Top 10 giocatori Eurolega che fanno gola in NBA

Eurohoops, a firma Antigoni Zachari, ha stilato pochi giorni fa la Top 10 sui possibili sbarchi oltreoceano durante l’estate 2020, andiamo a commenarli.

Scritto da Stefano Maffei  | 

Angel Martinez / Getty Images

Eurohoops, a firma Antigoni Zachari, ha stilato pochi giorni fa la Top 10 sui possibili sbarchi oltreoceano durante l’estate 2020, andiamo a commenarli.

Assistiamo infatti ad un trend opposto rispetto a quello della passata stagione, in cui ben 19 giocatori lasciarono gli Stati Uniti per approdare nel vecchio continente. Andiamo passo passo ad analizzare e commentare insieme le scelte e le possibili mete di questi giocatori.

Per rendere l’analisi più semplice e chiara abbiamo deciso di dividere questi dieci giocatori in tre gruppi: grandi ritorni, pronti al grande palcoscenico e giovani rampanti.

I GRANDI RITORNI

Come dice il nome del primo gruppo, ben 5 giocatori dei 10 hanno un passato (più o meno fortunato) nella Lega.

Nick Calathes (31 anni, 13.3 punru, 9.1 ass, 4.9 rimb)
Pochi giorni fa abbiamo dedicato un focus sulle possibili pretendenti alla forte guardia greca, non menzionando la possibilità di un approdo in NBA per il nativo di Casselberry. I due anni passati a Memphis (dal 2013 al 2015) partendo dalla panchina potrebbero suggerire un impiego simile in un’altra franchigia in cerca di una guardia capace di dare qualità al gioco delle seconde linee. Calathes è sicuramente un giocatore più maturo e più completo di quello visto ai Grizzlies ma ci sentiamo comunque di escludere questa ipotesi. Se però dovessimo azzardare qualche meta, sicuramente squadre dall’impronta europea potrebbero vedere in lui un ottimo tutor per la crescita delle giovani guardie a roster.

Jimmer Fredette (31 anni, 12.9 punti, 1.8 ass, 2.1 rimb)
Klay Thompson, i gemelli Morris, Kawhi Leonard, Nikola Vucevic, Tobias Harris, Jimmy Butler, Bojan Bogdanovic e infine Isaiah Thomas. Vi starete chiedendo cosa c’entrano tutti questi nomi in un focus sui possibili rientri in NBA. Ve lo spieghiamo subito. Siamo al draft 2011 ed un ragazzo che ha letteralmente fatto impazzire i tifosi di Brigham Young University con i suoi 28.9 punti nell’anno da senior, se l’è messi tutti alle spalle. Stiamo parlando di Jimmer Fredette, scelto alla numero 11 da Milwaukee (ma subito ceduto a Sacramento via trade). Ad oggi il paragone con i giocatori scelti prima di lui è al limite dall’imbarazzo, ma all’epoca in pochi avrebbero scommesso contro il nativo di Glens Falls. Nei suoi 6 anni tra Sacramento, Chicago, New Orleans e New York (sponda Knicks) non è mai riuscito ad imporsi, rivelandosi più un giocatore da garbage time piuttosto che comprimario utile alla causa.
L’esperienza ai Phoenix Suns per sole 6 partite nella scorsa stagione (dopo le incredibili annate cinesi culminate con medie impressionanti, rispettivamente 37.6, 36.9 e 35.5 punti per partita nelle tre stagioni negli Shangai Sharks) sembrava confermare questo trend. Probabilmente se cerchiamo alla voce cause del suo insuccesso possiamo trovare la mancanza di un ruolo chiave nel progetto e le aspettative di successo della squadra (sempre prossime allo zero).
L’anno al Panathinaikos sembra infatti la risposta a tutto questo. Il ruolo centrale tra le fila dei verdi di Atene e la storia di successi hanno contribuito a far tornare Fredette in orbita NBA (complice il contratto che comprende un’uscita dovuta a chiamate americane). Anche qui non è facile fare ipotesi, ma l’ambito ideale per tornare a vedere Jimmer protagonista sarebbe una squadra in lotta per i playoff, bisognosa di punti dalla panchina nei momenti chiave del match. In un contesto del genere Fredette potrebbe dire ancora la sua.

