Datome: "Il 6+6 deve restare. Banchero? Lo si sta bombardando"

Il giocatore dell'Olimpia Milano ha rilasciato un'intervista interessante parlando dio un tema sempre caldo

Scritto da FMB  | 
Marco Brondi

Il giocatore dell'Olimpia Milano ha rilasciato un'intervista interessante parlando dio un tema sempre caldo.

Dopo un lungo stop causato da un virus intestinale Gigi Datome sta tornando a scaldare i motori e recentemente ha rilasciato un'intervista a Luca Guazzoni (ANSA) durante la presentazione ufficiale del Gruppo Giovani Librai dell'Ali nella sede di ConfCommercio a Milano.

Regole, Banchero, giovani italiani e futuro sono stati i temi trattati dal capitano dell'ItalBasket

Regole

Datome è stato molto esaustivo sulla questione del 6+6 che ogni anno tiene banco: “La formula perfetta non esiste. Qualche italiano probabilmente se ne approfitta, non dà tutto per migliorare, responsabilizzarsi e si accontenta; ma ce ne sono altri che invece crescono e si impegnano. Porto il mio esempio: io ero convinto di avere i mezzi per stare in Serie A da giovanissimo ma ho dovuto faticare tantissimo per avere spazio, per dimostrare il mio valore. So cosa ho sofferto io, per me la regola del 6+6 deve rimanere: tutela chi non rende subito, dà tempo per emergere. Senza regole io probabilmente avrei cambiato lavoro. Ma il giocatore italiano si deve rendere conto di avere dei privilegi, e proprio per questo deve lavorare e sbattersi più di tutti per meritarsi lo status; e poi servirebbe maggiore coraggio dagli allenatori e sapienza dei manager”.

Banchero

Il capitano azzurro si è soffermato anche sul grande tema che sta accompagnando la pallacanestro italiana, la decisione di Paolo Banchero: "È un talento di livello assoluto che non possiamo permetterci di non convocare, ma questo ragazzo lo si sta bombardando di troppe aspettative. L'augurio è che venga al Mondiale con l'Italia, che sia contento di farlo, che si diverta e ci dia una mano ma bisogna dargli la tranquillità di fare la scelta che riterrà più opportuna. L'Azzurro lo devi volere, vale per tutti - aggiunge - Lui oggi non sa se disputerà il Mondiale con noi e ogni cosa che dice viene strumentalizzata, come se fosse un sì o come se fosse un no - aggiunge il capitano dell'ItalBasket. Deve solo capire cosa è intenzionato a fare".

Giovani azzurri

Il movimento fatica a far crescere i giovani talenti in casa e Datome lo ha evidenziato: “Ci sono tanti buoni giovani ma vedo scetticismo negli allenatori a dare loro fiducia. I coach si giocano la panchina ogni domenica e non vogliono rischiare niente. La cultura non è cambiata dal 2004/05 quando io ero nelle loro condizioni. Ora per giocare bisogna essere veramente forti. E a chi dice “se sono forti usciranno”, rispondo che così si perdono anni e anni di carriera e di crescita. Io ho impiegato 10 anni per avere ruolo di primo livello. Bisogna capire quali siano i giovani su cui investire, cui dare fiducia e su cui lavorare. Servono intuito e sapienza”.

Futuro

Datome è in scadenza di contratto con Milano e si stanno avvicinando i Mondiali, questo il suo pensiero sul suo futuro: “Non ho più vent'anni. Sono decisioni che posso prendere solo a fine stagione, per come mi sento e mi sono sentito. Il rapporto con Pozzecco è così diretto e cristallino che faremo la scelta migliore per la Nazionale. Ho avuto finora una stagione difficile, voglio dare una mano all'Olimpia anche per essere convocabile per il Mondiale”.


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