Top 10 NBA Finals All-Time!

Scritto da FMB  | 
Torna il nostro Jack Sendoh con una super Top 10 dedicata alle migliori Finals di sempre, MJ, Kobe & Shaq, gli Spurs, i Rockets...e una sorpresa!
Infine ci siamo. La grande battaglia del nostro tempo. La scacchiera è pronta, le pedine si muovono
Così diceva Gandalf a uno spaesato Peregrino Tuck, osservando Minas Morgül, la città dell'arcinemico Sauron ne "Il Signore degli Anelli". La citazione al capolavoro di Tolkien è doverosa, perché anche qui, si combatte per un anello. Non è quello del potere ma è quello che conferisce il titolo di campione NBA, ogni anno. E se nel nostro caso "il Signore degli Anelli" non può essere altri che Bill Russell, le FINALS di quest'anno si preannunciano divertenti ed esplosive. Perché a parte uno, nessuno ha mai vinto un anello di tutti i partecipanti. Verrebbe da dire "le FINALS peggiori degli ultimi anni" ma alla fine, se da una parte hai l'Aragorn di Akron, tornato a casa per "diventare ciò che è nato per essere" e dall'altra l'MVP della Regular Season, anche lui nato ad Akron, guardacaso, che non vede l'ora di fare uno sgarro alla sua città, capisci che non saranno mai delle FINALS banali. Magari finiranno 4-1, e io so già per chi, o magari ci faranno divertire fino in fondo. In onore delle Finali NBA 2015, andiamo a ripercorrere insieme, quelle che sono state le migliori Finali NBA fino ad oggi. FINALS 2013 lebron-jamesMolti storceranno il naso. "Ma come? Non metti la prima volta che LeBron ha vinto un anello insieme agli altri big2 di Miami?" No, perché se è vero che nel 2012 si inizió a scrivere un pezzo di storia, il climax venne raggiunto nel 2013. Di fronte ai Miami Heat si presentano dei San Antonio Spurs dati per finiti da molti, osannati da pochi, ma guidati dal colonnello Popovich. Abbiamo visto dinamismo contro tecnica, aggressività contro gioco di squadra e, alla fine, l'hanno spuntata quelli in maglia bianca, from Florida. La rivalità tra queste due squadre (e soprattutto tra Lebron e San Antonio) è qualcosa che non ti aspetti e solo gara-7 decretó quale delle due squadre avrebbe dovuto vincere, anche se il momento in cui si decise la serie fu in gara-6 con San Antonio avanti e con Ray "He got Game" Allen a decidere che era il caso di consegnare ai posteri una tripla da antologia Per tutti noi, una serie di FINALS che non avremmo mai voluto veder finire. Finals 1980 1980.new_.magic_Per me, se non vi piace Lionel Messi, non vi piace il calcio. Stesso pensiero ma applicato al Basket. Se non vi piace Magic Johnson, non vi piace il basket, ma probabilmente neanche il cricket. Gara-6 delle finali del 1980, Magic, fresco vincitore del "Rookie of The Year" é costretto a sostituire il centro dei Los Angeles Lakers nella decisiva gara-6 contro i Philadelphia 76ers di Julius "Doctor J" Erving. Ecco, solo questo basterebbe per far diventare epica questa finale. Se in più ci aggiungiamo che il centro infortunato dei Lakers era nientemeno che Kareem Abdul Jabbar, nato Lew Alcindor, la faccenda assume contorni da poema epico cavalleresco. Magic, poco più che 20enne, guida i suoi alla vittoria mettendo a referto 42 punti, 15 rimbalzi e 7 assist. Il tutto, a 21 anni. Non credo serva aggiungere altro. FINALS 2014 Tim+Duncan+2014+NBA+Finals+Game+Five+FO1bmW3hFErlDatemi del romantico e della femminuccia ma ci sono cose che non mi possono lasciare indifferente. Le Finali del 2014 rientrano di diritto in questa classifica, non tanto per la loro spettacolarità, perché non c'è stata praticamente partita tra San Antonio Spurs e Miami Heat. Quei Miami Heat che erano alla quarta finale consecutiva, cercavano il "three-peat" contro i nemici dell'anno precedente, più vecchi di un anno, più stanchi, arrivati al capolinea, il classico ultimo canto del cigno. Ed effettivamente il cigno ha cantato ma più che una litania agonizzante, una splendida opera in prima visione e che forse è stata davvero l'ultima. Degli Spurs troppo organizzati, troppo forti, troppo volenterosi di riscattare le finali perse dell'anno precedente, come solo una grande squadra può riuscire a fare. Non ho mai amato gli Spurs, ma se odi gli Spurs, odi il basket. È la grande verità della vita. FINALS 2010 artest2Le due (ormai) nobili decadute del basket mondiale. Le due squadre più famose, più tifate è più seguite nel mondo. Le due squadre che 30 anni fa "salvarono" la NBA grazie alla rivalità Bird-Magic, si ritrovano ancora una volta faccia a faccia alla finali. Questa volta gli uomini-squadra non sono Larry e Ervin ma Paul e Kobe. Direi