Eurolega 2022/23, i 5 punti del Round #6

Giornata 6 di Eurolega tra scontri col passato, prime volte e l'Oly che viene stoppato al Pireo.

Scritto da Riccardo Corsolini  | 
Round 22

Giornata 6 di Eurolega tra scontri col passato, prime volte e l'Oly che viene stoppato al Pireo.

I 5 PUNTI DEL ROUND #6

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Ex Games

Il Round 6 ci ha regalato incroci particolari, di vario genere e risultato. Oltre la Chacho Night del Forum, nella serata di giovedì, la partita all’OAKA tra Panathinaikos e Partizan ha avuto più o meno lo stesso effetto nostalgico. Se è vero che coach Zeljko Obradovic era già tornato ad Atene da avversario quando allenava il Fenerbahçe, mancava comunque da 2 anni, per via dell’anno sabbatico dalle panchine prima e per via della stagione di Purgatorio in Eurocup poi.
Quindi vedere il regista di 5 Euroleghe vinte dai Greens tornare in quel palazzetto fa comunque un certo effetto. Il Partizan si porta a casa la vittoria numero 3 fin qui, ma l’effetto ritorno all’OAKA lo ha visibilmente sentito di più Ioannis Papapetrou (premiato a inizio partita) che mai si era allontanato dalla Grecia e che veniva da 4 stagioni in maglia biancoverde. Il suo tabellino piange 2 punti e 5 di PIR in 25 di campo. Altri incroci importanti, che alla lontana tengono conto sempre del coach serbo, sono invece andati in scena al Palau Blaugrana, tra il Fenerbahçe di Nick Calathes e il Barcellona di Jan Vesely, Nikola Kalinic e Saras Jasikevicius, tutti e 4 vittoriosi, tra Pana e Fener proprio con Obradovic. La partita del Palau è stata particolare anche per un altro motivo. 

La prima non si scorda

Barça-Fener oltre ad essere stato probabilmente il match clou del Round 6, oltre ad essere stato il ritorno di Calathes al Palau, contro l’allenatore che tanto aveva criticato a mezzo stampa in estate e a inizio stagione, oltre ad essere la prima giocata da Vesely contro il Fenerbahçe dopo 8 stagioni, è stata la prima partita a mettere la casella 1 tra le sconfitte della squadra allenata da Itoudis. Dopo sei giornate non ci sono quindi più squadre imbattute in Eurolega, forse ad indicare ancora di più l’equilibrio spostato verso l’alto di questa stagione. Siamo ancora all’inizio sì, ma le sole 2 vittorie di scarto che separano la prima posizione dalla 13esima fanno comunque specie. Se la classifica quindi si smuove in cima, si smuove quindi anche in fondo, dove il Bayern di Trinchieri sceglie la partita migliore per centrare la prima vittoria stagionale, battendo a Monaco i campioni in carica dell’Efes. Quindi anche in questo caso, dopo sei giornate, non ci sono più squadre a quota 0 alla voce vittorie. Dopo cinque sconfitte arrivate per pochi punti (unica in doppia cifra di scarto quella contro il Barça) con il +3 finale (81-78) di giovedì, i bavaresi si riprendono in parte ciò che avevano lasciato indietro.  

Webb cancella il Pireo

Dietro il Fenerbahçe di Itoudis, insieme all’ormai non più sorprendente Monaco del trio James-Loyd-Okobo ci poteva stare benissimo l’Olympiacos di coach Bartzokas. Invece non è così, perché dopo aver toccato il +16 a metà partita, il Valencia, che a questo punto sembra essere la squadra più scomoda da affrontare in Eurolega, piazza un 10-0 di parziale a inizio terzo quarto e annulla completamente i Reds al Pireo nel 4° quarto decisivo (25-11). L’Oly trova un discreto apporto da quasi tutto il quintetto, tranne che da McKissic, che per l’occasione decide di annullarsi da solo.
Dall’altra parte oltre ai soliti Jones e Dubljevic, Mumbru trova il protagonista che non ti aspetti. Il finale di una partita che termina con 1 solo punto di scarto viene infatti decisa da una azione, non senza polemiche. Sloukas ha in mano il tiro della vittoria, ma ostacolato da Claver, in maniera non del tutto legale, trasforma l’ultimo tiro in un airball, che diventa valido per un alley-oop a Alec Peters. Da dietro, con un mirabile tempo di reazione, James Webb III cancella completamente l’appoggio che avrebbe potuto regalare all’Olympiacos la vittoria, permettendo ai ragazzi di Mumbru di tornare a Valencia con in tasca il colpaccio. Come nel caso del Bayern, i taronja che tra ACB ed Eurolega avevano lasciato indietro troppe partite perse nel finale, si stanno riprendendo quanto perso, raddrizzando nettamente un avvio di stagione che si era fatto molto complicato. 

The Greatest SHoward & company

Passando dal Valencia, alla squadra di chi lo allenava fino alla scorsa stagione, il Baskonia di Joan Penarroya torna ad essere la squadra che aveva fatto strabuzzare gli occhi a tanti tifosi e addetti ai lavori. Se la sconfitta sul finale contro l’Olympiacos poteva rientrare tra i piani, il tonfo a Lione contro l’Asvel dei Parker non era molto pronosticabile. Pronta risposta annichilendo il Maccabi alla Fernando Buesa Arena con 29 punti di scarto (116-87) con una prestazione corale offensiva veramente incredibile.
Cinque giocatori in doppia cifra per punti e sette in doppia cifra di PIR. Nuova aggiunta della settimana, ma grande ritorno celebrato sia da tifosi, che società, quello di Pierria Henry. Un facilitatore incredibile, oltre che un grande difensore, ottimo backup per Darius Thompson e Markus Howard. Ancora presto per giudicare se e quanto Henry impatterà positivamente o negativamente sugli equilibri creati fin qui. Una cosa è certa, oltre ad essere squadra piena di giovani in rampa di lancio, alla prima esperienza in Eurolega o in cerca di riscatto a vittoria, il Baskonia visto fin qui è il “The Greatest Show” di questo inizio di stagione, per cui tanto vale goderselo e vedere fin dove può arrivare. 

Alba a Kaunas tra giorno e notte

Altra squadra che ha sorpreso tutti, l’Alba di Israel Gonzalez. O almeno lo si poteva fare fino a tre giornate fa. Partiti 3-0 come squadra, anche in questo caso, piena di giovani bilanciati perfettamente dall’esperienza di Sikma e Thiemann, nel giro di altrettante 3 partite, i giudizi si sono ridimensionati. Soprattutto guardando la partita di ieri, gli orsi hanno dimostrato entrambe le facce viste in queste prime partite, nell’arco delle due metà di gioco. Partiti fortissimo nel primo tempo, tanto da toccare il +20 dopo 16 minuti di gioco, completamente persi nel secondo, dando la possibilità allo Zalgiris di completare una incredibile rimonta nel finale, grazie ai canestri di Ulanovas e Bradzeikis. Intanto lasciano ben sperare i 15 minuti in campo di Gabriele Procida, che seguendo comunque l’andamento della gara dei suoi, aveva già toccato gli 11 punti nel primo tempo, per poi prendere solo dei ferri nel secondo. Lo Zalgiris invece conferma quanto possa essere influenzato dalla Zalgirio Arena. 3 vittorie a Kaunas, 3 sconfitte fuori.


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