NBA All-Time Trade (pt.2): gli scambi più importanti

Seconda parte del nostro viaggio nelle trade che hanno lasciato un segno nella NBA. Entreremo negli anni 90, e arriveremo fino al 2007

Scritto da Doc. Abbati  | 

Seconda parte del nostro viaggio nelle trade che hanno lasciato un segno nella NBA. Entreremo negli anni 90, e arriveremo fino al 2007, per evitare di avvicinarci troppo ai giorni nostri.

PARTE 2

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1992: Charles Barkley è una delle stelle assolute della lega. Il giocatore simbolo dei Philadelphia Sixers, quello che ha sostituito Doc.J. nel cuore dei fans di Philly. Sembrerebbe destinato a rimanere nella città dell’amore fraterno per molti anni. Invece nell’estate del 1992 i Sixers lo cedono ai Phoenix Suns in cambio di Tim Perry, Andrew Lang, che non lasceranno grandi ricordi ai Sixers e nella lega, e Jeff Hornacek, mandato ai Jazz due stagioni dopo. Grazie a questa trade Jerry Colangelo vincerà nel 1993 il premio come miglior General Manager della lega, e diamogli torto.

1993: Uno scambio importante, passato sempre in secondo piano ma che si potrebbe definire uno dei più grandi “what if” della storia. Draft 1993 con la #1 gli Orlando Magic scelgono Chris Webber, giocatore di un talento abbagliante, mentre con la #3 i Golden State Warriors chiamano Anfernee per tutti Penny Hardaway. I Magic presenterebbero una coppia di lunghi Webber-O’Neal destinata a dominare la NBA per almeno un decennio. Ma Shaq non è d’accordo, non vuole in quintetto un altro giocatore che possa occupare il prediletto post basso. Vuole una point guard di livello. Per cui il management dei Magic chiama i Warriors e la trade si concretizza in poche ore. Come sarebbe cambiata la geografia della lega se questo non fosse successo?

1995: Anche perché la permanenza di Chris Webber sulla baia dura una stagione sola. Vinto il titolo di Rookie Of The Year e riportato Golden State ai playoffs, il prodotto di Michigan chiede di essere ceduto per dissapori con Don Nelson, il suo head coach. Minacciando di non rinnovare con i Warriors. Viene quindi ceduto ai Washington Bullets, in cambio di Tom Gugliotta e tre prime scelte. Una trade che porterà poco a tutti quelli coinvolti.

1996: Torniamo a Charles Barkley. Che dopo quattro ottime stagioni ai Suns ritiene chiusa la sua esperienza in Arizona, e vorrebbe provare a vincere un titolo in maglia Houston Rockets, vincitori dell’anello nel 1994 e nel 1995. A Phoenix capiscono che provare a tenerlo risulterebbe essere impossibile e lo cedono in cambio di Sam Cassell, Robert Horry, Mark Bryant e Chucky Brown. Il tentativo di The Gound Mount of  Rebound fallirà inesorabilmente, così come le stagioni di Horry ai Suns, mentre Cassell…….

1996: Sam Cassell non resterà molto ai Phoenix Suns. Colangelo, capendo che Barkley sarebbe andato via, individua in Jason Kidd un giocatore su cui iniziare a ricostruire la franchigia. E Kidd sembra voler venire via dal giovane e talentuoso progetto Dallas Mavericks, ma destinato a non decollare. La trade si può fare: ai Suns vanno Kidd, Tony Dumas e Loren Meyer, ai Mavs arrivano Michael Finley, A.C. Green e Sam Cassell, appunto.

1998: Notte del draft. I Dallas Mavericks scelgono con la #6 Robert Traylor, enorme centro di Michigan. Con la #9 i Milwaukee Bucks chiamano invece un tedesco di Wurzburg, Dirk Nowitzki. Ma i Bucks non sono interessati al ragazzo, e lo cedono volentieri a Dallas in cambio di Traylor, in una trade che porterà in maglia Mavs anche un giovane PG canadese, tale Steve Nash. Le storie dei tre giocatori coinvolti sono note a tutti, nel bene, Nowitzki e Nash e nel male, con la prematura scomparsa di Traylor.

1998: Dopo aver trascorso quattro stagioni con alterne fortune ai Washington Bullets, Chris Webber finisce in una trade che lo porterà ai Sacramento Kings, in cambio di Mitch Richmond e Otis Thorpe. In California Webber troverà la sua definitiva consacrazione, dimostrando finalmente tutto il suo infinito talento.

