Doveroso tributo a
Muhammad Ali, trascurabile Carlos Santana alle prese con l'inno nazionale e l'ombra di Hendrix, riti di introduzione già visti e siamo dentro a gara 2 di queste Finals 2016.
I Cavs costretti a trovare la quadra per evitare la caduta libera, i Warriors un passo più vicini al secondo anello.
ANALISI TECNICO/TATTICA G2
Da parte di Cleveland all'inizio ci sono buone intenzioni ma modeste applicazioni: le prime 4 azioni offensive cercano il blocco sul pallone per Irving, un accenno di movimento e qualche tiro che entra a segno.
I Warriors di questo primo quarto offensivamente non pungono, sono guardinghi merito forse anche di una difesa più decisa da parte dei singoli (ma ancora lacunosa nelle comunicazioni), mantengono bassi ritmi ma riescono comunque a regalarci una discreta perla da breviario del basket.
AZIONE 1
Ecco di cosa parlo:

Qui i Warriors partono distribuendosi in campo in maniera equilibrata, ma l'intenzione sarà quella di spostare la congestione rapidamente a destra e usare due movimenti simultanei per creare spaziature, diversivi e infine mandare in tilt la difesa avversaria.

La palla (pallino fucsia) attira naturalmente l'attenzione, quindi Kerr decide di eseguire un primo gioco a due tra
Curry e
Green, notare come
Love (5) proprio per questo motivo abbia lo sguardo rivolto nella direzione del pallone, pronto ad intervenire in caso Tristan Thompson o Irving necessitino di aiuto.
Nel mentre sulla linea di fondo
Klay Thompson cercherà una prima uscita in angolo.

Il gioco a due ha prodotto un primo cambio di marcature, ora
Irving (1) è su Green, mentre
Tristan Thompson (4) marca Stephen Curry. Il gioco si sposta nuovamente sul lato sinistro, mandando la sfera rapidamente nelle mani di
Bogut che nel mentre è salito sui 6 metri.
Questa situazione è un primo vero pericolo per i Cavs: ci sono sul campo due mismatch e la palla è in mano ad uno dei migliori lunghi passatori della lega (incidentalmente con 3 metri liberi di spazio ... perchè Love dorme), e questo attira l'attenzione di
LeBron James (3) che si stacca dal suo uomo.
Dietro, in sordina
Iguodala aiuta l'uscita di Klay Thompson con un blocco, costringendo
JR Smith (2) a prendere la strada lunga.

Passaggio consegnato di
Bogut, poi bloccante, a
Curry e linea di passaggio completamente libera verso un
Iguodala rimasto liberissimo sotto canestro.
La riuscita di questo schema è determinata fondamentalmente dalla consapevolezza delle spaziature che i giocatori dei Warriors posseggono e dalla capacità che hanno nell'eseguire molteplici movimenti con le corrette tempistiche.
Anche se solo in tre toccano la palla, è da notare come l'attacco muova e coinvolga tutti e cinque i giocatori sul campo.
I Cavs in questo primo quarto giocano con un discreto livello di intensità, i Warriors oppongono una modesta resistenza come difesa di squadra ma è degno di nota
Bogut che al suo primo ritorno in panchina annovera più stoppate (4) che rimbalzi o punti (3 e 2). Un vero muro.
Nel secondo quarto, con la partita ancora in equilibrio, Cleveland cerca di alzare il ritmo mentre Golden State mantiene un approccio ancora ragionato.
La strategia dei Cavs è chiaramente quella di, ancora una volta, forzare le rotazioni in difesa e farsi strada a spallate verso l'area, possibilmente forzando i Warriors al fallo.
Funziona in parte,
Curry colleziona il suo 3° fallo prima dell'intervallo lungo, ma tutti questi isolamenti portano anche a perdere molti palloni, specie se sul lato debole non ci sono dei movimenti utili a creare le linee di passaggio per gli scarichi.
Spesso invece Cleveland gioca l'uno contro uno o il post-up, con il resto della squadra piuttosto statica in attesta.
AZIONE 2
Qui la miglior azione dell'attacco dei Cavaliers in tutta la partita:

Cleveland inizia l'azione disposta in maniera speculare sul campo, quintetti piccoli sul parquet per entrambe le squadre con
LeBron James in punta a portare palla marcato da Dreymond Green (5).

