Round Olimpia: IT'S A STATAMENT WIN...Playoffs? Sono Stretti!

La più bella e sofferta vittoria di Milano in questa Eurolega contro un grande avversario che per 35' ha avuto il pallino, ma di là c'è il Professore

Scritto da FMB  | 

Mattia Ozbot / Ciamillo-Castoria

La più bella e sofferta vittoria di Milano in questa Eurolega contro un grande avversario che per 35' ha avuto il pallino, ma di là c'è il Professore.

Quando per 35' minuti vieni costretto ad inseguire perché l'avversario gioca una signor partita e poi negli ultimi 5', di caparbietà e mentalità, ribalti l'inerzia vincendo allora sei una GRANDE squadra: questa Olimpia Milano è una legittima contender a questa Eurolega. No doubts.

Sono sei vittorie consecutive, tutte di personalità, mentalità, gioco e palle d'acciaio come quelle messe in campo nell'ultimo periodo di ieri contro uno Zenit costretto ad arrendersi. I russi erano venuti al Forum belli quadrati, primo tempo perfetto e anche nella ripresa malgrado qualche errore di troppo erano al comando, semplicemente coach Pascual non ha avuto i giocatori in grado di fare un passo avanti.

Vlado M-I-C-O-V

È palesemente fuori forma ma è stato palesemente IL giocatore che ha rotto la partita. Nelle stories su Instagram dissi che all'Olimpia serviva la scintilla dai singoli, un qualcosa per scompigliare le carte sul tavolo ben apparecchiato dello Zenit, non mi aspettavo Delaney per il discorso fatto mercoledì (e puntualmente confermato anche ieri), Punter era un buon candidato visto il momento rovente ma poi Il Professore è entrato in aula...e silenzio fu: 8 punti con tripla, gioco da 3 punti e layup FONDAMENTALI per incrinare le certezze degli ospiti! Infatti lo Zenit da quel break di Micov ha iniziato a faticare e la difesa di Milano, preso atto del momento, ha alzato il volume della radio e tanto per cambiare a guidare le operazione chi c'era? Kyle Hines, anima e leader maximo di questa squadra.

La tecnica dell'esplosione del cuore con 5 colpi della dita

Cazzo c'entra Kill Bill adesso? C'entra e ci arrivo dopo. Se fossi stato presente al Forum la mia prima domanda a coach Messina sarebbe stata sulla resilienza che i suoi ragazzi hanno esibito nel difficile primo tempo. Lo Zenit ha giocato bene e con un primo tempo di quel fatturato molte squadre sarebbero andate negli spogliatoi sotto in doppia-cifra pesante, lo stesso coach ha evidenziato in conferenza stampa come la partita fosse nata male.
Milano però ha tenuto botta, e nel 4° periodo ha eseguito la celeberrima tecnica dell'esplosione del cuore con 5 colpi della dita che Beatrix Kiddo esegue a Bill per farlo fuori:
1) Tolta la sicurezza offensiva allo Zenit forzandolo a tirare da fuori (2/13 nel 2° tempo)
2) Esecuzione offensiva dinamica e perfettamente mirata
3) La variabile Vlado Micov
4) Colpo di assestamento: 5 punti consecutivi di Punter
5) Colpo di grazia: tripla di Delaney

Semplicemente la mossa più letale di tutte le arti marziali. Lui [Pai Mei] ti colpisce con la punta delle dita e comprime cinque punti diversi del tuo corpo. E poi... ti lascia andar via. Ma appena hai fatto cinque passi, il tuo cuore esplode all'interno del corpo: e tu cadi a terra, morto. 

Goodbye Zenit

COMMENTO

Basta nascondersi, basta girarci attorno, basta mettere le mani avanti: Milano è la terza forza dell'Eurolega e adesso l'obiettivo Playoffs va anche stretto! Tolte Barcellona (che deve ancora venire al Forum) ed il CSKA che bipsgna capire che ne farà di Mike James, l'Olimpia le ha battute tutte! Chiaro che vanno recuperi i ko contro il Panathinaikos e Stella Rossa, quelli che oggi pesano di più nell'economia di questa campagna, però lo standard ieri sera è stato fissato. 

In America le chiamano "Statament Win", vittorie che sono una dichiarazione d'intenti e questa più di tutte ricalca questa affermazione. Lo Zenit sarà durissimo da battere a casa sua forte anche del pubblico e vorrà ribaltare anche il +6 di ieir, però Milano non atterrerà il 22 febbraio a San Pietroburgo con ansie, timori o preoccupazioni. Prima ci sono ASVEL, attenzione che i francesi possono tutto, e poi quel disperato Maccabi che ancora oggi fatica a trovare continuità ma che di talento nei dispone.

 

 


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