1999: Gli Orlando Magic sono preoccupati per il declino che sembra aver preso la carriera di Penny Hardaway. Ha (ri)subito un terribile infortunio al ginocchio nella stagione 1997/98, rientrando nella successiva ma senza entusiasmare. Vogliono cederlo. Dall’Arizona si fanno vivi i Phoenix Suns, che vorrebbero affiancare a Jason Kidd, Hardaway, per creare un duo di guardie di altissimo livello. I Suns riescono nel loro intento, mandando ai Magic, Danny Manning, Pat Garrity e due future prime scelte. Il progetto Suns naufragherà, dopo una prima discreta stagione, sui ripetuti infortuni del prodotto di Memphis.

2000: I Detroit Pistons cedono, sorprendentemente, agli Orlando Magic la loro stella Grant Hill per Chucky Atkins e Ben Wallace. Lo scambio viene accolto malissimo dai fans dei Pistons, che ritengono di aver ceduto un fenomeno assoluto come Hill per due signori nessuno. Ma su Hill e le sue caviglie fragili girano parecchie voci, che si concretizzeranno proprio nelle due stagioni seguenti, purtroppo per i Magic. Mentre Ben Wallace diventerà un cardine della difesa dei Pistons campini nel 2004.

2001: La stagione 2000/01 è un’autentica montagna russa per Jason Kidd. I successi sportivi si scontrano con i problemi familiari e le accuse di violenza domestica ai danni della moglie. Ed in Arizona la reputazione della giovane PG va immediatamente a sud, malgrado le cinque post season raggiunte nei cinque anni di permanenza di Kidd in maglia Suns. Serve una trade, e dai New Jersey Nets arriva l’offerta. Per cui Jason Kidd e Chris Dudley vengono mandati ai Nets in cambio di Stephon Marbury, Johnny Newman e Soumaila Samake, 68 punti in 47 partite nella lega. Kidd porterà  i Nets due volte consecutive alle Finals, e vincerà il titolo nel 2011 in maglia Mavs.

2004: Anno di trade importanti. Che inizia con il botto. Dopo la pesante sconfitta subita dai Detroit Pistons nello spogliatoio Lakers scoppia la guerra tra Kobe Bryant e Shaquille O’Neal. A Los Angeles decidono che il tempo di Shaq a Hollywood è giunto al termine. E lo cedono ai Miami Heat, in cambio di Lamar Odom, Caron Butler, Brian Grant ed una futura prima scelta, nello specifico Jordan Farmar. Visto il futuro ci guadagneranno un po’ tutti.

2004: Tracy McGrady ha giocato quattro stagioni negli Orlando Magic diventando una delle stelle assolute della lega. Ma non vuole più restare in Florida, ritendendo di voler competere per il titolo e di poterlo fare solo con un vero centro di riferimento vicino. Per questo vuole andare a Houston per giocare nei Rockets di Yao Ming. La trade si perfeziona in questi termini: McGrady, Juwann Howard, Tyronn Lue e Reece Gaines a Houston, Steve Francis, Cuttino Mobley e Kelvin Cato a Orlando. Il duo McGrady-Ming sarà falcidiato dagli infortuni senza mai raggiungere gli obbiettivi.

2004: E pochi mesi dopo anche il cugino di McGrady, Vince Carter, decide che il suo tempo a Toronto è finito. Soprattutto dopo che Sam Mitchell, il nuovo head coach dei Raptors, ha dichiarato che ci vorranno almeno due anni prima di rivedere una squadra da playoffs in Canada. Il malcontento è palese, e allora i Raptors si decidono a cedere Vincredible ai New Jersey Nets, in cambio di Aaron Williams, Eric Williams, Alonzo Mourning, che non varcherà mai il confine preferendo ritirarsi, e due prime scelte. Che si concretizzeranno con i nomi di Charlie Villanueva e Joey Graham. Carter non otterrà mai grandi soddisfazioni di squadra in maglia Nets.

2007: E chiudiamo alla grande con la trade che nella storia ha coinvolto il maggior numero di giocatori ceduti per averne uno. I Boston Celtics dopo anni di anonimato vogliono tornare a vincere a vanno all-in su Kevin Garnett confezionando uno scambio storico, si dice grazie anche ai buoni uffici di Kevin McHale, all’epoca G.M. dei Timberwolves, in possesso di un cuore pulsante di biancoverde. The Big Ticket va ai Celtics in cambio di Al Jefferson, Ryan Gomes, Sebastian Telfair, Gerald Green, Theo Ratliff e due prime scelte. Le vicende successive sono abbastanza note a tutti, Garnett vincerà il titolo, Minnesota sprofonderà in una buca dentro cui resta ancora ai giorni nostri.

 

   


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