Dal gomito arriva
Shumpert a portare un primo blocco sul pallone, forzando un primo cambio di marcatura con
Iguodala (4) che adesso coprirà LBJ che sta continuando il movimento verso l'angolo sinistro.

Secondo blocco sul pallone, stavolta ad opera di
Dellavedova, ulteriore cambio di marcatura: ora è
Klay Thompson (2) a doversi prendere in carico LeBron (che in questo momento è il giocatore più alto e grosso in campo).
Questa è la condizione che l'attacco Cavs ha cercato di ricreare per tutta la partita, atta a sfruttare il vantaggio di stazza vicino a canestro.

Qui solitamente LeBron con un paio di spallate sbrigherebbe la pratica per due punti facili.
Invece il mismatch comanda ovviamente un'attenzione particolare e
Iguodala (4) lascia il suo uomo per mettersi a disposizione del suo compagno.
Notare come
Livingston e
Green abbiano switchato marcatura senza lasciare scoperto nessun uomo, ed ora Green (il miglior rimbalzista e difensore d'area della squadra) si trovi esattamente al centro del pitturato: comunicazione e consapevolezza.
LBJ vede
Dellavedova libero sul perimetro e scarica.
L'azione è decente, peccato che al posto di Dellavedova ci sarebbe dovuto essere un tiratore affidabile, in grado di prendersi la conclusione senza pensarci su.
Invece l'australiano è incerto e opta per una penetrazione. L'azione
NON si concluderà con un canestro.
Green (28 punti finali) infiamma la retina da 3 punti, Irving a 6:07 ci regala uno splendido wedgie in layup e a 5:10 dalla fine
Kevin Love subisce una brutta gomitata alla testa da parte di
Harrison Barnes, non sanzionato dagli arbitri.
Più avanti il colpo costringerà il giocatore a ritirarsi negli spogliatoi.
Fine secondo quarto e inizio del terzo sono una volata Golden State, finalmente in ritmo e con la confidenza giusta.
AZIONE 3
Con i Warriors che cominciano a mettersi a distanza il focus difensivo di Cleveland torna ai minimi storici:

In questa situazione di attacco in ritmo
Iguodala spinge la palla oltre metà campo, mentre
Klay Thompson punta a posizionarsi in angolo.

In angolo però c'è già
Barbosa, e i due si scontrano. La mia impressione è che questo non sia un vero e proprio schema, ma che il brasiliano sia nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Thompson infatti non porta nessun blocco, i due semplicemente cercano di recuperare le rispettive posizioni.

La cosa folle è che questo, invece che mandare in corto circuito l'attacco dei Warriors, decreta lo spegnimento del cervello di
JR Smith (2) e
Richard Jefferson (4) (che ad onor del vero ha giocato una gran partita).
Barbosa completamente solo guadagna il pitturato.

... e
Iguodala non se lo fa ripetere due volte. Due punti facili.
Personalmente comincio a vedere un pattern, ovvero che nella gran parte delle pessime giocate difensive di Cleveland sia coinvolto il signor Smith, e credo lo vedano anche i Warriors che tendono ad attaccare la sua marcatura con un movimento o con un possesso diretto.
Questa partita ha avuto una storia addirittura più breve di quella di gara 1. L'ultimo quarto è stato una formalità, con in campo le riserve Cavs a fare garbage time.
Spiccano nuovamente le palle perse, di cui LeBron James è proprietario di 7, causate da un attacco statico a metà campo e spesso avventato in contropiede.
Lo stacco di 30 punti è uno schiaffo in faccia alla leggerezza con cui i Cavs si sono presentati a queste Finals. Ora si va in Ohio nella speranza che l'aria di casa dia un senso a questa serie.
Dai Steph, chiudiamo questa serie in 4 partite, una roba veloce, che io mi son già stancato di finire gli articoli alle 7 del mattino.
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