere alcuni esordienti fra gli avversari. New England ha macinato gioco per i primi tre quarti non riuscendo però ad afficiarsi in zona endzone, andando a segno solo con un field goal di Gostowski e rimanendo con un pericolosissimo senso di incompiuto addosso. Un altro errore di Gostowski (field goal a lato), un brutto intercetto di Brady e alcuni drop sanguinosi troncavano le velleità di alcuni drive che avrebbero potuto dare tranquillità e punti in vista di un possibile convulso finale. Il touchdown di Soni Michel, propiziato da una gran giocata sull'asse Brady-Gronkowski a metà del quarto decisivo, ha si riportato in vantaggio i Patriots (10-3 dopo che il K dei Rams Zuerlein aveva pareggiato il conto a fine terzo quarto) ma non ha chiuso la partita che, paradossalmente, è rimasta aperta fino all'intercetto del CB di New England Gilmore che, agguantando il lancio destinato per il WR Cooks, ha chiuso la pessima giornata del QB dei Rams Goff, tagliando le gambe al tentativo di rimonta dei Rams. Con il running game dei Rams rimasto letteralmente nei spogliatoi/cancellato dal campo dalla linea difensiva di New England, proprio Goff (19-38, 229 YDS, 1 INT) ha dovuto provare a vincerla da solo: l'ex Cal ha fatto una fatica incredibile a convertire situazioni di terzo down (un 3/13 in materia è di solito foriero di sventura) trovandosi nella situazione di non far mai avanzare i drive della sua squadra e costringendo a far tornare spesso la sua difesa in campo. Con tutte le conseguenze del caso anche a livello di stanchezza di Donald&Suh e compagnia. Il sopracitato intercetto ha chiuso una giornata ingloriosa che dovrà far riflettere a lungo McVay e il suo staff. [video width="640" height="360" mp4="http://www.nba-evolution.com/wp-content/uploads/2019/02/Y0Tdny6EDEydzA27.mp4"][/video] Abbiamo citato la difesa di Los Angeles: il gruppo guidato dal DC Wade Phillips ha giocato una partita mostruosa tenendo a galla la squadra per tutta la partita e controllando Brady per tre quarti e mezzo; i citati Suh&Donald e le secondarie dei Rams hanno tenuto il punto per tutta la partita e se è vero che il WR dei Patriots Julian Edelman ha accumulato 140 yards su 10 ricezioni (risultando per l'ennesima volta l'uomo delle grandi partite e guadagnandosi un meritato titolo di MVP) e che il RB Soni Michel ha potuto correre per quasi 100 yards, è anche vero che il primo viaggio in Redzone dei Patriots è stato solo in occasione del td dello stesso Michel in pieno quarto quarto. Un risultato per il quale, in casa losangelina, avrebbero firmato con il sangue prima della partita ma che non è bastato per fare proprio il Superbowl.
E Brady? Il suo lancio per Gronkowski, determinante per preparare il terreno per il touchdown di Michel, è stato l'unico vero lampo della partita del Fenomeno che ha giocato forse il suo peggior Superbowl in carriera (21 su 35 per 262 yards e un intercetto) arrivando però a conquistare il suo sesto anello che lo pone, probabilmente, in un discorso di inarrivabilità a livello di risultati. Ora il giusto trionfo, la meritata parata per le vie di Boston per quella che è, a buon diritto, una delle squadre più leggendarie della storia dello Sport mondiale.

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