Jonas Jerebko (33 anni, 11.2 punti 1.7 ass, 4.7 rimb)
L’ex Biella, dopo 9 stagioni in NBA tra Detroit, Boston, Utah e Golden State, è approdato nella scorsa finestra di mercato estiva al Khimki. Anche in questo caso vediamo abbastanza difficile un approdo oltreoceano, per via del ricco contratto assicurato dal club russo anche per la prossima stagione. Il profilo del giocatore si sposerebbe bene per un progetto vincente (vedi ultimo anno Warriors) al minimo salariale, per dare profondità ed esperienza alla panchina di una squadra da titolo. Bisognerà vedere cosa vorrà Jonas, soldi o titolo?

Shane Larkin (27 anni, 22.2 punti, 4.1 ass, 3.1 rimb)
Il miglior realizzatore dell’Eurolega non poteva mancare in questo elenco. Sono ancora negli occhi di tutti i 49 punti (record assoluto) messi a segno nella partita giocata contro il Bayern Monaco. Una vera lezione di onnipotenza di un giocatore che forse troppo presto è uscito dai radar delle squadre americane. Il prodotto di Miami Florida, dopo essere stato scelto con la numero 18 nel draft 2013 ha giocato per 4 stagioni in NBA. Negli anni a Dallas, New York (Knicks prima e Nets poi) e Boston (dopo la pausa di un anno al Baskonia) non abbiamo mai potuto vedere il miglior Larkin.
In questo caso la giovane età ed un fisico minuto (1.82 m) hanno contribuito allo scarso rendimento della guardia statunitense. I due anni all’Efes però hanno fatto crescere a livello mentale, di gioco e fisico il nativo di Cincinnati, tanto da renderlo uno dei giocatori più appetibili del mercato europeo. Ci sentiamo di condividere pienamente l’interessamento delle squadre, oltre alla più che probabile voglia di rivalsa di Shane nel riprendersi le luci in quei palazzetti che non lo hanno ancora visto protagonista. Anche nel suo caso lo vediamo molto bene in una squadra con obiettivi playoff dalla panchina per far valere le qualità offensive, cercando di proteggerlo in difesa poiché l’altezza rimane uno dei suoi punti deboli.
Un’altra idea potrebbe essere quella di affidargli le redini di una squadra in ridefinizione, che punta su di lui per l’immediato e come esempio per i giovani nel ruolo. Naturalmete l’Efes farà di tutto
per non privarsi del giocatore che li ha portati a sfiorare il titolo europeo nella scorsa stagione.



Derrick Williams (28 anni, 11.9 punti, 1.2 ass, 3.9 rimb)
Già abbiamo citato il draft 2011. Per Fredette parlavamo della scelta numero 11, con Derrick Williams abbiamo la numero 2 (alle spalle del solo Kyrie Irving). Gli anni del prodotto di Arizona negli Stati Uniti però sono solo leggermente migliori di quelli di Fredette, in particolare il primo con Minnesota, in cui si riesce a ritagliare un posto nel secondo quintetto matricole alla fine della stagione. Dopo gli anni a Minnesota, Sacramento
e New York Knicks, sembravano potersi profilare buoni scenari tra Miami e Cleveland nella stagione 16/17. Il ruolo è sempre da gregario, ma in squadre dal potenziale molto elevato bisognose di fisicità dalla panchina. Poi però la scelta di andare in Cina (soldi) ha pesato e non poco sull’appeal dell’ala statunitense che, appena un anno dopo, approda in Europa, sponda Bayern. I due anni tra Monaco e Fenerbahce hanno portato di nuovo alla ribalta Williams, autore di una grande crescita sotto il profilo tecnico ed un netto miglioramento del tiro dall’arco (43.2% all’esordio in Eurolega). Caratteristiche che si addicono, e non poco, al tipo di lunghi che la lega di Adam Silver sta cercando, molto dinamici ed abili nel tiro pesante. In questo caso mettiamo tra le pretendi di Williams squadre con obiettivi di vittoria, che cercano in lui energia e punti dalla panchina (ruolo simile a quello che aveva a Cleveland nella seconda parte della stagione 2016/2017). Lo status di free agent aiuta a delineare un simile scenario.

PRONTI AL GRANDE PALCOSCENICO

Fanno parte di questo gruppo i tre giocatori che, ormai arrivati alla piena maturità cestistica in Europa, potrebbero tentare il grande salto oltreoceano.

