Thursday Doc: Eddie Johnson Vs Eddie Johnson

Abbiamo deciso di iniziare una nuova (o vecchia) rubrica con storie passate, più o meno lontane, curiose e decisamente senza un lieto fine.

Scritto da Doc. Abbati  | 

In attesa che la NBA decida il da farsi sul proseguire o meno la corrente stagione, abbiamo deciso di iniziare una nuova (o vecchia) rubrica con storie passate, più o meno lontane, curiose e decisamente senza un lieto fine.

THURSDAY DOC

Eddie Johnson Vs Eddie Johnson

Eddie Johnson. Chi era costui, anzi chi erano costoro, anche se uno dei due chi si aggira sui 40 dovrebbe conoscerlo. Perchè mai nella storia medio recente della NBA un’omonimia ha fatto più danni. E perché chiamarsi nello stesso modo e lavorare nello stesso ambiente (quasi) negli stessi tempi, può generare parecchia confusione, anche in un periodo in cui l’uso di internet e della famigerata rete sarebbe potuto essere d’aiuto. Ma andiamo con ordine.
Iniziando dal più vecchio dei due Johnson, “Fast” Eddie Johnson, nato il 24/02/1955 a Oclala, Florida, scelto al draft del 1977 con il #49 dagli Atlanta Hawks, con cui ha giocato la maggior parte delle sue dieci stagioni nella lega. Guardia di 185 cm, prodotto di Auburn University, nei suoi anni al college dimostra grande velocità, da qui il nick name “Fast”, un ball handling su cui si sprecano paragoni illustri per l’epoca, alla voce Pete Maravich, ed un discreto tiro dalla media e lunga distanza. Sorprende non poco una chiamata al draft così elevata, ma negli anni 70 non era facile essere scelti con dei numeri bassi essendo sotto i 190 cm.
Eddie Johnson entra nella lega con le stimmate del bravo ragazzo, al college sono tutti entusiasti di lui sia come atleta che anche come studente e membro della comunità. Viene da una famiglia della medio borghesia di Oclala, città a nord di Orlando, una famiglia religiosa, con un fratello, Franklin, che giocherà anni nella NBA dopo una comparsata nel nostro campionato a Varese. E le sue prime stagioni ad Atlanta sono entusiasmanti.

Da rookie ha un discreto impatto, come backcourt di Charlie Criss, dal secondo anno entra nello starting five degli Hawks, e nelle stagioni 1979/80 e 1980/81 viene convocato per l’All Star Game. Stagioni sempre in doppia cifra per punti, diventa un punto di riferimento per molti anche nello spogliatoio. Ma qualcosa si rompe. Gli Hawks di quel periodo sono una franchigia molto “chiacchierata” sul problema cocaina. Ed anche Eddie Johnson ne subisce il fascino maledetto.


A partire dal 1982 iniziano i problemi. E come sempre durante quegli anni, le franchigie tentano di risolvere il problema nascondendo la testa sotto la sabbia. Anche perché il rendimento in campo non sembra subire flessioni. Ma quando inizi a cadere sotto l’influenza della “dama bianca” non è facile riprendersi. Nel 1986 entra in un programma di riabilitazione dalla dipendenza da cocaina, dopo essere stato ceduto la stagione precedente ai Cleveland Cavaliers, e nel 1987 ritorna nella lega, dopo un breve passaggio nella CBA, ai Seattle Sonics.
Non dura molto, però, la sua redenzione. Nel 1987 viene trovato ancora positivo per cocaina, ne ammette la totale dipendenza, ammette di aver falsificato il test per poter tornare a giocare, e di non voler rientrare in un programma di riabilitazione. Viene bannato dalla lega, e da quel momento la sua vita precipita in un inferno terreno. Nel frattempo nel draft del 1981 da Illinois University, con la scelta #29 i Kansas City Kings chiamano…Eddie Johnson, ala di 201 cm, nato a Chicago il 1/05/1961.

Attaccante micidiale, dotato di un tiro stilisitcamente perfetto e tremendamente efficace. Entra nella lega dopo quattro anni giocati splendidamente con i Fighting Illini, ricordato come quello che segnò il canestro decisivo per battere l’imbattuta Michigan State University guidata, all’epoca da un ragazzo con il suo stesso cognome ma già soprannominato Magic. E le sue stagioni nella lega sono molto simili al suo omonimo ad Atlanta. Anno da rookie per ambientarsi, poi nello starting five dei Kings a oltre 20 ppg fino al suo trasferimento ai Phoenix Suns nella stagione 1987/88.
Ed anche in Arizona il suo rendimento non cala. Tre stagioni bellissime, nel 1989 vince il premio come sesto uomo dell’anno, Eddie Johnson si innamora del clima della città e decide che tornerà a vivere a Phoenix al termine della carriera. Che prosegue tra Seattle, Charlotte, Indiana e Houston, con una parentesi all’Olympiakos nella stagione 1994/95. Le ultime stagioni ai Rockets sono giocate da veterano, specialista nel tiro perimetrale. Chiude la sua carriera da giocatore a 39 anni nella stagione 1998/99, ricordato da tutti come un perfetto compagno di squadra, un ottimo uomo spogliatoio, addirittura idolatrato anche in Grecia per la sua attitudine dentro e fuori dal campo.

Ritiratosi decide di tornare a Phoenix, dove intraprende la carriera di commentatore televisivo e, in un secondo tempo, di speaker motivazionale. Ma qui nel 2006 le strade dei due Eddie Johnson si incrociano, sfortunatamente per il nativo di Chicago. Eddie Johnson, nel frattempo, è precipitato nel tunnel della droga. E non solo. Viene arrestato con varie accuse per un totale di cento, si avete letto bene, cento volte. Entra ed esce dai penitenziari della Florida, una vita allo sbando. 8 Agosto 2006, Fast Eddie dopo essersi introdotto illegalmente in un’abitazione del suo stato natio, aggredisce sessualmente una bambina di 8 anni.
Tre giorni dopo aver perpetrato lo stesso reato su una giovane donna di 25. Viene arrestato, e tradotto in carcere in attesa di processo.
Solo che i giornali di Orlando, per un errore sconsiderato, sotto la notizia dell’arresto per reati contro minori, invece della foto di Eddie Lee “Fast” Johnson mettono quella di Eddie Arnet Johnson. E la notizia viene immediatamente ripresa da tutte le agenzie di stampa USA, comprese quelle illustri che parlano di sport 24/7.

Nei mesi a venire non sarà facile per l’Eddie Johnson residente a Phoenix riuscire a far capire all’opinione pubblica che non è lui quello accusato degli infami reati. Il peggior periodo della sua vita, lo definì dopo essere riuscito a chiarire l’accaduto, o quasi, grazie a Jay Mariotti ed al Chicago Sun Times, in cui minacciò di querelare chiunque continuasse a rendere pubblica la sua immagine accostandola a quella dell’Eddie Johnson colpevole.

Eddie “Fast” Johnson è stato condannato all’ergastolo nel 2008, e sconta la sua pena nel carcere di Marion County. Eddie Arnet Johnson continua la sua carriera di commentatore sportivo, motivatore e membro onorevole della comunità di Phoenix.

Appuntamento a giovedì prossimo sempre alle ore 15:00


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