che la qualità non manca assolutamente, e quando manca, state pur certi che le due franchigie si affidano ai loro uomini simbolo: Paul Pierce per i Boston Celtics e Kobe Bryant per i Los Angeles Lakers. Che squadra quei Celtics, onestamente non avrei mai potuto pensare che avrebbero perso queste finals: Garnett, Pierce, Rondo e Ray Allen erano davvero al top della condizione. Dall'altro lato Pau Gasol, un redivivo Derek Fisher e sempre lui. Il Paolo Maldini di oltreoceano: il Mamba nero, Kobe Bryant. Una finale conclusasi solo in gara-7 allo Staples Center di Los Angeles. Una serie dove il fattore campo è contato ben poco ovunque tranne, forse, nell'ultima partita. Una delle più bella serie di Finali di sempre, con le rivalità più belle di sempre: quelle tra due leggende della pallacanestro, due grandi capitani che si sono sempre stimati e rispettati nonostante l'odio sportivo, ma soprattutto quello tra le due regine. In campo, per quelle 7 partite c'erano più titoli NBA di tutte le altre franchigie messe insieme. Si è fatta la storia e chissà ancora quanto dovremo attendere per rivedere il "classico" del basket NBA. FINALI 1994 la-me-ln-crazy-socal-car-chases-gifs-20140610Come possono essere in questa top-10 le più snobbate, criticate e mal viste FINALS della storia NBA? Siamo nel 1994, è appena finita l'era Jordan, dopo il suo (primo) ritiro. L'uomo che era diventato più grande della lega stessa aveva mollato e ora si cercava un suo degno sostituito: Qualcuno che potesse trasmettere al pubblico, tutto quello che trasmetteva sua "ariezza". Il primo incaricato di ricoprire questo ruolo era, ovviamente, Hakeem "The dream" Olajuwon, considerato da moltissimi il più forte Centro della storia del basket. Portó i suoi Houston Rockets in finale contro, dopo 21 anni dall'ultima volta, una delle più blasonate e seguite squadre d'America: i New York Knicks, guidati da un altro spettacoloso centro, Pat Ewing. Beh che dire, David Stern era convinto che si potessero risollevare le sorti della lega anche dopo l'addio di Jordan, e la fortuna volle che si scontrassero proprio due avversarsi così. In realtà, andò molto diversamente. Il pubblico snobbo' completamente quelle finali, complice anche il fatto che le partite furono tutt'altro che spettacolari: nessuna delle due squadre superó mai i 100 punti in 7 gare, si sfiorò il 40% al tiro. Ad aggravare la situazione l'arresto in diretta di OJ Simpson, proprio durante gara-5. Due squadre basate principalmente sulla difesa, poco spettacolari e che giocavano duro: piene però di combattenti e i loro capitani ne erano l'esempio lampante. Vinsero i Rockets e Hakeem The Dream fu il primo non-americano a guadagnarsi il titolo di MVP delle finali. Finali 2001 Schermata 08-2456166 alle 13.13.06All'inizio della storia di ogni impero, è d'obbligo dimostrare la propria forza e la propria voglia di conquista. Si inizia con i territori limitrofi e piano piano ci si espande, fino ad arrivare al giorno della tanto attesa battaglia contro il nemico più forte: una vittoria dominando, è la dimostrazione di forza di quell'impero. Nel 2001 abbiamo assistito alla nascita di una dinastia e al declino di una civiltà, spazzata via in 5 gare come una moderna Atlantide, sparita dal giorno alla notte: i Philadelhia 76ers vennero annichiliti dai Los Angeles Lakers del duo Kobe-Shaq. 4-1 il risultato che non lascia scampo, poche storie, non ci fu sostanzialmente partita. Troppo superiori i gialloviola, che come fecero i conquistadores spagnoli in sud-America, arrivarono, depredarono e si misero al dito un anello. Soltanto un uomo di 178 cm cercó di dare battaglia a questo formidabile nemico, facendo vincere la sua squadra in gara-1 per poi venire però travolto dall'impeto dei lacustri. Quest'uomo, una specie di indomabile Indios dell'era moderna, fece 48 punti allo Staples center di Los Angeles con una prestazione sublime, lasciando intendere che non si sarebbe arreso senza lo scalpo di qualche nemico. 