Fancundo Campazzo (29 anni, 9.9 punti, 7.1 ass, 2.2 rimb)
Malgrado un esoso buy out nel contratto del play argentino (che non spaventerebbe comunque una franchigia NBA interessata), l’ipotesi americana non è del tutto da escludere. Non è un mistero che tante squadre NBA (ne ha parlato anche Nocioni) tengano in grande considerazione uno dei maggiori autori dell’impresa argentina ai Mondiali e vero trascinatore del Real Madrid 2019/2020. Sembra proprio che questo possa essere l’anno giusto per entrare nella lega dei campioni, Facundo ha infatti raggiunto lo status ideale per sfondare tra i giganti americani. L’interesse, come detto in precedenza, si è sparso tra molte squadre della lega. Personalmente lo vedrei perfetto nei San Antonio Spurs o in una qualsiasi delle squadre in lotta per i playoff, bisognose della garra argentina e dai momenti di onnipotenza cestistica dell’ex Murcia.



Gabriel Deck (25 anni, 7.4 punti, 1.5 ass, 3.2 rimb)
Per il secondo argentino del Real Madrid potremmo fare un discorso completamente inverso, unico punto in comune (ma non di secondo piano) l’enorme contribuito alla cavalcata dell’Argentina ai Mondiali cinesi. Il contratto con i blancos prevede l’opzione di liberarsi di fronte ad una chiamata NBA (Kobe Bryant l’aveva già consigliato qualche mese fa alla dirigenza Lakers dopo il mondiale).
Il paragone naturale con Manu Ginobili potrebbe portare a credere che il ragazzo sia pronto allo sbarco oltreoceano, anche se noi crediamo che possa essere prematuro l’arrivo in NBA (condividendo le parole di Nocioni a riguardo). Deck sta facendo molto bene da qualche anno a questa parte, mostrando una grande crescita, in particolare negli ultimi due anni. Pensiamo che un altro anno a Madrid da protagonista potrebbe essere la scelta più giusta per un arrivo in NBA da giocatore più pronto e più funzionale al gioco di molte franchigie.

Vasilije Micic (26 anni, 14.5 punti, 5.8 ass, 2.5 rimb)
Un altro giocatore di cui l’Efes difficilmente vorrà fare a meno, forte anche dell’estensione di contratto arrivata appena un anno fa. Le sirene NBA però non hanno smesso di suonare, perché i Philadelphia 76ers detengono i suoi diritti dopo averlo scelto al secondo giro del draft 2014 (52esima scelta, davanti ad Ale Gentile). Lo stesso Micic si è detto pronto alla sfida americana, aggiungendo di aver raggiunto lo status di giocatore in grado di stare sul campo per più di una ventina di minuti, anche in NBA.
Noi pensiamo che questo possa essere il momento giusto per Micic di tentare il definitivo salto di qualità nella propria carriera, potendo ambire a ruoli di comprimario di lusso in squadre da vertice o partendo da squadre in ricostruzione per guadagnare minuti e il giusto rispetto in campo, ripercorrendo il cammino fatto da Bojan Bogdanovic, giocatore su cui costruiamo il paragone.

GIOVANI

Parliamo dei due giovani classe 2001 che si stanno conquistando il posto tra le file di Maccabi e Villeurbanne. I loro nomi sono Deni Avdija (19 anni, 4 ppg 1.1 apg 2.6 rpg) e Theo Maledon (18 anni, 7.4 ppg 3.1 apg 1.8 rpg) ed entrambi si sono dichiarati eleggibili per il draft 2020. Ci diciamo favorevoli alle scelte dei due maggiori prospetti che l’Eurolega può offrire all’NBA e siamo molto curiosi di vedere dove possono essere scelti e in che squadra potranno offrire il loro talento.
Probabilmente l’inizio sarà lento (non aspettiamoci un ambientamento stile Doncic) però siamo sicuri che i due giovani potranno dare molto alla lega. Maledon ha già ricevuto il pubblico elogio di Tony Parker, un primo rumor per scoprire la sua meta preferita?

MENZIONE D'ONORE

Eurohoops non lo ha messo forse perché più volte ha dichiarato, soprattutto via Social, che non è più interessato a tornare in NBA dove, quando gli fu data fiducia in quel di Phoenix, viaggiò a 10.4 punti in 32 partite, due volte sui 20 punti (25 e 27), partendo 10 volte in quintetto. Di chi staimo parlando? Facile

Questi sono i giocatori che più probabilmente lasceranno in estate l’Eurolega per vestire una delle trenta casacche NBA. Quale credete siano quelli più sicuri di partire? Dove li vedreste bene? Fateci sapere la vostra opinione.
 


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