Brooklyn Nets, il primo mese di Kyrie Irving

Analizziamo insieme il ritorno di Irving nel periodo più difficile per i Nets negli ultimi due anni.

Scritto da Valentino Aggio  | 
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Analizziamo insieme il ritorno di Irving nel periodo più difficile per i Nets negli ultimi due anni.

Lo scorso 6 Gennaio è stata una data importante per i Brooklyn Nets: a circa sei mesi dall'ultima volta visto in campo, Kyrie Irving è sceso nuovamente su un parquet NBA. In particolare, l'#11 dei Nets ha segnato 22 punti, 3 rimbalzi e 4 assist alla Bankers Life Fieldhouse di Indiana, contro i Pacers. In molti hanno creduto che il ritorno di Irving avrebbe rinforzato i Nets , che avrebbero continuato a navigare nelle zone alte della Eastern Conference, ma così non è stato. Infatti, da quella partita vinta per 129-121 contro i Pacers, il record di Brooklyn tra Gennaio e Febbraio è di 5-12, con una serie di sconfitte aperta che è ormai arrivata a ben 8 dopo il -20 contro Denver di questa notte. Questo brutto stretch ha portato attualmente la squadra di New York al 7° posto a Est, a solo 4.5 partite di distanza dagli Washington Wizards, attualmente in 11^ posizione e fuori dal Play-In. 

I numeri ci sono

Se si guardasse il ritorno di Irving da un punto di vista strettamente numerico, la point guard dei Nets non starebbe giocando affatto male. Infatti, Irving si trova al momento con delle medie di 22.8 punti, 4.7 rimbalzi e 4.8 assist nelle prime uscite stagionali. Nonostante le partite possano essere a qualche giorno di distanza le une dalle altre, le medie al tiro di Irving sono comunque in media rispetto agli scorsi anni: 46.4% dal campo e poco oltre il 37% da tre punti. Questi numeri testimoniano la bontà della preparazione atletica di Irving negli ultimi mesi, nonostante non sia sceso in campo nei primi mesi di stagione regolare. Spesso ci dimentichiamo che comunque Irving ha subito un infortunio abbastanza importante negli scorsi playoff, che lo ha costretto a saltare quasi tutta la serie con i Milwaukee Bucks.

I problemi sono altri…

Come abbiamo visto, non sono i numeri il problema di Irving, ma ben altri. Infatti, anche dopo l'infortunio di Kevin Durant, che lo terrà fuori ancora per un paio di settimane almeno, Irving non ha rivisto la propria posizione riguardo la vaccinazione nonostante la squadra abbia comunque bisogno di lui. Servirebbe un leader carismatico e talentuoso in grado di trascinare questi Nets che, senza il loro Big-Three, è una squadra nella media. Infatti, anche James Harden al momento non gioca ed il suo futuro sembra essere sempre più lontano dalla Grande Mela. Un altro grosso enigma è la rotazione, che cambia spesso a seconda dell'assenza di Irving: questo di certo non aiuta coach Steve Nash e gli altri compagni a trovare continuità, che già è stata precaria negli scorsi mesi in quanto Brooklyn è stata duramente colpita dal Covid-19.

In conclusione, come possiamo definire il primo mese di Kyrie Irving? Più che sufficiente. Il fatto che Irving sia tornato nel momento più buio dei Nets nelle ultime due stagioni non è di certo del tutto colpa sua. Individualmente, le cifre sono buone ed il giocatore ha dimostrato di esserci anche nei momenti cruciali della partita (vedi contro Golden State). Sicuramente le prossime 14 partite alle quali Irving prenderà parte (escluse le due al Madison Square Garden ed una in Canada contro i Raptors) non cambieranno la stagione di Brooklyn. Rimane il fatto che, se Irving, Harden e Durant giocassero insieme rimarrebbero dei forti candidati all'anello.


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