Zach LaVine, fuoriclasse nell'ombra...e snobbato

Zach LaVine continua a migliorarsi anno dopo anno, ma tra Minnesota e Chicago il suo talento continua a rimanere nell'ombra

Scritto da Giacomo Albazzi  | 

Zacl Beeker / Getty-Images

Zach LaVine continua a migliorarsi anno dopo anno, ma tra Minnesota e Chicago il suo talento continua a rimanere nell'ombra.

Nella grande Wind City sono anni che non si vede un roster adeguato alla città, l'ultimo anello risale al 98' e le ultime finali di conference disputate nel 2011, ma per il resto tanta tanta amarezza.
Vengono un decennio fallimentare a 360 gradi, nessun tentativo di rebuilding ha funzionato e la mancanza di una all star (Jimmy Butler meno maturo) si è sempre fatta sentire. Lo young core è sempre stato inespresso e l'assenza di veterani non ha creato le basi per creare una cultura di squadra che avrebbe permesso risultati migliori con gruppi squadra più coesi e forti.

Se guardiamo il passato un po' più vicino a noi, notiamo che nel 2017 attraverso una trade passa in maglia Bulls Zach LaVine, draftato nel 2014 dai Minnesota Timberwolves alla tredicesima scelta assoluta si presenta con un slam dunk, una ventina si punti di media e poco altro, ma la frustrazione dei tifosi era incollata ancora all'ormai Timberwolves Jimmy Butler. Zach dopo una stagione un po' in sordina, torna alle medie con cui era abituato prendendosi sulle spalle l'attacco Bulls, ma il risultato a fine stagione non è sufficiente per i Playoffs.

Lo scorso anno LaVine appena dopo la sospensione della stagione ha detto:

Spero solo che tutti siano disposti e pronti a sacrificare qualcosa. A volte devi essere in grado di sacrificarti per arrivare a quello che vuoi, che siano i tuoi numeri o cose del genere. Spero che tutti stiano lavorando duramente in palestra e provando a migliorare. Questo è l’aspetto più importante per arrivare al successo. Almeno per me, tutto viene sempre dal duro lavoro. Continuerò a farlo e spero che torneremo tutti pronti a concentrarci.
Abbiamo approcciato quest’anno pensando di essere già forti, e invece non lo eravamo. Non avevamo la chimica, non avevamo la giusta mentalità. Siamo rimasti un po’ scioccati; pensavamo che avremmo fatto davvero bene e invece non è andata così. Dobbiamo riscattarci e dimostrare il nostro valore&rdquo

Nonostante l'appello di Lavine in estate non ci sono stati tanti cambiamenti, è arrivato Patrick Williams via draft, Otto Porter Jr. ha raccolto gli ultimi 28.4 milioni di dollari del suo quadriennale per vestire la maglia Bulls almeno un'altra stagione ed è arrivato in panchina Billy Donovan, colui che ha fatto sognare OKC nella bolla di Orlando.

Nonostante tutto quest'anno Chicago ha un record di 7-10 e cercherà di lottare per l'ultimo slot dei playoff guidata dal miglior Zach Lavine di sempre: 26.8 punti (nono miglior marcatore) 5.2 rimbalzi 5.4 assist 50% dal campo e 38% da 3, le sue medie finora.
Con le 4 partite consecutive da 30 punti tirando con almeno il 50% dal campo (terzo giocatore nella storia di chicago) ha toccato il record di Michael Jordan.



Il giocatore nativo di Renton sta avendo un exploit pazzesco e, nonostante il valore della squadra non sia neanche da commentare, questa estate era difficile prevedere un LaVine su questi numeri, inoltre è ormai diventato un giocatore a tutto tondo, la sua abilità nelle schiacciate e nelle stoppate era già ben nota anche all'università (UCLA), ma ora è diventato un buon tiratore capace di giocare molto bene anche senza palla con anche un discreto passaggio.

Lavine non ha mai raggiunto i playoff dopo 6 anni di NBA e crede ancora nel progetto Bulls, Donovan è un buon coach che in 1/2 se ha le basi i playoff li garantisce, ma il roster è ancora mediocre, il fallimento di Markkanen è evidente, la panchina cerca sempre di tirare su un starting dove che non brilla particolarmente (contro Boston hanno prodotto 22 punti in meno rispetto ai primi 5 dei Celtics in appena 2 quarti) e manca un leader che sappia cosa sono i playoff.
Il futuro non è roseo ed è evidente, ma in questi Bulls ora sta nascendo una star, Zach LaVine che, come in tanti credevano, non sa solo schiacciare.


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