1-0 per i 76ers. Poi, la storia riprenderà il suo corso e i Lakers vinceranno 4-1, con O'Neal MVP delle finali. Ma tutti ricorderanno quel piccolo Indio afroamericano che per una sera ha combattuto contro i giganti e ha vinto. Allen Iverson, la cosa più veloce mai vista su due gambe. Finali 1991 michael-jordan-91-finals-retro-6-Partono subito fortissimo le migliori FINALS che si potessero desiderare: Chicago Bulls contro Los Angeles Lakers. Michael Jordan contro Magic Johnson. Il meglio del meglio che la NBA potesse offrire in quegli anni. I bulls riuscirono a conquistare le loro prime finali dopo aver (finalmente) spazzato via gli odiati pistons di Thomas. Jordan era considerato un fenomeno, ma era anche etichettato come uno che non avrebbe mai vinto. La voglia di vincere di sua ariezza era enorme. Gara-1 in casa di Chicago, venne vinta dai Lakers, sicuramente più esperti in quel genere di partite. La serie sembrava orientata verso Los Angeles ma i Bulls avevano troppa fame di vittorie. Spazzarono letteralmente via nelle successive 4 gare i lacustri, dominando in lungo e in largo. La foto di quella serie è quello che considero la più grande giocata di sempre nei playoff NBA. Jordan con un cambio di mano a mezz'aria per due punti comodi. Come lui, nessuno mai. Finali 1970 willis_returnTutti sanno sicuramente di cosa io stia per parlare. Guardacaso, da un lato, ancora Loro: i Los Angeles Lakers, ospiti fissi dei grandi appuntamenti e dall'altro i New York Knicks. I Lakers di Wilt Chamberlain, unico uomo s segnare 100 punti in una partita di pallacanestro, e i Knicks di Willis Reed. Al termine di Gara5 Willis Reed, uomo simbolo della squadra della big Apple, riportó un brutto infortunio alla coscia e tutti erano certi che avrebbe saltato la successiva partita a Los Angeles, quella che avrebbe potuto dare la vittoria ai Knicks per 4-2. Vinsero i Lakers impattando la serie sul 3-3 e andando a giocare la decisiva gara-7 in un Madison Square Garden strapieno per l'occasione, nonostante tutti avessero ben poche speranze. Chamberlain era semplicemente incontrastabile e l'unico che avrebbe potuto arginarlo, era fuori per infortunio. In realtà Reed si presentò lo stesso, zoppicando vistosamente, alla palla a due contro Chamberlain. Segnó i primi due punti della partita e diede una scossa enorme alla sua squadra che andò a vincere quella Gara7. "Non c'è giorno della mia vita in cui non mi si chieda di quella partita". Chapeau Finali 2004 2004 NBA Finals - Game 5: Lakers v PistonsEh cari cestofili (si dirà così?) o forse baskettofili, cosa ci posso fare? Ci sono sempre loro di mezzo, nel bene o nel male... In questa top-10 direi più nel male che nel bene, a dirla tutta. Le finali 2004 sono forse le mie preferite di sempre, escludendo, naturalmente qualsiasi finale giocata dai Chicago bulls, ma sarei troppo di parte e pertanto ho inserito solo quella che credevo più meritevole. Da un lato abbiamo una delle squadre Che meno sopporto per come trattarono Jordan a fine anni 80, ma che in Realtà, mi ha rubato un pezzo di cuore per il modo duro e aggressivo di giocare: i Detroit Pistons. Dall'altro, i soliti Los Angeles Lakers. Una squadra a dir poco stellare, i gialloviola di quell'anno: al duo Kobe-Shaq si erano aggiunti un Gary "The Glove" payton e un signor Karl "The Mailman" Malone, diciamo non proprio gli ultimi due stronzi. Ovviamente, perorarono la causa Lakers per quell'anno per cercare di vincere un anello che a tutti e due mancava. Dall'altro lato, la squadra della città più dura d'America, Detroit, poteva contare su un roster di tutto rispetto con Rasheed Wallace, Chauncey Billups, Rip Hamilton, Tayshaun Prince e il "guaiafarloincazzare" Ben Wallace. Adoro Ben Wallace. Non penso di aver mai visto un uomo con le braccia più grosse di lui. Marcava Shaquille O'Neal nonostante fosse circa 14 cm più basso. La storia di quelle finali è che i Lakers venivano da 3 titoli consecutivi e avrebbero avuto voglia di scrivere la storia contro la vittima sacrificale Pistons, arrivati a quelle finali partendo dal terzo posto della Eastern Conference e faticando parecchio. I Pistons guadagnarono subito il fattore campo andando a vincere gara-1 a Los Angeles, ma i Lakers pareggiarono subito. Poi però non ci fu storia: le 3 partite successive a Detroit consacrarono i Pistons campioni, che liquidarono i più quotati Lakers con un secco 4-1. Billups MVP delle finali, con 3 vittorie su 4 con un margine superiore alla doppia cifra. Lakers annichiliti dalla squadra che più ho odiato e che più mi piace come stile e come cuore. Un ossimoro, lo so. Questo è quanto ragazzi, non storcete il naso perché ho lasciato fuori le finali 1998: quelle non furono finali, non furono partite di basket, ma storie da narrare per generazioni, un po' come la guerra di Troia che forse accadde davvero oppure no. Un po' come il Molise, che non sappiamo se sia un'invenzione dei media o se esista davvero. Furono partite a metà tra mito e leggenda e non penso di essere la persona più adatta a farlo: servirebbe un moderno menestrello per narrar di quegli antichi eroi e di quei fasti ormai perduti.

LA PIÙ BELLA FINALE CHE NON ERA UNA FINALE

E siamo giunti alla fine, di questa Top 10 rigorosamente non in ordine. Queste sono le mie scelte, spero possiate essere d'accordo e che l'ordine lo decidiate voi. Non me la sono sentita di fare una classifica anche se la mia partita preferita rimarrà la finale non finale. Di cosa sto parlando? maxresdefaultIl campionato di basket delle scuole superiori della prefettura di Kanagawa era quasi giunto al termine. Il mattino, il Kainan aveva sconfitto il Takezato guadagnandosi la 17esima partecipazione consecutiva al campionato nazionale. Il quadrangolare con le 4 migliori squadre della prefettiea volgeva al termine, con la squadra di Maki e Jin saldamente al primo posto con 3 vittorie. Takezato ultimo con 3 sconfitte e in mezzo, le squadre di Ryonan e Shohoku con una vittoria a testa, si sarebbero dovute trovare faccia a faccia nel pomeriggio. Chi vince va in finale. Non ci sono secondi appelli, non ci saranno scuse. Da un lato lo Shohoku, la squadra di Akagi e Rukawa. Dall'altro, il Ryonan, capitanato da "Big Jun" Uozumi e dal vero leader, in campo e fuori, Akira Sendoh. Lo Shohoku, emotivamente non se la passa benissimo, data l'assenza per un malore del loro Guru, l'allenatore Anzai. Il Ryonan invece è carico come una molla e ha i favori del pronostico dalla sua. Nel primo tempo lo Shohoku chiude in vantaggio grazie alle triple dell'ex MVP hisashi Mitsui e alla presenza sotto canestro del "gorilla" Akagi, ben assistito da un ottimo playmaker come Ryota Myagi. A livello di quintetto base non ci sarebbe partita, lo Shohoku è nettamente più forte in tutti u ruoli eccetto per l'ala grande piccola. I problemi per la squadra in rossonero cominciano quando l'alto numero di falli limita i suoi giocatori e la panchina non è all'altezza dei titolari. Il Ryonan comincia così una grande rimonta, e ha già un piede ai campionati nazionali. Sendoh sta giocando alla grande ma é insospettito dal comportamento abulico e inconcludente di Rukawa che non ha segnato praticamente mai, nonostante sia un giocatore in grado di segnare quasi 30 punti a partita. E infatti, l'11 dello Shohoku comincia a segnare a raffica, trascinando la sua squadra ancora avanti. Sendoh, come solo un atleta del suo calibro potrebbe fare, non si scompone e restituisce i punti segnati da Rukawa, allo stesso modo. Dimostra di saper segnare in qualsiasi situazione. Sendoh adora giocare contro Rukawa perché nessuno ha la voglia di vincere del suo rivale, ma alla fine, Sendoh sa che Sara lui a vincere. La partita sembra girare dalla parte del Ryonan, quando ad un certo punto, un ragazzo di 188 cm, con i capelli rossi, fa muovere il suo corpo nella maniera più naturale possibile, senza quasi pensare a nulla. Prende tutti i rimbalzi possibili, stoppa e segna anche qualche buon canestro. Diventa l'assoluto protagonista di quella partita che doveva essere la partita di Sendoh e di Rukawa. Finirà 70-66 per lo Shohoku, grazie anche a questo ragazzo. Un ragazzo che ha iniziato a giocare a basket solo qualche mese prima era diventato l'eroe di quella squadra. Si chiamava Hanamici Sakuragi e forse, sentiremo parlare ancora di lui in futuro. Del ragazzo con i capelli rossi che sembrava un teppista, ha iniziato per gioco a praticare il basket e poi se n'è perdutamente innamorato, un po' come tutti noi. Poiché era un genio. Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere Sendoh alle nazionali. Detto questo, come sempre, buon basket a tutti e votate nel sondaggio sotto, vi dirò una previsione clamorosa: Quest'anno, qualcuno nato ad Akron, si metterà al dito l'anello. Enjoy

Jack Sendoh.


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